Impugnazioni
Il vizio di motivazione della sentenza come motivo di ricorso per Cassazione: gli ultimi sviluppi normativi e giurisprudenziali
Si ripercorrono le ultime modifiche legislative che hanno interessato il motivo di ricorso per Cassazione n. 5 dell’art. 360, co. 1, c.p.c., ed in relazione a ciò si dà conto delle odierne prospettive circa la censurabilità, dinanzi alla Suprema Corte, della motivazione fornita dal giudice in sentenza. La modifica legislativa del 2012 ed il suo ambito applicativoL’art. 54, co. 1, lett. b), d.l. 22 giugno 2012, n. 83, convertito con modificazioni dalla l. 7 agosto 2012, n. 134, ha nuovamente riformato il testo dell’art. 360, co. 1, n. 5, c.p.c., con applicazione nei confronti di ogni sentenza pubblicata dal trentesimo giorno successivo a quello di entrata in vigore della legge di conversione del decreto, ovvero dall’11 settembre 2012 (cfr. art….
Continua a leggere...Sulla concessione dei termini ex art. 183, comma 6, c.p.c. in appello
Impugnazioni civili – Appello – Applicabilità dell’art. 183, co. 6, c.p.c. – Esclusione (Cod. proc. civ., artt. 350, 352, 359) Scarica l’ordinanza [1] Nel procedimento in grado di appello davanti al Tribunale deve ritenersi inammissibile l’istanza di concessione dei termini perentori previsti dall’art. 183, comma 6, c.p.c., non essendo tale norma compatibile, ex art. 359 c.p.c., con la struttura e le funzioni tipiche del giudizio di appello e, in particolare, con quanto previsto dagli artt. 345, 350 e 352 c.p.c. CASO[1] Dinanzi al Tribunale di Torino, adito quale giudice di appello, la parte appellata ha richiesto la concessione dei termini ex art. 183, co. 6, c.p.c. SOLUZIONE[1] Il Tribunale ha respinto la richiesta, ritenendo che l’appendice di trattazione scritta…
Continua a leggere...In tema di autorità (ed autorevolezza) del precedente giudiziario
Cass. civ, sez. I, 29 Luglio 2015, n. 16048 Scarica la sentenza Giudizio di Cassazione – “Vincolo” delle Sezioni semplici al precedente delle Sezioni Unite – Circoscrizione alla “regula juris” correlata al motivo di ricorso – Necessità (C.p.c. art. 374, co. 3) Giudizio di Cassazione – “Vincolo” delle Sezioni semplici al precedente delle Sezioni Unite – Applicazione alle enunciazioni di carattere concettuale o dottrinario – Esclusione (C.p.c. art. 374, co. 3) Il c.d. “vincolo” delle Sezioni semplici rispetto al precedente delle Sezioni Unite va enucleato in stretta aderenza alla specifica regula iuris correlata ad un concreto motivo di ricorso. Il principio di cui all’art. 374, co. 3, c.p.c. va applicato in senso costituzionalmente orientato, entro confini rigorosi e con speculare…
Continua a leggere...Compenso dell’avvocato: impugnazione dell’ordinanza emessa nel procedimento sommario di cognizione
Cass., Sez. II, 5 ottobre 2015, n. 19873 Scarica la sentenza Compenso avvocato – ordinanza ex art. 702 c.p.c. – impugnazione – appello o ricorso per cassazione (C.p.c.: artt. 702 quater; L. 794/1942: art. 28; D.lgs. 150/2011: art. 14) [1] L’art. 14 del d.lgs. 150/2011 ha reso applicabile il rito sommario di cognizione alle controversie previste dall’art. 28, l. 794/1942, con le opportune modifiche, senza mutare alcuno dei presupposti oggettivi per accedere a tale procedimento speciale. [2] È appellabile l’ordinanza conclusiva del procedimento sommario di cognizione instaurato dall’avvocato per ottenere il compenso professionale, allorquando la controversia riguardi l’an debeatur della prestazione. Viceversa, l’ordinanza rimane inappellabile ai sensi dell’art. 14, d.lgs. 150/2011, e dunque ricorribile in cassazione ex art. 111 Cost.,…
Continua a leggere...La decorrenza del termine breve per impugnare per la parte che notifica la sentenza nel processo litisconsortile
Cass., sez. VI, 22 settembre 2015, n. 18733 (ord.)Pres. Finocchiaro – Est. Cirillo Litisconsorzio nelle fasi di gravame – Termine breve per impugnare – Notificazione della sentenza – Decorrenza per il notificante (C.p.c., artt. 325, 326, 331) [1] Poiché la notifica della sentenza ha una funzione acceleratoria, mettendo in moto il meccanismo dell’impugnazione previsto dall’art. 326 c.p.c., nell’ipotesi di litisconsorzio necessario (di natura processuale, nella specie), il termine breve per l’impugnazione decorre, per il notificante, dalla prima notificazione e non dall’ultima. CASOUn processo, celebrato dinanzi al Tribunale di Catania, avente ad oggetto la responsabilità per i danni occorsi in occasione di un sinistro stradale, vede quali parti, da un lato, il conducente di un veicolo che afferma il proprio incolpevole…
Continua a leggere...Inammissibilità del regolamento di competenza avverso il provvedimento di sospensione diretto a far valere l’inammissibilità della querela di falso
Cass. 30 settembre 2015, n. 19576 (ord.) Scarica l’ordinanza Giudizio davanti al giudice di pace – Querela di falso – Sospensione – Regolamento di competenza per inammissibilità della querela – Inammissibilità del regolamento(C.p.c., artt. 42, 295, 313) È inammissibile il regolamento di competenza, avverso il provvedimento di sospensione del processo, reso dal giudice di pace ex art. 313 c.p.c., per far valere l’inammissibilità della querela, atteso che il controllo di legittimità è limitato alla verifica dell’avvenuta proposizione di querela di falso e che la disposizione non sia stata abusivamente invocata, spettando al giudice della querela l’esame delle questioni procedurali o sostanziali attinenti alla stessa. CASONel corso del giudizio di opposizione a decreto ingiuntivo, viene proposto ricorso per regolamento di…
Continua a leggere...Il processo civile telematico approda presso le corti di appello. Spunti per una riflessione.
Abstract L’introduzione dell’obbligo di deposito telematico degli atti cd. endoprocessuali anche nei giudizi dinanzi alla corte di appello offre l’occasione per alcune riflessioni in tema di processo civile telematico. Il deposito obbligatorio degli atti nei giudizi dinanzi alla corte di appello. L’art. 16 bis del d.l. 18 ottobre 2012, n. 179 disciplina l’«Obbligatorietà del deposito telematico degli atti processuali». Tale obbligatorietà è scattata in via generale, per i giudizi dinanzi al tribunale, il 30 giugno 2014 (co. 1), salva la possibilità di un anticipo temporale in determinate sedi giudiziarie ai sensi del co. 5. Per effetto dell’art. 44, co. 2, lett. c), d.l. n. 83/2015 lo stesso art. 16 bis d.l. n. 179/2012 si è arricchito (anche) di un…
Continua a leggere...Revocazione delle sentenze della Cassazione e sospensione dell’efficacia esecutiva
Cass., Sez. VI-5, 17 settembre 2015, n. 18300 Scarica la sentenza Impugnazioni civili – Revocazione delle sentenze della Cassazione – Cassazione con decisione nel merito – Istanza di sospensione dell’esecuzione – Ammissibilità(C.p.c. artt. 324, 384, co. 2, 391bis, 395, co. 1, n. 4, 401; Cost., artt. 3 e 24) [1] È ammissibile l’istanza di sospensione cautelare ex art. 401 c.p.c. avanzata nel giudizio di revocazione avverso sentenza della Corte di cassazione emessa ai sensi dell’art. 384, comma 2, c.p.c. CASO[1] In accoglimento del ricorso proposto dall’Agenzia delle Entrate, la Suprema Corte definiva una controversia in materia tributaria con decisione nel merito. Tale sentenza veniva però impugnata dal contribuente ex art. 391 bis c.p.c., con contestuale istanza di sospensione dell’esecuzione della decisione sottoposta…
Continua a leggere...Inammissibilità dell’appello per carenza di ragionevole probabilità di accoglimento
Trib. Como, 28 maggio 2015 Scarica la sentenza Impugnazioni in materia civile – appello – inammissibilità ex art. 348 bis –ragionevole probabilità di accoglimento(C.p.c. artt. 348 bis, 348 ter) [1] Alla luce di quel giudizio prognostico cui fa riferimento l’art. 348 bis c.p.c., l’appello deve essere dichiarato inammissibile per carenza di ragionevole probabilità di accoglimento laddove il giudice del gravame non ritenga sussistenti ragioni per discostarsi dalla pronuncia del Giudice di prime cure. CASO[1] In primo grado, le convenute venivano condannate a risarcire i danni patiti dagli attori in seguito ad un incidente stradale. Questi ultimi, parzialmente soccombenti, impugnavano la sentenza lamentando una scorretta liquidazione dei danni, per non aver il giudice di pace applicato le tabelle elaborate dal Tribunale di Milano…
Continua a leggere...Inattività delle parti nel rito del lavoro
Cass., sez. lav., 17 settembre 2015, n. 18226 Scarica la sentenza Impugnazioni civili – Rito del lavoro – Inattività delle parti – Udienza ex art. 437 c.p.c. – Applicabilità dell’art. 348 c.p.c. all’appello nel rito del lavoro(C.p.c., artt. 181, 348, 359, 437 c.p.c.) [1] La disciplina dell’inattività delle parti dettata dal codice di procedura civile, con riguardo sia al giudizio di primo grado che a quello di appello, si applica anche alle controversie individuali di lavoro, non ostandovi la specialità del rito, né i principi cui esso si ispira. Ne consegue che, ai sensi dell’art. 348 c.p.c., co. 1, anche in tali controversie, la mancata comparizione dell’appellante all’udienza di cui all’art. 437 c.p.c. non consente la decisione della causa nel merito,…
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