Procedimenti di cognizione e ADR

L. 162/2014: il difficile passaggio dal rito ordinario al rito sommario di cognizione

Il D.L. 12 settembre 2014, n.132, convertito dalla L. 10 novembre 2014, n. 162 – la riforma sulla degiurisdizionalizzazione ed altri interventi per la definizione dell’arretrato – ha introdotto nel codice di rito l’art. 183 bis, così ampliando le ipotesi di applicabilità del rito sommario di cognizione (art. 702 bis ss.). Esso attribuisce al giudice il potere discrezionale di disporre, nell’udienza di trattazione, il passaggio dal rito ordinario al rito sommario di cognizione, “valutata la complessità della lite e dell’istruzione probatoria”. Il coordinamento della novella disposizione con l’art. 183 c.p.c. e il sistema delle preclusioni operanti in primo grado fanno emergere significativi problemi interpretativi, opportunamente segnalati dalla dottrina ai quali, però, la giurisprudenza stenta a dare soluzione. L’art. 14 del…

Continua a leggere...

L’ìnefficacia del contratto concluso dal rappresentante senza poteri è rilevabile d’ufficio

Cass. Sez. Unite, 03 giugno 2015, n. 11377 (ord.) Scarica l’ordinanza Processo civile – Eccezione in genere – Falsus procurator – Inefficacia del contratto – Rilevabilità d’ufficio(C.p.c. artt. 112, 167, 345; C.c. artt. 1398, 1399, 2697) [1] Poiché la sussistenza del potere rappresentativo in capo a chi ha speso il nome altrui è elemento costitutivo della pretesa che l’altro contraente intenda far valere in giudizio sulla base del negozio concluso dal rappresentante, non costituisce eccezione in senso proprio, e pertanto non ricade nelle preclusioni previste dagli artt. 167 e 345 c.p.c., la deduzione della inefficacia del contratto concluso dal falsus procurator; ne consegue che, ove il difetto di rappresentanza risulti dagli atti, di esso il giudice deve tener conto anche in…

Continua a leggere...

Azioni di accertamento negativo: la ripartizione degli oneri probatori

La questione della ripartizione dell’onus probandi nelle azioni di accertamento negativo costituisce da sempre uno dei principali problemi su cui si sono confrontati gli studiosi di questo istituto. Da un lato vi è chi ha ritenuto che l’attore in accertamento negativo sia gravato dell’onere di provare l’esistenza dei fatti impeditivi, modificativi o estintivi del diritto dedotto in giudizio o l’inesistenza dei fatti costitutivi dello stesso, in virtù del noto brocardo “semper necessitas probandi incumbit illi qui agit”. Dall’altro lato, invece, è stato sostenuto che in capo all’attore incombe solo l’onere della prova dei fatti impeditivi, modificativi o estintivi, gravando sul convenuto la prova dei fatti costituitivi, in quanto “ei incumbit probatio qui dicit, non qui negat”. Nel caso di azione…

Continua a leggere...

Deposito dell’atto a mezzo posta: «irrituale» ma sanabile

Cass., Sez. I, 17 giugno 2015, n. 12509 Scarica la sentenza Procedimento civile – Costituzione in giudizio a mezzo del servizio postale – Nullità – Sanabile per raggiungimento dello scopo(C.p.c. 121, 156; Disp. Att. C.p.c. 134) [1] L’invio a mezzo posta dell’atto processuale destinato alla cancelleria – al di fuori delle ipotesi speciali relative al giudizio di cassazione, al giudizio tributario ed a quello di opposizione ad ordinanza ingiunzione – realizza un deposito dell’atto irrituale, in quanto non previsto dalla legge, ma che, riguardando un’attività materiale priva di requisito volitivo autonomo e che non deve necessariamente essere compiuta dal difensore, potendo essere realizzata anche da un nuncius, può essere idoneo a raggiungere lo scopo, con conseguente sanatoria del vizio ex art….

Continua a leggere...

Questione di legittimità costituzionale della normativa sul compenso degli ausiliari del giudice

Cass., ord. 1 aprile 2015, n. 6652 Scarica l’ordinanza Procedimento civile – ausiliari del giudice – decreto di liquidazione del compenso – opposizione – mancanza di termine – illegittimità costituzionale(Cost., artt. 3, 24, 76, 111, comma 7; d.p.r. 30 maggio 2002, n. 115, art. 170; d. leg. 1 settembre 2011, n. 150, ai sensi dell’articolo 54 della legge 18 giugno 2009, n. 69, artt. 34, comma 17, e 15, comma 2) [1] Non è manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale del combinato disposto degli artt. 34, comma 17, e 15, comma 2, del d.lgs. 1 settembre 2011, n. 150 nella parte in cui modificano l’art. 170 del D.P.R. 30 maggio 2002, n. 115, eliminando il termine di venti giorni dalla…

Continua a leggere...

Rigetto dell’istanza di CTU e obbligo di motivazione

Cass., Sez. II, 14 maggio 2015, n. 9881 Scarica la sentenza Procedimento civile – Prova in genere – Consulenza tecnica d’ufficio – Richiesta di parte – Rigetto – Obbligo di motivazione della sentenza – Sussistenza(C.p.c. artt. 61, 62, 132, 191; Disp. att. c.p.c. art. 118) [1] Il giudice, nella sentenza, è tenuto a motivare adeguatamente il rigetto dell’istanza avanzata dalla parte ai fini dell’ammissione della consulenza tecnica d’ufficio qualora di evidente utilità ai fini della decisione della controversia.   CASO[1] Il ricorrente ha opposto all’avversaria pretesa di pagamento del prezzo delle merci fornite l’erroneità del luogo del relativo deposito e la carenza delle qualità pattuite, richiedendo ai fini dell’accertamento di tali circostanze l’esperimento di una CTU e di alcune prove testimoniali. SOLUZIONE[1] Nel…

Continua a leggere...

Domande plurime e nullità dell’atto di citazione per indeterminatezza dell’oggetto

Cass. Civile, Sez. I, 10 giugno 2015, n. 12059 Scarica la sentenza Atto di citazione – Indeterminatezza dell’oggetto della domanda – Mancata correlazione tra domande cumulativamente proposte e fatti relativi a una pluralità di atti giuridici – Nullità(C.p.c. artt. 163, 164) [1] Nel caso di proposizione di una pluralità di domande giudiziali (nella specie, alcune alternative tra loro e altre subordinate) l’omessa indicazione della causa petendi relativa a ciascuna di esse, anche in relazione alla pluralità di negozi e atti oggetto delle domande proposte, ne determina la nullità ai sensi dell’art. 164, comma 4, c.p.c. in relazione all’art. 163, coma 3, nn. 3 e 4 c.p.c., per assoluta incertezza dell’oggetto, data la pluralità delle possibili combinatorie e la postulazione di un…

Continua a leggere...

La Cassazione sul «caso Falciani». La provenienza illecita del documento non ne esclude l’utilizzabilità.

Cass., Sez. VI (ord.), 28 aprile 2015, n. 8605 Scarica la sentenza Prova documentale – Processo tributario – Prova illecitamente acquisita all’estero –   Utilizzabilità(Cost. artt. 2, 24, 53; D. Lgs. 31 dicembre 1992, n. 546, artt. 1, 7;  C.p.c. artt. 115, 116; C.p.p. artt. 191, 240; Att. C.p.p. art. 220) [1] L’Amministrazione finanziaria, nella sua attività di accertamento della evasione fiscale, può avvalersi di qualsiasi elemento con valore indiziario, con esclusione di quelli la cui inutilizzabilità discenda da una disposizione di legge o dal fatto di essere stati acquisiti dalla Amministrazione in violazione di diritti fondamentali della persona e del contribuente. Sono perciò utilizzabili, nel contraddittorio con il contribuente, i dati bancari acquisiti dal dipendente infedele di un istituto bancario, senza che…

Continua a leggere...

Piena discrezionalità del giudice nell’autorizzare il convenuto a chiamare in causa il terzo

Cass., Sez. III, 12 maggio 2015, n. 9570 Scarica la sentenza Procedimento civile – Intervento coatto su istanza di parte – Fissazione di una nuova udienza ex art. 269 c.p.c. – Ipotesi diverse da litisconsorzio necessario – Provvedimento discrezionale del giudice(C.p.c. artt. 102, 269) [1] In tema di chiamata in causa di un terzo su istanza di parte, al di fuori delle ipotesi di litisconsorzio necessario, è discrezionale il provvedimento del giudice di fissazione di una nuova udienza per consentire la citazione del terzo; pertanto, sebbene sia stata tempestivamente richiesta dal convento la chiamata in causa del terzo in manleva o in regresso, il giudice può rifiutare di fissare una nuova prima udienza per la costituzione del terzo. CASO[1] In una causa…

Continua a leggere...

Lettura del (solo) dispositivo e nullità della sentenza nella decisione a seguito di trattazione orale

La Suprema Corte, con il provvedimento del 30 marzo 2015, n. 6394 (scarica la sentenza), in Foro it., Rep. 2015, voce Procedimento civile, n. 31, ha dichiarato la nullità della sentenza pronunciata ex art. 281 sexies c.p.c., in un caso in cui il giudice si era limitato a dare lettura in udienza del solo dispositivo e, in un secondo momento, aveva depositato in cancelleria la motivazione. La disposizione appena citata prevede che il giudice «fatte precisare le conclusioni può ordinare la discussione orale della causa nella stessa udienza o, su istanza di parte, in un’udienza successiva e pronunciare sentenza al termine della discussione, dando lettura del dispositivo e della concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto della decisione»….

Continua a leggere...