PROCEDURA E DIRITTO CIVILE
Prestazione d’opera intellettuale col bonus facciate, responsabile dei lavori e diritto al compenso
Tribunale di Napoli, 3 giugno 2024, Giudice Stravino Parole chiave Professioni intellettuali – Prestazione d’opera – Compenso Massima: “Nel caso in cui un condominio incarica una persona fisica di assumere il ruolo di responsabile dei lavori in relazione a determinate opere edili, ma dei costi del responsabile si faccia espressamente carico l’impresa appaltatrice, l’obbligo di pagare il corrispettivo non è in capo al condominio, seppure questi risulti formalmente controparte contrattuale del responsabile dei lavori, bensì in capo alla società appaltatrice, per essersene quest’ultima espressamente assunto l’obbligo”. Disposizioni applicate Art. 2233 c.c. (compenso) CASO Un condominio intende effettuare dei lavori straordinari, consistenti nel rifacimento delle facciate, usufruendo del c.d. “bonus facciate”. Viene trovata un’impresa, la quale si impegna a effettuare i…
Continua a leggere...Contestazione della natura dell’arbitrato e mezzi per impugnare il lodo
Cass., sez. III, 5 agosto 2024, n. 22005, Pres. Valitutti, Est. Mercolino [1] Arbitrato – natura – rituale o irrituale – lodo – mezzi di impugnazione. Se gli arbitri hanno ritenuto, anche implicitamente, che l’arbitrato sia di natura rituale, l’impugnazione del lodo deve essere proposta davanti alla Corte d’Appello, come previsto dall’art. 827 c.p.c. e seguenti, questo vale anche se l’impugnazione è diretta a contestare la natura irrituale dell’arbitrato e gli errori procedurali commessi dagli arbitri poiché in questo caso non è possibile ricorrere alle modalità di impugnazione proprie dell’arbitrato irrituale, che prevedono l’intervento del giudice ordinariamente competente e la contestazione solo dei vizi che possono inficiare qualsiasi manifestazione di volontà negoziale. CASO [1] Un soggetto, in seguito al recesso…
Continua a leggere...È inefficace la disdetta della locazione inviata dall’esecutato che non sia custode dell’immobile e senza autorizzazione del giudice dell’esecuzione
Cass. civ., sez. III, 5 giugno 2024, n. 15678 – Pres. Frasca – Rel. Iannello Espropriazione immobiliare – Locazione – Amministrazione e gestione del bene pignorato – Poteri del custode – Atti compiuti dal debitore esecutato in pendenza del processo esecutivo – Inefficacia nei confronti dei creditori e del conduttore Massima: “Per effetto del pignoramento, l’amministrazione del bene compete in via esclusiva al custode; pertanto, gli atti di gestione posti in essere, nella pendenza della procedura esecutiva, dal debitore esecutato non nella qualità di custode o senza previa autorizzazione del giudice dell’esecuzione, sono radicalmente improduttivi di effetti nei confronti dei creditori e del conduttore (e tali rimangono anche qualora la procedura esecutiva si estingua, per causa diversa dalla vendita forzata…
Continua a leggere...Alienante e acquirente: obbligati in solido al pagamento degli oneri condominiali, limitatamente al biennio antecedente la vendita
Corte di Cassazione, Ordinanza del 09.05.2022 n. 14531, Sez. II, Presidente Dott. F. Manna, Estensore Dott.ssa M. Falaschi «L’art. 63, comma 2, disp. att. c.c. nel regime previgente rispetto alla l. n. 220 del 2012, delinea, a carico dell’acquirente, un regime di responsabilità solidale per il pagamento degli oneri condominiali dovuti dall’alienante, limitata al biennio antecedente all’acquisto, che opera solo nei rapporti esterni con il condominio, ma non anche nel rapporto interno tra acquirente e alienante, sicché, in tale rapporto, salvo che non sia diversamente convenuto dalle parti, l’acquirente risponde soltanto delle obbligazioni condominiali sorte successivamente al momento dell’acquisto e, qualora sia chiamato a rispondere di quelle sorte in epoca anteriore, ha comunque diritto di regresso nei confronti del suo…
Continua a leggere...Note minime in tema di “autentica minore”
Cass., sez. III, 5 luglio 2024, n. 18381, Pres. Frasca, Est. Scoditti [1] Parti e difensori – Procura alle liti – validità. La certificazione da parte dell’avvocato della sottoscrizione del conferente la procura alle liti è intesa non come autenticazione in senso proprio, quale quella effettuata secondo le previsioni dell’art. 2703 c.c. dal notaio o da un altro pubblico ufficiale all’uopo autorizzato, ma come “autenticazione minore” (o “vera di firma”). Ne consegue che, al fine della prova dell’autenticità della procura rilasciata in calce o a margine di uno degli atti indicati nel terzo comma dell’art. 83 c.p.c., è sufficiente che il difensore certifichi l’autografia della sottoscrizione della parte, non essendo necessaria l’attestazione dello stesso che la sottoscrizione sia avvenuta in…
Continua a leggere...No agli interessi ex art. 1284, comma 4, c.c. quando il titolo esecutivo giudiziale parla solo di interessi legali
Cassazione Civile, Sezioni Unite, 07/05/2024, (ud. 26/03/2024, dep. 07/05/2024), n.12449, Pres. Aggiunto Dott. Pasquale D’Ascola, Rel. Dott. Enrico Scoditti Rinvio pregiudiziale – Esecuzione forzata – Titolo esecutivo giudiziale – Interessi legali – Interessi di mora ex art. 1284, comma 4, c.c. – Non spettano (art. 363 bis c.p.c. e art. 1284 c.c.) Massima: “Ove il giudice disponga il pagamento degli “interessi legali” senza alcuna specificazione, deve intendersi che la misura degli interessi, decorrenti dopo la proposizione della domanda giudiziale, corrisponde al saggio previsto dall’art. 1284, comma 1, cod. civ. se manca nel titolo esecutivo giudiziale, anche sulla base di quanto risultante dalla sola motivazione, lo specifico accertamento della spettanza degli interessi, per il periodo successivo alla proposizione della domanda, secondo…
Continua a leggere...Preliminare di preliminare e diritto alla provvigione del mediatore
Cass. civ., Sez. II, 13/11/2023, n. 31431, Rel. Dott. F. Rolfi Mediazione – Provvigione – Preliminare di preliminare – Validità – Sussistenza – Idoneità alla nascita del diritto alla provvigione del mediatore – Esclusione – Fondamento Il c.d. “preliminare di preliminare”, pur essendo vincolo valido ed efficace se rispondente ad un interesse meritevole di tutela delle parti, risulta idoneo unicamente a regolare le successive articolazioni del procedimento formativo dell’affare, senza abilitare le parti medesime ad agire per la esecuzione specifica del negozio, nelle forme di cui all’art. 2932 c.c., ovvero per il risarcimento del danno derivante dal mancato conseguimento del risultato utile del negozio programmato e, conseguentemente, non viene a costituire un “affare” idoneo, ex artt. 1754 e 1755 c.c.,…
Continua a leggere...Condizioni per l’installazione di un impianto di condizionamento d’aria nel cortile condominiale
Cassazione civile, sez. II, sentenza 01.07.2024 n. 17975. Presidente M. Flaschi – Estensore R. Caponi Massima: “Ai sensi dell’art. 1120 c.c., l’installazione, sulle parti comuni, di un impianto per il condizionamento d’aria a servizio di una unità immobiliare, che non presupponga la modificazione di tali parti, può essere compiuta dal singolo condomino per conto proprio, in via di principio senza richiedere al Condominio alcuna autorizzazione. Il rilascio o il diniego di una siffatta autorizzazione può tutt’al più significare l’inesistenza o l’esistenza di un interesse di altri condomini a fare uso delle cose comuni in modo pari a quello del condomino determinatosi all’installazione. Nel caso di specie non emerge dagli atti che sia stato accertato che l’installazione su parti comuni di…
Continua a leggere...Interpretazione di norma processuale: condizioni per un mutamento
Cass., sez. III, 7 giugno 2024, n. 16006, Pres. De Stefano, Est. Fanticini [1] Interpretazione di norme processuali – Mutamento – Giustificazione – Condizioni – Fondamento – Conseguenze – Fattispecie. L’interpretazione di una norma processuale consolidata può essere abbandonata solo in presenza di forti ed apprezzabili ragioni giustificative, indotte dal mutare di fenomeni sociali o del contesto normativo, oppure quando l’interpretazione consolidata risulti manifestamente arbitraria e pretestuosa o dia luogo a risultati disfunzionali, irrazionali o “ingiusti”, atteso che l’affidabilità, prevedibilità e uniformità dell’interpretazione delle norme processuali costituisce imprescindibile presupposto di uguaglianza tra i cittadini e di “giustizia” del processo; ne consegue che, ove siano compatibili con la lettera della legge due diverse interpretazioni, è doveroso preferire quella sulla cui base…
Continua a leggere...L’ufficiale giudiziario non può sindacare il titolo esecutivo e risponde dei danni in caso di rifiuto a dare corso all’esecuzione
Cass. civ., sez. III, 23 maggio 2024, n. 14478 – Pres. Travaglino – Rel. Fanticini Esecuzione forzata – Titolo esecutivo – Provvedimento giurisdizionale spedito in forma esecutiva – Sindacabilità della natura di titolo esecutivo da parte dell’ufficiale giudiziario – Inammissibilità Massima: “L’ufficiale giudiziario cui viene esibito un provvedimento giurisdizionale munito di formula esecutiva apposta dal cancelliere ai sensi dell’art. 153 disp. att. c.p.c. (nella versione precedente alle modifiche apportate dal d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 149) non può sindacarne ovvero escluderne la natura di titolo esecutivo, sicché è illegittimo il rifiuto opposto all’esecuzione del pignoramento per asserita carenza di un valido titolo esecutivo”. CASO L’ufficiale giudiziario, cui era stata presentata un’ordinanza emessa dal giudice dell’esecuzione ai sensi dell’art. 510 c.p.c….
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