Obbligazioni e contratti

Revocabilità dell’atto costitutivo del vincolo di destinazione ex art. 2645 ter c.c.: natura unilaterale e gratuita dell’atto di destinazione

Cass. civ. Sez. Terza Sent., 13/02/2020, n. 3697, Pres. Vivaldi, Est. Tatangelo Atto di destinazione di un bene ex art. 2645 ter c.c. – Natura, di regola, unilaterale e gratuita – Presupposti – Contestuale destinazione di propri beni per le esigenze altrui – Revocatoria -Pregiudizio per i creditori [1] L’atto di semplice destinazione di un bene (senza il trasferimento della proprietà dello stesso) alla soddisfazione di determinate esigenze, ai sensi dell’art. 2645 ter c.c., costituisce, di regola, un negozio unilaterale – non perfezionandosi con l’incontro delle volontà di due o più soggetti, ma essendo sufficiente la sola dichiarazione di volontà del disponente – e a titolo gratuito, in quanto di per sé determina un sacrificio patrimoniale da parte del disponente,…

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L’inquadramento giuridico delle lettere di patronage

Cass. civ. sez. I, 9 dicembre 2019, n. 32026 – Pres. De Chiara – Rel. Fidanzia [1] Obbligazioni e contratti – Lettera di patronage c.d. forte – Patronnant – Promessa del fatto del terzo – Fideiussione – Differenze – Inadempimento – Impegno ad eseguire la prestazione [1] “In tema di “patronage” qualora il “patronnant” si limiti a promettere che il patrocinato farà fronte alle proprie obbligazioni, pur in presenza di una lettera di patronato cd. forte, egli non assume anche l’impegno di eseguire personalmente la prestazione, come avviene nella promessa del fatto del terzo dove, in caso di inadempimento, il promittente è obbligato ad indennizzare il creditore, mentre quando il patrocinatore abbia assunto l’impegno direttamente e debba quindi adempiere l’obbligazione…

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La c.d. nullità virtuale deve essere riconosciuta solo in via residuale

Cass. civ. Sez. Terza Sent., 15/01/2020, n. 525, Pres. Armano, Est. Cricenti Nullità virtuale – Violazione norme imperative – Criterio residuale [1] In tema di cd. nullità virtuale, la violazione di disposizioni inderogabili concernenti la validità del contratto è suscettibile di determinarne la nullità unicamente ove non sia altrimenti stabilito dalla legge. Pertanto, questo esito va escluso sia quando risulti indicata una differente forma di invalidità sia ove la legge assicuri l’effettività della norma imperativa con la previsione di rimedi diversi. Disposizioni applicate Art. 1418 c.c. CASO La ricorrente agiva in giudizio per chiedere la risoluzione del contratto di compravendita di un immobile per inadempimento dell’acquirente, il quale non avrebbe provveduto al pagamento del prezzo. L’acquirente si costituiva eccependo di aver…

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La condotta imprudente del beneficiario della garanzia può liberare il fideiussore dalla propria obbligazione

Cass. civ., sez. III, 12 dicembre 2019, n. 32478 – Pres. Vivaldi – Rel. Sestini Parole chiave: Contratto di appalto – Polizza fideiussoria a garanzia dell’inadempimento dell’appaltatore – Pagamento del saldo del corrispettivo nonostante la presenza di vizi e difetti – Condotta lesiva degli interessi del fideiussore – Sussistenza – Domanda di pagamento proposta dal committente garantito – Rigetto – Legittimità [1] Massima: Gli obblighi di correttezza e di buona fede che permeano la vita del contratto impongono alla parte garantita di salvaguardare la posizione del proprio fideiussore, con la conseguenza che la loro violazione non consente l’esercizio di pretese nei confronti del garante, nella misura in cui la sua posizione sia stata aggravata dal garantito. Disposizioni applicate: cod. civ.,…

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Vendita di beni di consumo e difetto di conformità: il consumatore può esperire l’azione risarcitoria in via autonoma qualora i rimedi primari di cui all’art. 130 Cod. Cons. siano impossibili o eccessivamente onerosi

Cass. civ. Sez. Seconda Sent., 20/01/2020, n. 1082, Pres. Manna, Est. Tedesco Vendita beni di consumo – Consumatore – riparazione o sostituzione impossibile o eccessivamente onerosa – Domanda di risarcimento danno [1]In tema di vendita di beni di consumo affetti da vizio di conformità, ove la riparazione o la sostituzione risultino, rispettivamente, impossibile ovvero eccessivamente onerosa, va riconosciuto al consumatore, benché non espressamente contemplato dall’art. 130, comma 2, cod. consumo, ed al fine di garantire al medesimo uno standard di tutela più elevato rispetto a quello realizzato dalla Direttiva n. 44 del 1999, il diritto di agire per il solo risarcimento del danno, quale diritto attribuitogli da altre norme dell’ordinamento, secondo quanto disposto dall’art. 135, comma 2, del cod. consumo. Disposizioni applicate…

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La provenienza donativa del bene può legittimare il promissario acquirente a eccepire l’inadempimento del promittente venditore

Cass. civ., sez. II, 12 dicembre 2019, n. 32694 – Pres. Manna – Rel. Tedesco Parole chiave: Contratto preliminare – Provenienza donativa del bene – Pericolo di evizione – Insussistenza – Silenzio del promittente venditore – Inadempimento – Rifiuto del promissario acquirente di stipulare il contratto definitivo – Legittimità  [1] Massima: In tema di preliminare di compravendita, la provenienza del bene da donazione, anche se non comporta per se stessa un pericolo concreto e attuale di perdita del bene, tale da abilitare il promissario acquirente ad avvalersi del rimedio dell’art. 1481 c.c., è comunque circostanza influente sulla sicurezza, sulla stabilità e sulle potenzialità dell’acquisto programmato con il preliminare. In quanto tale essa non può essere taciuta dal promittente venditore, pena…

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Preliminare di compravendita e pericolo di evizione

Cass. civ., sez. II, 29 novembre 2019, n. 31314 – Pres. San Giorgio – Rel. Carbone Parole chiave: Contratto preliminare – Trascrizione di domanda giudiziale – Pericolo di evizione – Sussistenza – Rifiuto del promissario acquirente di stipulare il contratto definitivo – Legittimità  Massima: Nel preliminare di compravendita, in applicazione analogica dell’art. 1481 c.c., il promissario acquirente può rifiutarsi di addivenire alla stipula del definitivo qualora sussista un pericolo concreto e attuale di evizione del bene promesso, anche se tale pericolo non sia stato determinato da colpa del promittente venditore. Disposizioni applicate: cod. civ., artt. 1351, 1460, 1481. Caso Il 25 novembre 2005 veniva concluso un contratto preliminare di compravendita avente per oggetto un’unità abitativa facente parte di un complesso…

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La tutela penale in ambito vitivinicolo: uno sguardo alla riforma e alla sottile (“ma non troppo”) differenza tra la fattispecie dell’art. 515 c.p. e 517 quater c.p.

Noto come ormai il settore agroalimentare ed in particolare quello vitivinicolo abbiano assunto un’importanza fondamentale e centrale nel sistema economico del nostro Paese. La crescita che procede da anni a ritmi impensabili per altri comparti del nostro sistema produttivo ha fatto aumentare l’attenzione del Legislatore anche per approntare una tutela sanzionatoria (amministrativa e penale) che possa dare effettiva e concreta risposta alle richieste dall’Unione Europea di maggior tutela, aspettativa da declinarsi in provvedimenti proporzionati, efficaci e dissuasivi in caso di violazione della normativa. Nella citata prospettiva, il 21 aprile 2015 è stata istituita una Commissione di studio, poi nominata “Caselli” perché presieduta dal dott. Giancarlo Caselli, finalizzata a redigere una riforma dei reati in materia agroalimentare, a tutela dell’eccellenza del…

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Nullità del contratto di investimento e abuso del diritto dell’investitore

Cass. civ., sez. un., 4 novembre 2019, n. 21647 – Pres. Mammone – Rel. Acierno Parole chiave: Contratti di investimento – Mancanza di forma scritta del contratto quadro – Nullità – Invalidità degli ordini di investimento – Nullità selettiva – Abuso del diritto – Verifica dei pregiudizi e dei vantaggi derivanti dalle operazioni eseguite – Necessità [1] Massima: La nullità per difetto di forma scritta, contenuta nell’art. 23, comma 3, del d.lgs. n. 58 del 1998, può essere fatta valere esclusivamente dall’investitore, con la conseguenza che gli effetti processuali e sostanziali dell’accertamento operano soltanto a suo vantaggio. L’intermediario, tuttavia, ove la domanda sia diretta a colpire soltanto alcuni ordini di acquisto, può opporre l’eccezione di buona fede, se la selezione…

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Inadempimento del preliminare che non fissa il termine per la stipula del contratto definitivo

Cass. civ., sez. II, 23 agosto 2019, n. 21647 – Pres. Manna – Rel. Gorjan  Parole chiave: Contratto preliminare – Mancata fissazione del termine per la stipula del contratto definitivo – Inadempimento – Necessità di ricorrere al giudice per la fissazione del termine di adempimento – Insussistenza [1] Massima: Se il contratto preliminare non stabilisce il termine per la stipula del contratto definitivo, per accertare l’inadempimento di una parte non è sempre necessario chiedere al giudice di fissare il termine ai sensi dell’art. 1183, comma 2, c.c., dovendosi valutare se il tempo trascorso tra la conclusione del preliminare e la richiesta di adempimento è oggettivamente congruo in relazione al caso specifico. Disposizioni applicate: cod. civ., artt. 1183, 1351, 1454, 2932….

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