PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

Omessa pronuncia sulle spese e correzione dell’errore materiale

Le Sezioni Unite (Cass., sez. un., 21 giugno 2018, n. 16415) risolvono il contrasto rilevato da Cass., sez. II, 11 settembre 2017, n. 21048 in merito al mezzo utile (impugnazione o correzione dell’errore materiale) per integrare la sentenza che difetti, nel dispositivo, della liquidazione delle spese, nonostante la parte motiva sia stata chiara nell’addossarle a una delle parti. La Corte opta ragionevolmente per la correzione dell’errore materiale.  Il caso concreto La sentenza impugnata, in motivazione, poneva le spese del giudizio a carico della parte soccombente. Tuttavia, nel dispositivo veniva omessa la liquidazione di tali spese. In particolare, erano lasciate in bianco le parti predisposte per tale liquidazione. La sezione seconda (Cass., sez. II, 11 settembre 2017, n. 21048) evidenziava un…

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Cuius commoda… La prova liberatoria del caso fortuito ex art. 2051 c.c. al vaglio della Cassazione

Cassazione civile, Sez. VI-III, ord. 19 marzo 2018, n. 6703, Pres. Amendola, Est. Scrima Prova – Onere della prova – Responsabilità aquiliana – Responsabilità per cose in custodia – Prova liberatoria – Caso fortuito – Fondamento – Limiti (Cod. proc. civ., art. 112, 115, 116; cod. civ., art. 1227, 2051, 2056, 2697, 2699 ss.; cod. pen., art. 40) [1] Il disposto di cui all’art. 2051 c.c. implica che il custode vada esente da responsabilità solo ove provi il caso fortuito, da identificarsi nell’ipotesi in cui l’evento dannoso sia stato determinato da cause estrinseche ed estemporanee causate da terzi ovvero in quella in cui l’evento abbia già esplicato la propria potenzialità offensiva prima che fosse ragionevolmente esigibile l’intervento riparatore del custode,…

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Licenziamento per giustificato motivo oggettivo e reintegrazione nel posto di lavoro

Cass. 2 maggio 2018, n. 10435 – Pres. Di Cerbo – Est. Boghetich Lavoro (rapporto) – Licenziamento, giustificato motivo oggettivo – Illegittimità – Obbligo di repêchage – Violazione – Tutela reale – Tutela indennitaria – Applicabilità (l. 28 giugno 2012, n. 92, Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita, art. 1, comma 42; l. 20 maggio 1970, n. 300, Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale, nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento, art. 18, commi 4, 5 e 7). [1] Il vaglio giudiziale relativo alla «manifesta insussistenza del fatto» posto a fondamento del licenziamento per giustificato motivo oggettivo investe non solo le ragioni…

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L’inammissibilità dell’appello nelle cause inscindibili per il mancato rispetto dei termini perentori di integrazione del contraddittorio

Cass. civ., Sez. VI, 9 aprile 2018, n. 8639 – Pres. Di Virgilio – Rel. Valitutti [1] Impugnazioni civili – Ricorso per cassazione – Inammissibilità dell’appello – Integrazione del contraddittorio – Termini perentori – Cause inscindibili (Cod. proc. civ., artt. 153, 307 e 331) [1] Quando il giudice abbia pronunciato l’ordine di integrazione del contraddittorio in causa inscindibile e la parte onerata non vi abbia provveduto, ovvero vi abbia ottemperato solo parzialmente, evocando in giudizio soltanto alcuni dei litisconsorti pretermessi, non può essere assegnato un nuovo termine per il completamento dell’integrazione, che equivarrebbe alla concessione di una proroga del termine perentorio precedentemente fissato, vietata espressamente dall’art. 153 c.p.c.  A tale principio può derogarsi nella sola ipotesi in cui l’istanza di…

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Giudizio ecclesiastico di nullità del matrimonio, contumacia e giudizio di delibazione

Cassazione, sentenza, 18­ gennaio 2018, n. 1178 – Pres. Di Palma – Est. Acierno Matrimonio concordatario – Nullità – Giudizio avanti al Tribunale Ecclesiastico ­- Contumacia – Delibazione della Corte d’Appello –  Efficacia (Cost., artt. 7, 29; cod. civ. art. 123; cod. proc. civ., art. 796 e ss.; L. 25 marzo 1985, n. 121, art. 8) [1] I limiti di sindacabilità del giudizio ecclesiastico sono identici se la parte è costituita o contumace quando non si riscontri un vizio relativo all’instaurazione del contraddittorio. La mera contumacia non determina alcuna conseguenza sull’oggetto del giudizio di delibazione. CASO [1] Nel 2012, il Tribunale Ecclesiastico Regionale Abruzzese di Chieti pronuncia sentenza di nullità di un matrimonio celebrato con rito concordatario. In tale processo…

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Sull’onere di disconoscimento delle ‘riproduzioni informatiche’

I. Il contenuto dell’onere ex art. 2712 c.c. negli orientamenti della giurisprudenza. Come è noto, l’art. 2712 c.c. stabilisce che le riproduzioni fotografiche e cinematografiche (e, dopo il D. Lgs. 7 marzo 2005, n. 82, anche quelle informatiche, e con la precisazione giurisprudenziale che l’elenco in ogni caso “non è tassativo”: così Trib. Roma, 3 giugno 2016, in www.dejure.it, che vi aggiunge i “messaggi spediti e ricevuti mediante posta elettronica ordinaria non certificata”), nonché le registrazioni fonografiche e, in genere, ogni altra rappresentazione meccanica di fatti e di cose “formano piena prova dei fatti e delle cose rappresentate, se colui contro il quale sono prodotte non ne disconosce la conformità ai fatti o alle cose medesime”. Malgrado il legislatore del…

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Il provvedimento di assegnazione della casa familiare su un immobile ipotecato: quando le ragioni creditorie prevalgono su quelle della famiglia

Tribunale di Bari – ordinanza del 24 aprile 2018 – dott. M. De Palma [1] Assegnazione casa familiare – Ipoteca – Pignoramento immobiliare – Trascrizione – Opposizione agli atti esecutivi – Fattispecie (artt. 144 – 155 quater – 337 sexies – 1599 – 2643 – 2644 – 2808 cod. civ.; artt. 555 e ss. – 617 – 618 cod. proc. civ.; art. 6 l. 898/1978; art. 4 l. 54/2006)  [1] Il provvedimento di assegnazione della casa familiare non è opponibile al creditore ipotecario che abbia acquistato il suo diritto in base ad atto iscritto anteriormente alla emissione o trascrizione del provvedimento stesso. CASO [1] Il creditore, all’esito della procedura di pignoramento immobiliare dallo stesso esperita, si aggiudicava l’immobile sul quale aveva precedentemente iscritto ipoteca…

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Sui limiti alla potestas iudicandi degli arbitri

Cass. civ., ord., 30 aprile 2018, n. 10391 Arbitrato – Compromesso – Clausola compromissoria – Lodo – Lodo, nullità – Thema decidendum – Limiti. (C.c. artt. 1331, 1376 e 2932; c.p.c. artt. 112, 829 ) [1] Gli arbitri hanno l’obbligo di decidere su tutto il thema decidendum sottoposto loro e non oltre i limiti di esso, sulla base delle domande proposte, anche quando la “potestas iudicandi” sia stata conferita con clausola compromissoria, in quanto la cognizione arbitrale si estende (salvo eventuali ben precisi limiti legali) a qualsiasi aspetto della vicenda attinente a quest’ultima che risulti rilevante ai fini di stabilire se e in qual misura la pretesa fatta valere da una parte sia fondata. CASO [1] La società ricorrente in…

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Sull’onere di prendere posizione sui fatti ex adverso dedotti: economia processuale o giustizia della decisione?

Cass. civ., Sez. III, ord. 27 marzo 2018, n. 7513, Pres. Travaglino, Est. Rossetti Prova nel giudizio civile – Poteri del giudice – Onere di prendere posizione sui fatti dedotti da parte avversa – Principio di non contestazione (Cost., art. 111; cod. proc. civ., artt. 88, 115, co. 1, 116, co. 2, 167, co. 1, 416, co. 3; cod. civ., artt. 2697, 2698; l. 18.6.2009, n. 69, art. 45; c.p.a., art. 64, co. 2 e 4) [1] Nell’ipotesi in cui, proposta domanda risarcitoria dalla vittima di un sinistro stradale, la società assicuratrice convenuta, in sede di primo grado di giudizio, non abbia disconosciuto la sussistenza del danno patrimoniale da lucro cessante (nel caso di specie, l’assicuratore aveva ritenuto insignificante il…

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Il foro del consumatore prevale su quello del titolare del trattamento dei dati personali

Tribunale di Reggio Emilia, 1 febbraio 2018 – Morlini Competenza – Competenza territoriale – Foro del consumatore – Foro del titolare del trattamento dei dati (D.Lgs. 1 settembre 2011, n. 150, art. 10; D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, art. 152; D.Lgs. 6 settembre 2005, n. 206, art. 33 comma 2 lett. u) Nel caso di violazione delle regole relative al trattamento dei dati personali effettuato nell’ambito di un rapporto di consumo, la competenza è esclusivamente del foro di residenza del consumatore, in quanto tale criterio prevale su quello del foro della residenza del titolare del trattamento. CASO L’attore ha acquistato, quale consumatore, un divano, un letto e un materasso, con un finanziamento; ha pagato in ritardo le prime rate, per…

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