Diritto Bancario

Azione di ripetizione di indebito (art. 2033 c.c.)

Se, dopo la conclusione di un contratto di apertura di credito bancario regolato in conto corrente, il correntista agisca per far dichiarare la nullità della clausola che preveda la corresponsione di interessi anatocistici e per la ripetizione di quanto pagato indebitamente a questo titolo, il termine di prescrizione decennale cui tale azione di ripetizione è soggetta decorre, qualora i versamenti eseguiti dal correntista in pendenza del rapporto abbiano avuto solo funzione ripristinatoria della provvista (conto affidato regolarmente mantenuto nel fido), dalla data in cui sia stato estinto il saldo di chiusura del conto in cui gli interessi non dovuti siano stati registrati (Cass., Sez. Un., n. 24418/2010; conf. Cass. n. 6857/2014). A chi spetta l’onere probatorio di indicare e allegare…

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Tasso di interesse usurario

L’art. 644 c.p. stabilisce che “per la determinazione del tasso di interesse usurario si tiene conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate alla erogazione del credito”.             Tra le voci di costo da inserire nel calcolo della usurarietà del tasso, le ‘Istruzioni per la rilevazione dei tassi effettivi globali medi ai sensi della legge sull’usura’ della Banca d’Italia del 2009 comprendono le spese di istruttoria, di incasso rata e invio comunicazioni, le spese di chiusura pratica/liquidazione interessi, le spese di perizia, il costo dell’attività di mediazione sostenuto dal cliente, le spese per assicurazioni/garanzie inerenti il finanziamento (ad es. polizze vita, invalidità, disoccupazione; deposito titoli amministrato; commissioni polizze fideiussorie) nonché gli…

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Fido di fatto

Secondo una parte significativa della giurisprudenza di merito (Trib. Torino 2.7.2015; Trib. Alessandria  21.2.2015; Trib. Taranto 17.9.2015; Trib. Napoli 2.1.2014; App. Torino 3.5.2013; Trib. Monza 26.1.2012; in arg. v. anche Cass. 58/2003), l’assenza di documentazione contrattuale dalla quale far derivare l’esistenza di una apertura di credito può essere superata dall’esame complessivo delle dinamiche del rapporto di conto corrente. Sono, in particolare, circostanze idonee ad attestare l’esistenza di un c.d. fido di fatto gli estratti conto (specie se evidenziano tassi differenziati), i riassunti scalari, la segnalazione dell’accordato alla Centrale rischi, l’applicazione della CMS, la presenza di eventuali terzi garanti nonché, soprattutto, la sistematica e tollerata operatività con ‘saldo passivo’: << neppure consta che la banca abbia mai [pretesa scopertura senza affidamenti],…

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Crisi bancarie e strumenti di tutela dei risparmiatori

Come difendersi e gestire il contenzioso per: azioni illiquide di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca; obbligazioni subordinate di Banca Marche, Etruria, Carife e Carichieti L’obiettivo del corso è quello di offrire, con taglio pratico, utili strumenti operativi per tutti gli avvocati e i consulenti che affrontano sul campo le questioni più attuali del contenzioso finanziario. Di assoluta attualità sono i casi di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, che hanno emesso e venduto al pubblico azioni, che sono state successivamente fortemente svalutate, con perdite ingenti per gli investitori. Altrettanto di estrema attualità è il caso di quattro altre banche italiane (Banca Etruria e Banca Marche nonché Cassa di risparmio di Chieti e di Ferrara), dapprima commissariate e poi…

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Bancomat e responsabilità della banca

La diligenza professionale della banca ex art. 1176, 2° co., c.c., è al centro di una recentissima sentenza della Cassazione (Cass. 19.1.2016, n. 806, scarica la sentenza). Nella decisione in commento – relativa ad una truffa al Bancomat – è censurata la violazione, da parte della banca, del dovere di diligenza specifica derivante dal rapporto contrattuale e dalla peculiarità degli obblighi di custodia dello sportello Bancomat. Come precisato nella sentenza, la diligenza professionale deve valutarsi non solo con riferimento all’attività di esecuzione contrattuale in senso stretto ma anche in relazione ad ogni tipo di atto e operazione oggettivamente riferibile ai servizi contrattualmente forniti (nella fattispecie, il servizio Bancomat). Richiamando un suo precedente giurisprudenziale in argomento (Cass. 13777/2007), la Cassazione ha…

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I privilegi processuali del creditore fondiario

L’art. 41 t.u.b. disciplina l’esecuzione immobiliare per credito fondiario e i suoi rapporti con la procedura fallimentare. La norma contempla taluni privilegi procedurali in deroga alla disciplina ordinaria dell’espropriazione immobiliare prevista dal codice di procedura civile, finalizzati a rendere massimamente rapide ed efficaci, per la banca finanziatrice, le azioni esecutive e le operazioni di attribuzione del ricavato delle stesse (la Cassazione ha reiteratamente identificato la natura del privilegio sancito dall’art. 41 t.u.b. come privilegio più che altro di riscossione: Cass. 17.12.2004, n. 23572; Cass. 8.9.2011, n. 18436). Le peculiarità dell’espropriazione di credito fondiario – non classificabile come un’esecuzione speciale – rispetto a quella ordinaria riguardano a) la fase iniziale del processo esecutivo; b) il diritto al soddisfacimento anticipato della banca…

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La commissione di istruttoria veloce (CIV)

Il secondo comma dell’art. 117-bis T.U.B. stabilisce che << a fronte di sconfinamenti in assenza di affidamento ovvero oltre il limite del fido, i contratti di conto corrente e  di  apertura  di credito possono prevedere, quali unici oneri a  carico  del  cliente, una commissione di istruttoria veloce determinata  in  misura  fissa, espressa in valore assoluto, commisurata  ai  costi  e  un  tasso  di interesse debitore sull’ammontare dello sconfinamento >>. Secondo l’Arbitro Bancario Finanziario, la clausola contrattuale, che prevede l’applicazione della commissione di istruttoria veloce (CIV) al «verificarsi di ogni operazione di addebito sul conto corrente che … generi una situazione di mancanza di disponibilità di fondi del conto stesso», fa sì che la CIV si configuri – contro lo spirito e…

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La domanda giudiziale di interessi anatocistici

Il divieto di pattuizione degli interessi sugli interessi, previsto dall’art. 1283 c.c., consente la capitalizzazione solo a determinate condizioni, ovvero dal giorno della domanda giudiziale o per effetto di convenzione posteriore alla scadenza degli interessi e sempre che questi siano scaduti da almeno sei mesi. Riguardo alla domanda giudiziale, i principi stabiliti dalla Cassazione sono sintetizzabili come segue (Cass. 24160/2014; Cass. 21340/2013; Cass. 5218/2011; Cass. 4935/2006; Cass. 10500/2006; Cass. 9474/2004; Cass. 12043/2004; Cass. 8377/2000; Cass. 7507/2001; Cass. Sez. Un., 10156/1998; Cass., Sez. Un., 670/1975): – la corresponsione degli interessi anatocistici presuppone che si tratti di interessi accumulatisi per almeno sei mesi alla data di proposizione della domanda; – la parte deve farne richiesta in giudizio con una domanda specificamente rivolta…

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Sconfinamenti e Centrale dei rischi

È diffuso il convincimento che gli sconfinamenti non siano indice, in assenza di segnali di mancati pagamenti dei creditori, di incapacità non transitoria di adempiere alle obbligazioni assunte – requisito, quest’ultimo, necessario ai fini della segnalazione a sofferenza – essendo, al contrario, lo strumento di regola utilizzato per adempiere alle proprie obbligazioni pecuniarie (Trib. Milano 29.8.2014). La sistematica tolleranza da parte della banca di significativi  sconfinamenti del cliente, cui per anni è consentito un utilizzo largamente superiore al fido formalmente concesso, legittima un ragionevole affidamento del cliente nella prosecuzione di tale tolleranza da parte della banca, sul rilievo che essa presupponga quantomeno la valutazione della banca stessa circa la sufficiente affidabilità creditizia del cliente (cui altrimenti non sarebbe consentito a…

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Conservazione della documentazione bancaria

Secondo parte della giurisprudenza di merito (Trib. Ravenna 6.6.2012; Trib. Taranto 17.9.2015) la banca è obbligata alla conservazione del contratto soltanto per dieci anni (ex art. 119 tub) e successivamente non è consentito al giudice pronunciare l’inesistenza del contratto. Più persuasivo appare altro orientamento (App. Milano, sez. I civ., n. 1796/2012), in ragione del quale la banca è obbligata alla conservazione del contratto senza alcun limite temporale, non essendo applicabile al contratto quanto disposto dall’art. 119 tub per la mera documentazione contabile bancaria: << il contratto di c/c bancario … costituisce prova scritta richiesta ad substantiam ed a pena di nullità … costituisce la fonte della disciplina dei rapporti obbligatori tra le parti e, come tale, non può essere distrutto…

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