PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

Espropriazione forzata e responsabilità processuale aggravata ex art. 96 cod. proc. civ.

L’articolo esamina l’istituto della responsabilità aggravata e, in particolare, i primi due commi dell’art. 96 cod. proc. civ. e le pronunce giurisprudenziali più rilevanti in materia. Vengono analizzate alcune ipotesi di responsabilità aggravata che possono verificarsi nell’ambito della fase esecutiva, nonché il discusso argomento della individuazione del giudice competente a pronunziarsi in merito alla domanda di condanna al risarcimento dei danni ex art. 96 cod. proc. civ.  Indice sommario: 1. Premessa – 2. La natura della responsabilità processuale aggravata e il rapporto con l’art. 2043 cod. civ. – 3. L’art. 96, I comma, cod. proc. civ. o responsabilità “per lite temeraria” – 4. L’art. 96, II comma: esecuzione forzata illegittima e iscrizione di ipoteca – 5. Il giudice competente a…

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Sulla richiesta di condanna ai sensi dell’art. 96 c.p.c. in sede di legittimità e sul relativo termine

Cass., sez. II, 7 dicembre 2017, n. 29415, Pres. Bianchini – Est. Besso Marcheis [1] Spese giudiziali civili – Responsabilità aggravata – Danni derivanti dal giudizio di cassazione – Domanda proposta con memoria ex art. 378 c.p.c. – Inammissibilità (Cod. proc. civ., artt. 96, 378) La richiesta di condanna al risarcimento dei danni per responsabilità processuale aggravata, ai sensi dell’art. 96 c.p.c., può essere proposta per la prima volta anche in sede di legittimità, per i danni che si assumono derivanti dal giudizio di cassazione, ma deve essere formulata, a pena di inammissibilità, con il controricorso e non quindi con la memoria di cui all’art. 378 c.p.c. CASO [1] Una condomina impugnava una deliberazione assembleare, chiedendo che ne venisse dichiarata…

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Demansionamenti e infortuni nel pubblico impiego. “A cavallo” del 30 giugno 1998 a chi spetta la giurisdizione?

Cass., sez. un., 11 novembre 2017, n. 28368, Pres. Rordorf, Est. Berrino [1] Giurisdizione – Giurisdizione ordinaria e amministrativa – Impiego pubblico  privatizzato – Demansionamento – Illecito permanente del datore di lavoro – Natura unitaria dell’inadempimento – Legge in materia di privatizzazione del pubblico impiego – Momento determinante  della giurisdizione – A.N.A.S. – Trasformazione da azienda pubblica in ente pubblico per le strade – Irrilevanza – Evento verificatosi in parte in data anteriore e in parte in data successiva al 30 giugno 1998 – Infrazionabilità della giurisdizione – Devoluzione al giudice ordinario  (Cod. proc. civ., art. 5; D.Lgs. n. 165 del 2001, artt. 1 comma 2, 4,  63, 69, comma 7; Cod. Civ. art. 2103) [2] Giurisdizione – Giurisdizione ordinaria e amministrativa – Impiego pubblico  privatizzato –…

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Il regime delle vendite (forzate) nella procedura di liquidazione di cui alla legge n. 3 del 2012

Trib. Velletri, ord. 16 novembre 2017– rel. F. Aratari Proposta di liquidazione – Sussistenza di beni commerciabili – Attuazione delle vendite ad opera del liquidatore – Necessità del decreto di trasferimento – Esclusione – Mancato versamento somme per accertamento conformità – Rigetto dell’istanza (L. n. 3 del 2012, art. 14 ter) [1] Nella procedura di liquidazione le vendite sono attuate direttamente dal liquidatore e non occorre che il giudice emetta il decreto di trasferimento. Pertanto, in caso di mancato versamento dell’importo necessario al completamento dell’accertamento di conformità, il giudice rigetta l’istanza, stante l’incommerciabilità dell’unico bene messo a disposizione dei creditori. CASO Davanti al Tribunale di Velletri, il debitore proponeva, con l’ausilio dell’organismo di composizione della crisi, ricorso per la procedura…

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Decreto ingiuntivo ed efficacia di giudicato

Cass. 28 novembre 2017, n. 28318 Ingiunzione (procedimento per) – Mancata opposizione – Cosa giudicata civile – Limiti oggettivi – Presupposti logico-giuridici – Estensione (Cod. civ. art. 2909; c.p.c. art. 647) [1] Il giudicato sostanziale conseguente alla mancata opposizione di un decreto ingiuntivo si estende ai presupposti logico-giuridici della decisione. CASO [1] Un’opposizione avverso decreto ingiuntivo viene dichiarata inammissibile dal Tribunale di Milano stante la preclusione determinata da un precedente giudicato. Il ricorrente aveva, infatti, ottenuto dal Giudice di pace di Milano un precedente decreto ingiuntivo, regolarmente notificato, concernente il medesimo rapporto obbligatorio, che non era stato opposto dall’ingiunto nei termini di legge. Secondo il Tribunale di Milano si è pertanto formato il giudicato su ogni questione attinente la validità…

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Impugnazione della pronuncia di cessazione della materia del contendere e della condanna alle spese

Cass., sez. VI, 25 gennaio 2018, ord. n. 1851, Pres. Manna, Rel. Scarpa Impugnazioni – Impugnazione parziale – Cessazione della materia del contendere – Presupposti – Giudicato interno. (Cod. proc. civ., art. 329) [1] L’impugnazione della pronuncia di cessazione della materia del contendere richiede l’espressa censura del suo presupposto, rappresentato dalla carenza di interesse alla decisione di merito. In mancanza, poiché la dichiarazione della cessazione della materia del contendere ha carattere preliminare, il suo passaggio in giudicato ex art. 329, comma 2 c.p.c. preclude l’impugnazione delle altre parti della medesima sentenza. Impugnazioni – Ricorso in cassazione – Cessazione della materia del contendere – Condanna alle spese – Soccombenza virtuale – Ammissibilità. (Cod. proc. civ., artt. 91, 360) [2] La condanna…

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Impugnazione di riconoscimento del figlio naturale e onere della prova

Cass. civ. Sez. I, 14 dicembre 2017, n. 30122 , Pres. Dogliotti, Est. Di Marzio Prova civile – Filiazione – Riconoscimento di prole naturale – Impugnazione per difetto di veridicità – Onere della prova – Regime probatorio. (Cod. civ., art. 263, 2697, 2730 C.Civ.; Cod. proc. civ., art. 115, 116, 118) [1] Chi impugna il riconoscimento del figlio naturale per difetto di veridicità deve dimostrare in giudizio, anche attraverso presunzioni, la non rispondenza al vero del riconoscimento attraverso un regime di prova che non è diverso rispetto a quello relativo alle altre azioni di stato. CASO [1] Un nipote impugna, per difetto di veridicità (art. 263 c.c.), il riconoscimento di tre figli naturali effettuato da suo zio da tempo scomparso….

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Sul riparto dell’onere probatorio nel «nuovo» giudizio di accertamento dell’obbligo del debitor debitoris

Trib. Monza, Sez. III, 17 luglio 2017 (ord.) [1] Espropriazione forzata presso terzi – Accertamento dell’obbligo del terzo – Identificazione del credito pignorato – Onere della prova – Creditore procedente –Sussiste (C.p.c., art. 549) [1] L’onere della prova circa la sussistenza o gli elementi di esatta identificazione del credito pignorato nell’ambito del giudizio di accertamento dell’obbligo del debitor debitoris grava sul creditore procedente.  CASO [1] La società M. s.r.l. pignorava le somme e i crediti dovuti dallo Stato italiano alla società G.B.C. – e, tramite la stessa, alla Libia – in forza di un titolo esecutivo vantato dalla creditrice nei confronti della predetta società di diritto libico. A fronte della mancata comparizione del terzo a rendere la dichiarazione, la M….

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Rigetto della domanda cautelare per mancanza dei presupposti che configurano la concorrenza sleale per interposta persona

Trib. Civitavecchia, ord. 27 dicembre 2017, Giudice Pecorari Concorrenza sleale per interposta persona – relazione di interessi – configurabilità (2598 c.c.) [1] Non sussiste il fumus boni iuris della domanda cautelare ex art. 700 c.p.c. per mancata configurabilità della fattispecie di concorrenza sleale del terzo quando rimanga indimostrata l’esistenza di una relazione di interessi tra l’autore dell’atto e l’imprenditore avvantaggiato. CASO [1] I ricorrenti, persone fisiche titolari di autorizzazioni per l’esercizio dell’attività di noleggio vettura con conducente (cosiddetti “NCC”) agiscono con ricorso ex art. 700 c.p.c. per sentire inibire la presunta attività di concorrenza sleale (art. 2598 nn. 2 e 3 c.c.) posta in essere dalla società Aeroporti di Roma S.p.a. (“ADR”) nei propri confronti. L’attività consisteva nell’apposizione di pannelli…

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Sulla (residua) ricorribilità per cassazione per vizio di motivazione

Cass., sez. VI, 16 dicembre 2017, n. 30104 – Presidente Schirò – Relatore Manzon Ricorso per cassazione – Motivazione – Sentenza – Onere – Giudice (Cod. proc. civ., art. 132, 360; Disp. att. cod. proc. civ., art. 118) [1] La motivazione è solo apparente quando, benché graficamente esistente, non renda tuttavia percepibile il fondamento della decisione, in quanto recante argomentazioni obbiettivamente inidonee a far conoscere il ragionamento seguito dal giudice per la formazione del proprio convincimento, non potendosi lasciare all’interprete il compito di integrarla con le più varie, ipotetiche congetture; in tal caso, la sentenza è nulla perché affetta da error in procedendo. CASO Il processo tributario di primo grado si concludeva con il rigetto del ricorso presentato dal contribuente…

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