PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

Diniego di rinnovo del contratto alla prima scadenza e fondatezza del motivo

Corte di Cassazione, Terza Sez. Civ. Sentenza n. 19523 del 19 luglio 2019 Pres. Adelaide Amendola – Rel. Cons. Marco Dell’Utri Art. 3 Legge n. 431/98 – Art. 2697 c.c. – Art. 2729 c.c. “La circostanza consistente nell’effettiva adibizione dell’immobile ad abitazione del figlio locatore, a seguito del diniego del rinnovo della locazione alla prima scadenza, integri gli estremi di una vera e propria condizione per il valido ed efficace esercizio della corrispondente facoltà potestativa del locatore […] circostanze di fatto la dimostrazione del cui ricorso necessariamente costituisce materia di un onore probatorio imposto a carico del locatore, là dove quest’ultimo intenda concretamente avvalersi della facoltà potestativa in tal senso riconosciuta dal legislatore in presenza di detti presupposti di fatto”[1]…

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Il risarcimento del danno da lesione del diritto all’oblio

Il diritto di cronaca, ossia il diritto di raccontare accadimenti reali per mezzo stampa, trova il suo fondamento, a livello nazionale, nell’art. 21 della Costituzione che tutela la libertà di espressione e, a livello comunitario, negli artt. 10 CEDU e 11 della Carta di Nizza. La stampa gioca un ruolo fondamentale in una società democratica ed è suo preciso dovere divulgare notizie ed opinioni con riferimento a tutte le questioni di pubblico interesse. I giornalisti, tuttavia, sono soggetti a doveri e responsabilità, come previsto dalla legge sulla stampa (L. n. 47 del 1948) e dal codice deontologico, e devono agire in buona fede per fornire informazioni accurate e affidabili nel rispetto dei diritti inviolabili della persona tutelati all’art 2 Cost….

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Sull’interesse oggettivamente valutabile alla tutela processuale frazionata

Cass., sez. lav., 4 settembre 2019, n. 22107. Pres. Bronzini, Rel. Piccone Procedimento civile – Domanda giudiziale – Frazionamento – Ricorso – Inammissibilità -Abuso del processo (Cost., artt. 24 e 111; C.c. artt. 1175, 1375; C.p.c. artt. 99, 100, 183, 273, 274) Le domande aventi ad oggetto diversi e distinti diritti di credito, benché relativi ad un medesimo rapporto di durata tra le parti, possono essere proposte in separati processi, ma, ove le suddette pretese creditorie, oltre a far capo ad un medesimo rapporto tra le stesse parti, siano anche, in proiezione, inscrivibili nel medesimo ambito oggettivo di un possibile giudicato o, comunque, fondate sullo stesso fatto costitutivo, – sì da non poter essere accertate separatamente se non a costo…

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La Cassazione conferma che l’opponente a decreto ingiuntivo, per chiamare in causa un terzo, deve chiedere l’autorizzazione al giudice, ai sensi dell’art. 269 c.p.c., in quanto convenuto in senso sostanziale

Cass. civ. sez. II, 26 agosto 2019, n.21706, Pres. Manna, Rel. Scarpa Procedimento monitorio – Opposizione a decreto ingiuntivo – Chiamata in causa del terzo – Atto di citazione – 269 c.p.c. MASSIMA L’opponente a decreto ingiuntivo, che intenda chiamare in causa un terzo (nella specie, altresì, nell’opposizione a decreto ingiuntivo innanzi al giudice di pace), non può direttamente citarlo per la prima udienza ma deve chiedere al giudice, nell’atto di opposizione, di essere a ciò autorizzato. Ciò in quanto, nel procedimento per ingiunzione, per effetto dell’opposizione, non si verifica alcuna inversione della posizione sostanziale delle parti nel giudizio contenzioso, nel senso che il creditore mantiene la veste di attore e l’opponente quella di convenuto anche in ordine ai poteri…

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La risarcibilità iure hereditatis del danno catastrofale

Cass. civ., sez. VI, ord. 17 settembre 2019, n. 23153– Pres. Frasca – Rel. Positano [1] Responsabilità – Risarcimento del danno – Danni non patrimoniali – Danno catastrofale – Iure hereditatis – Condizioni di risarcibilità – Lasso di tempo – Lucidità – Vittima (Cod. civ. artt. 2056; 2059) [1] “Nella fattispecie in cui le risultanze processuali dimostrino che la persona sia rimasta lucida nello spatium temporis tra la lesione e la morte, dalla lesione al diritto alla dignità della persona umana (art. 2 Cost.) deriva la risarcibilità del danno non patrimoniale che sussiste sia sotto il profilo stricto sensu biologico sia sotto il profilo psicologico morale.” CASO [1] Con atto di citazione Tizio e Sempronia convenivano in giudizio, davanti al…

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Qualità di condomino, titolo di proprietà e superamento dell’art. 1453, secondo comma, c.c. in tema di contratto d’appalto

Corte di Cassazione – Seconda Sez. Civile – Ordinanza n. 12803/2019 Condominio – contratto di appalto – risoluzione contrattuale – eliminazione dei vizi – riduzione del prezzo – art. 1453 c.c. – art. 112 c.p.c. “Il tentativo – della società ricorrente – di separare la posizione degli attori sotto i diversi profili di proprietari e condomini appare velleitario, atteso che la qualità di condomino è inscindibilmente legata a quella di titolare di proprietà esclusiva di parte dell’edificio”. “In tema di appalto le domande di risoluzione del contratto e quelle di riduzione del prezzo o di eliminazione dei vizi non sono tra loro incompatibili, con la conseguenza che ne è ammesso il cumulo in un unico giudizio, non ostandovi il disposto…

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L’interpretazione della domanda giudiziale: i criteri elaborati dalla giurisprudenza

L’interpretazione della domanda giudiziale rappresenta un’attività ermeneutica fondamentale affinché il giudice possa adempiere al suo dovere decisorio. Spetta al giudice di merito, infatti, interpretare la domanda proposta individuando, mediante l’analisi delle allegazioni e delle affermazioni della parte, i suoi elementi costitutivi che, secondo una tripartizione tradizionale della dottrina processualcivilistica, sono le personae, il petitum e la causa petendi. Quando si parla di domanda giudiziale, pertanto, il riferimento è a quella che risulta all’esito del procedimento interpretativo, che il giudice necessariamente compie, cercando di mettere a fuoco, al di là delle espressioni letterali impiegate, il contenuto sostanziale con riguardo alle finalità perseguite nel giudizio della parte senza che assuma alcun valore condizionante la formula adottata dalla parte medesima. Le modalità con…

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L’esimente di cui all’art. 598 cod. pen. non opera per le espressioni offensive contenute negli scritti stragiudiziali

Cass., Sez. III, Ord., ud. 26 giugno 2019, 5 settembre 2019, n. 22184, Pres. Travaglino – Rel. Scoditti [1] Espressioni offensive – Scritti difensivi – Scritti stragiudiziali – Risarcimento del danno – Esimente (cod. proc. civ., art. 89; cod. pen., artt. 51, 595, 598) [1] La scriminante di cui all’art. 598 cod. pen., secondo cui non sono punibili le offese contenute negli scritti presentati o nei discorsi pronunciati dalle parti o dai loro patrocinatori nei procedimenti dinanzi all’Autorità giudiziaria, ovvero dinanzi a un’Autorità amministrativa, quando le offese concernono l’oggetto della causa o del ricorso amministrativo, non trova applicazione agli scritti, che non siano relativi ad una controversia giudiziaria o ad un ricorso amministrativo. CASO [1] La Società Alfa convenne in…

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Estinzione della procedura esecutiva ed effetto interruttivo della prescrizione

Cassazione civile, Sez. III, Sentenza 9 maggio 2019, n. 12239. Pres. Vivaldi, Estensore Porreca Prescrizione civile – Interruzione – Atti interruttivi – In genere – Pignoramento – Effetto interruttivo permanente della prescrizione – Fino alla chiusura anticipata del procedimento esecutivo per causa non riconducibile al creditore procedente – Sussistenza – Effetto interruttivo istantaneo – Condizioni – Fattispecie. In tema di prescrizione, l’effetto interruttivo permanente determinato dall’atto di pignoramento si protrae, agli effetti dell’art. 2945, comma 2, c.c., fino al momento in cui il processo esecutivo abbia fatto conseguire al creditore procedente, in tutto o in parte, l’attuazione coattiva del suo diritto ovvero, alternativamente, fino alla chiusura anticipata del procedimento determinata da una causa non ascrivibile al creditore medesimo, mentre, in caso contrario, all’interruzione deve riconoscersi effetto istantaneo, a…

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Per l’operatività della prelazione pignoratizia è necessaria l’indicazione del credito e dell’oggetto della garanzia

Cass. civ., sez. I, 6 giugno 2019, n. 15421 – Pres. Didone – Rel. Dolmetta Parole chiave: Pegno – Data certa – Regime di prova agevolato – Applicabilità alle banche autorizzate all’esercizio dell’attività bancaria – Condizioni per l’operatività della prelazione – Sussistenza dei requisiti prescritti dall’art. 2787, commi 2 e 3, c.c. – Necessità [1] Massima: La peculiare disciplina dettata dal comma 4 dell’art. 2787 c.c., che consente di provare con ogni mezzo la data di costituzione della garanzia pignoratizia, è applicabile anche alle banche, che possono compiere professionalmente operazioni di credito su pegno, ma non esclude che, affinché la prelazione possa operare, debbano sussistere le altre condizioni prescritte dalla legge e, in particolare, dai commi 2 e 3 del…

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