Esecuzione forzata

Il decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo non necessita di un ulteriore provvedimento di esecutorietà ex art. 654 c.p.c. a seguito di rigetto dell’opposizione

 Cass. civ., Sez. lavoro, ord. 04-12-2019, n. 31702 (Pres. Manna, rel. Cavallaro) Decreto ingiuntivo – Provvisoria esecuzione ex art. 642 c.p.c. – Opposizione – Sentenza di rigetto – Provvedimento che dichiara l’esecutorietà – Necessità – Esclusione. In caso di sentenza di rigetto dell’opposizione proposta avverso il decreto ingiuntivo dichiarato provvisoriamente esecutivo ex art. 642 c.p.c., al fine di procedere all’esecuzione non è necessario che al decreto sia conferita anche l’esecutorietà ai sensi dell’art. 654 c.p.c., non potendo equipararsi l’opposizione proposta dalla parte destinataria dell’ingiunzione al provvedimento giudiziale di revoca della provvisoria esecuzione già concessa. CASO La Corte d’appello di Bari, in riforma della pronuncia di primo grado, aveva rigettato l’opposizione agli atti esecutivi proposta ex art. 617, comma 1, c.p.c….

Continua a leggere...

La condanna alla consegna è inidonea a fondare l’esecuzione per espropriazione

Cass., sez. VI, 18/12/2019, n. 33723 – Pres. Frasca, rel. Tatangelo In caso di condanna alla consegna di beni mobili di cui il debitore abbia perduto la disponibilità, il diritto del creditore a ottenere il pagamento dell’equivalente monetario dei suddetti beni non più consegnabili all’obbligato va fatto valere in un nuovo processo di cognizione che ne accerta la effettiva sussistenza e che in concreto ne liquidi l’importo, non potendo essere azionato direttamente in via esecutiva sulla base del semplice titolo di condanna alla consegna, di per sé non idoneo a fondare l’esecuzione per espropriazione, ma solo quella di cui agli artt. 605 e segg. c.p.c., tanto meno in base a una auto-quantificazione del valore dei beni perduti effettuata dal creditore,…

Continua a leggere...

Processo esecutivo e ne bis in idem: la Cassazione chiarisce quando un’esecuzione forzata può dirsi conclusa e quando è, invece, possibile procedere nuovamente in executivis

Cass. civ. sez. III, 13 novembre 2019, n. 29347, Pres. De Stefano, Rel. Tatangelo Esecuzione forzata – Ne bis in idem – Obbligo di fare – Irretrattabilità dei risultati processo esecutivo MASSIMA Il processo esecutivo definito può dar luogo alla cd. irretrattabilità dei suoi risultati (e, di conseguenza, all’applicazione del cd. principio del ne bis in idem) esclusivamente laddove esso si sia concluso con l’attuazione concreta dell’obbligo posto in esecuzione, secondo la conformazione ad esso data in sede esecutiva; quindi: trattandosi di espropriazione, con l’attribuzione al creditore del ricavato della vendita a totale soddisfazione del suo credito; trattandosi di obblighi di fare, con l’attuazione materiale dell’obbligo contenuto nel titolo, secondo le modalità concrete disposte dal giudice dell’esecuzione; trattandosi di obblighi…

Continua a leggere...

Il regime della competenza nelle opposizioni esecutive: rilevabilità d’ufficio e impugnazione del provvedimento sulla competenza

Cassazione civile, sez. VI-3, ord. 11 novembre 2019, n. 29030 – Pres. Frasca – Rel. Graziosi  L’incompetenza per valore, nelle opposizioni esecutive, deve essere eccepita dall’opposto, a pena di decadenza, con la comparsa di risposta depositata nel termine di legge (dimidiato a dieci giorni, ai sensi dell’art. 616 c.p.c.), anteriormente all’udienza di prima comparizione, oppure può essere rilevata anche d’ufficio dal giudice non oltre tale udienza, sempre a pena di inammissibilità. CASO G., creditrice di S.C., avviava una procedura esecutiva per il recupero delle spese legali. La debitrice proponeva opposizione, richiedendo contestualmente la sospensione dell’esecuzione forzata. Avverso l’ordinanza che statuiva sulla sospensione dell’esecuzione, proponeva reclamo l’opposta, ottenendo la revoca del provvedimento sospensivo impugnato. Nel frattempo, la stessa creditrice G. avviava…

Continua a leggere...

L’estinzione dell’ultimo di plurimi pignoramenti presso terzi del medesimo conto corrente non autorizza la banca terza pignorata a svincolarlo, ancorché in buona fede

Cass., Sez. VI, sentenza 21 novembre 2019, n. 30500; Pres. Frasca; Rel. Tatangelo “La dichiarazione di estinzione della procedura esecutiva originata da un singolo atto di pignoramento non fa venir meno gli effetti degli eventuali successivi distinti e autonomi pignoramenti aventi ad oggetto i medesimi beni; la violazione in buona fede da parte del terzo degli obblighi di custodia di cui all’art. 546 c.p.c. non fa venir meno gli effetti conservativi del pignoramento e non pregiudica i diritti del creditore procedente, salvo il diritto del terzo ad ottenere il risarcimento del danno dal responsabile del suo errore”. CASO R.A. pignorava i crediti vantati dal Consorzio Sine.Co. s.c.r.l. nei confronti della Banca del Fucino s.p.a., promuovendo tre distinte procedure esecutive avanti…

Continua a leggere...

Locazione dell’immobile pignorato inopponibile alla procedura, azione del custode per il pagamento dell’indennità di occupazione sine titulo e opponibilità del pagamento dei canoni effettuato in buona fede dall’occupante al debitore esecutato

Corte di cassazione, Sez. III, sent. 21 giugno – 14 novembre 2019, n. 29491 Pres. Amendola, Rel. Gorgoni. La locazione non autorizzata dal giudice dell’esecuzione è inopponibile alla procedura e il custode è legittimato a richiedere l’indennità per l’occupazione sine titulo o comunque la differenza tra questa, ove maggiore, e quanto già corrisposto al locatore a titolo di canoni di locazione; peraltro, è opponibile alla massa dei creditori il pagamento dei canoni locatizi eseguito in buona fede dall’occupante dell’immobile, che non può essere costretto a pagare due volte per lo stesso titolo. CASO Tizio, custode giudiziario di beni staggiti nell’ambito di una procedura esecutiva immobiliare, evocava in giudizio dinanzi al Tribunale di Salerno Caia, per sentir dichiarare l’inefficacia e l’inopponibilità…

Continua a leggere...

I limiti oggettivi dell’ordinanza anticipatoria di condanna ex art. 186 quater c.p.c. quale titolo esecutivo

La L. 353/1990 e successivamente la L. 534/1995 hanno provveduto ad inserire nel codice di rito (artt. 186 bis, ter e quater c.p.c.) tre tipologie di provvedimenti, rientranti nella categoria delle condanne speciali, aventi la finalità di decongestionare la trattazione dei procedimenti civili di condanna e di formare immediatamente un titolo esecutivo. Pur trattandosi di provvedimenti differenti, possono individuarsi alcuni tratti comuni tra cui la natura di condanna immediatamente esecutiva e il contenuto anticipatorio (sul punto, Mandrioli, Le nuove ordinanze di “pagamento” e “ingiunzionale”, in Riv. Proc. Civ., 1991, 644 ss.). In particolare, notevoli differenze presenta l’ordinanza successiva alla chiusura dell’istruzione ai sensi dell’art. 186 quater c.p.c. rispetto alle tipologie previste dagli artt. 186 bis e ter c.p.c. L’art. 186…

Continua a leggere...

L’efficacia dell’accertamento dell’obbligo del terzo prima e dopo la modifica dell’art. 549 c.p.c.

Cassazione civile, sez. III, 29/09/2019, n. 23644 – Pres. Vivaldi, Cons. Rel. Rossetti Pignoramento presso terzi – dichiarazione del terzo pignorato – contestazioni sulla dichiarazione del terzo pignorato – accertamento dell’obbligo del terzo pignorato In tema di giudizio di cognizione instaurato ex artt. 548 e 549 c.p.c., nel testo anteriore alle modifiche introdotte dalla l. n. 228 del 2012, per l’accertamento dell’obbligo del terzo sottoposto a pignoramento, sussiste l’interesse del debitore esecutato, che è parte del detto giudizio, ad eccepire la non persistenza del credito nel suo patrimonio per la avvenuta cessione dello stesso e la prevalenza di tale cessione sul pignoramento, ai sensi dell’art. 2914, n. 2, c.c.  Dopo la riforma dell’art. 549 c.p.c. l’accertamento dell’obbligo del terzo è…

Continua a leggere...

Opposizione agli atti esecutivi: la tardiva iscrizione a ruolo non rende improcedibile l’opposizione

Cass. civ. Sez. III, Sent., (ud. 25-06-2019) 30-09-2019, n. 24224 Nel giudizio di opposizione agli atti esecutivi il termine per la costituzione in giudizio della parte che introduca la fase di merito non subisce alcuna riduzione – essendo, pertanto, di dieci giorni dalla prima notificazione dell’atto di citazione. Tuttavia, la tardiva iscrizione a ruolo della causa non determina l’improcedibilità del giudizio, ma soltanto l’applicazione delle regole generali di cui agli artt. 171 e 307 c.p.c., assolvendo l’iscrizione a ruolo, mero adempimento amministrativo, la funzione di rimarcare l’autonomia della fase a cognizione piena rispetto a quella sommaria dell’opposizione.  CASO La società B. s.n.c. promuoveva pignoramento presso terzi nei confronti della società assicurativa G.I. s.p.a quale debitor debitoris, nei cui confronti la…

Continua a leggere...

Litispendenza fra opposizione a precetto e opposizione all’esecuzione ex art. 615 c.p.c.

Cass. civ. Sez. III, Sent., (ud. 15-01-2019) 17-10-2019, n. 26285 Sussiste litispendenza tra opposizione a precetto e opposizione all’esecuzione, successivamente proposta avverso il medesimo titolo esecutivo, ove le due azioni siano fondate su fatti costitutivi identici, concernenti l’inesistenza del diritto di procedere all’esecuzione forzata e sempreché le cause pendano innanzi a giudici diversi. Nel caso invece in cui le due opposizioni, riassunta la seconda nel merito, risultino pendenti innanzi al medesimo ufficio giudiziario, dovrà esserne disposta la riunione ai sensi dell’art. 273 c.p.c.  Qualora ciò non sia possibile per impedimenti di carattere processuale, la seconda causa dovrà essere sospesa pregiudizialmente ai sensi dell’art. 295 c.p.c. CASO Una società creditrice otteneva nei confronti di un condominio un’ordinanza ex art. 186 ter…

Continua a leggere...