PROCEDURA E DIRITTO CIVILE

Lo scopo della persuasione si ottiene con l’obbligo di sinteticità e chiarezza

Per quanto mi riguarda, mi ha persuaso Aristotele. Tra le tante teorie dell’argomentazione, quella che lo Stagirita illustra nella Retorica è perfettamente adatta alla struttura del processo, e alla struttura e alla lingua degli scritti difensivi. Il processo è, infatti, un meccanismo dialogico attraverso il quale si giunge all’accertamento della ‘verità’, termine da usare con le pinze qualunque significato gli si voglia attribuire. L’esistenza stessa dei tre gradi di giudizio ci dice che questa ‘verità’ coincide in realtà con il punto di vista ritenuto alla fine preferibile. L’avvocato comincia ad argomentare identificando il più vantaggioso tra gli stati di causa fissati dal retore Ermagora di Temno nel II secolo a.C.: L’attribuzione del fatto, cioè se il fatto sia stato commesso…

Continua a leggere...

Interferenze tra pignoramento di immobile locato e pignoramento dei canoni di locazione

Cass. civ., sez. III, 30 aprile 2024, n. 11698 – Pres. De Stefano – Rel. Saija Espropriazione immobiliare – Art. 2912 c.c. – Assoggettamento a pignoramento dei canoni di locazione – Pignoramento presso terzi avente per oggetto i canoni di locazione – Ammissibilità – Riunione dei procedimenti In caso di pignoramento di canoni dovuti in forza di contratto di locazione avente per oggetto un immobile già colpito da pignoramento, il giudice dell’espropriazione presso terzi, a fronte della dichiarazione resa ai sensi dell’art. 547 c.p.c. in cui venga dato conto dell’esistenza del precedente pignoramento, non può emettere ordinanza di assegnazione ai sensi dell’art. 553 c.p.c., ma deve trasmettere il fascicolo al giudice presso cui pende l’espropriazione immobiliare, affinché proceda alla riunione…

Continua a leggere...

Limiti di operatività dell’eccezione di prescrizione presuntiva ex art. 2956, n. 2), c.c.

Cass., sez. II, 4 giugno 2024, n. 15566, Pres. Manna, Est. Cavallino [1] Tutela dei diritti – Prescrizione e decadenza – Prescrizione presuntiva. La prescrizione presuntiva non opera quando l’incarico professionale sia stato conferito con atto scritto. A tale proposito al giudicante spetta esclusivamente la verifica se sussista un accordo scritto che, in quanto tale, esclude che il rapporto si sia svolto senza formalità e per questo è ritenuto incompatibile con qualsiasi presunzione di pagamento. CASO [1] Un professionista otteneva un decreto ingiuntivo per il pagamento di compensi professionali, opposto dal debitore sulla base della prescrizione presuntiva ex art. 2956, n. 2), c.c., assumendo che dal completamento dell’opera fosse decorso il termine triennale ivi previsto. L’adito Tribunale di Catania rigettava…

Continua a leggere...

Il recesso dell’affiliante prima del decorso della durata minima di almeno tre anni è contrario a buona fede, abusivo ed arbitrario

Cass. civ., Sez. Terza, Sent. 02/05/2024, n. 11737, Pres. Scarano, Est. Tassone. Franchising – abuso del diritto – durata minima del contratto [1] Nel contratto di franchising a tempo indeterminato (anche nel caso di franchising cd. light, implicante oneri ed investimenti non cospicui), l’affiliante deve attendere tre anni per poter recedere. Diversamente il recesso è contrario a buona fede, abusivo ed arbitrario, in quanto questo periodo costituisce il lasso di tempo minimo sufficiente all’ammortamento dell’investimento da parte dell’affiliato. In sede di sentenza definitiva, il giudice resta vincolato dalla sentenza non definitiva (anche se non passata in giudicato), sia in ordine alle questioni definite, sia per quelle che ne costituiscano il presupposto logico necessario, senza poter più risolvere le stesse questioni…

Continua a leggere...

Durata minima del contratto di franchising e illegittimità del recesso da parte dell’affiliante

Corte di cassazione, Sez. 3, 2 maggio 2024, n. 11737, Pres. Scarano, Rel. Tassone Parole chiave Affiliazione commerciale – Durata minima – Recesso Massima: “Come nel caso del franchising a tempo determinato, anche nel caso del franchising a tempo indeterminato risulta contrario a buona fede il recesso dell’affiliante prima del decorso della durata minima di almeno tre anni, dato che questo periodo costituisce il lasso di tempo minimo sufficiente all’ammortamento dell’investimento da parte dell’affiliato”. Disposizioni applicate Art. 3 l. n. 129/2004 (forma e contenuto del contratto) CASO Nell’aprile 2008 una nota compagnia telefonica conclude un contratto di affiliazione commerciale con una s.r.l., con conseguente apertura di un punto vendita in una delle principali strade commerciali di Milano. Nel settembre 2011…

Continua a leggere...

Rilevanza degli atti posti in essere dagli arbitri al fine di individuare il mezzo con cui va impugnato il lodo

Cass., sez. I,  20 maggio 2024, n. 13884mPres. Valitutti e Rel. D’orazione Arbitrato rituale e irrituale – compromesso e clausola compromissoria – impugnazione del lodo (artt. 808 ter, 827 c.p.c.; 1362 c.c,) Massima: “Agli effetti dell’individuazione del mezzo con cui il lodo va impugnato, ciò che conta è la natura dell’atto in concreto posto in essere dagli arbitri, più che la natura dell’arbitrato come previsto dalle parti. Pertanto, se sia stato pronunciato uno lodo rituale, nonostante le parti avessero previsto un arbitrato irrituale, ne consegue che quel lodo è impugnabile esclusivamente ai sensi degli artt. 827 e ss. c.p.c.” CASO Gli eredi di uno dei soci di una società immobiliare in liquidazione depositavano, in base ad un articolo dello statuto,…

Continua a leggere...

Azioni esecutive parallele contro diversi coobbligati solidali

Cass. civ., Sez. I, Ord., (data ud. 10/04/2024) 03/06/2024, n. 15470, Pres. Parise, Rel. Fidanzia MASSIMA: “Un creditore è legittimato a procurarsi un titolo giudiziale nei confronti di più obbligati per il pagamento di una determinata somma; quello che non può fare è agire esecutivamente per l’intero credito nei confronti di tutti i coobbligati in solido, dovendo scegliere in sede di esecuzione forzata quale dei due coobbligati (a diverso titolo) aggredire, promuovendo eventualmente l’azione esecutiva, in caso di non integrale soddisfazione, nei confronti dell’altro solo per il residuo”. CASO La Regione Campania ha agito nei confronti di Techno System Developments Srl, debitrice principale, e di Unicredit S.p.A., garante, per ottenere la restituzione del finanziamento di € 420.000,00, concesso alla prima,…

Continua a leggere...

Natura non aleatoria del contratto d’appalto

Cass. civ., Sez. II, Ordinanza, 06/05/2024, n. 12115 – Rel. Dott. Giuseppe Grasso Appalto privato – contratto commutativo e contratto aleatorio – interpretazione del contratto – art. 1655 c.c. Massima: “Poiché il contratto d’appalto prevede la prestazione di un’opera, con organizzazione dei mezzi e assunzione del rischio, verso il pagamento di un corrispettivo, ove non consti dalle emergenze di causa che le parti abbiano inteso stipulare, nonostante l’uso del nomen iuris dell’appalto, un contratto atipico aleatorio, l’espressione che potrebbe avere più sensi deve essere interpretata nel senso che all’appaltatore non può essere negato il diritto al corrispettivo ove abbia adempiuto alla propria obbligazione”. CASO La società Alfa, cui erano stati appaltati lavori di ristrutturazione edile da Tizio, adducendo il ritardo…

Continua a leggere...

Demolizione di immobile in comunione

Cassazione civile, sez. II, Sentenza del 29.02.2016 n. 3925, Pres. V. Mazzacane, Est. L. Matera «L’azione, di natura reale, volta alla demolizione di un immobile in comunione va proposta nei confronti di tutti i comproprietari, quali litisconsorti necessari dal lato passivo, giacché, stante l’unitarietà del rapporto dedotto in giudizio, la sentenza pronunziata solo nei confronti di alcuni è “inutiliter data”. Pertanto, ove il litisconsorte pretermesso proponga opposizione di terzo ex art. 404 c.p.c. avverso la sentenza di condanna alla demolizione resa in grado di appello, il giudice che accerti la fondatezza dell’opposizione deve provvedere ex artt. 406 e 354 c.p.c.». CASO Con atto di citazione Tizia proponeva opposizione di terzo ai sensi dell’art. 404, comma 1, c.p.c. avverso la sentenza…

Continua a leggere...

Responsabilità sanitaria: il nesso causale va accertato secondo la regola della preponderanza dell’evidenza (o del “più probabile che non”)

Cass. civ., Sez. III, ord., 05.03.2024, n. 5922 – Pres. Travaglino – Rel. Spaziani Responsabilità Sanitaria – Nesso di Causalità – Preponderanza dell’evidenza (o del “più probabile che non”) – Criteri [1] L’accertamento del nesso di causalità nella responsabilità sanitaria è improntato alla regola di funzione della preponderanza dell’evidenza (o del “più probabile che non”), la quale, con riguardo al caso in cui, rispetto a uno stesso evento, si pongano un’ipotesi positiva e una complementare ipotesi negativa, impone al giudice di scegliere quella rispetto alla quale le probabilità che la condotta abbia cagionato l’evento risultino maggiori di quelle contrarie, e con riguardo, invece, al caso in cui, in ordine allo stesso evento, si pongano diverse ipotesi alternative, comporta che il…

Continua a leggere...