Diritto Bancario

Le spese di assicurazione contestuali all’erogazione del credito rientrano nel TEG

Le Istruzioni di vigilanza della Banca d’Italia prevedono che nel calcolo del tasso usurario deve tenersi conto delle commissioni, remunerazioni a qualsiasi titolo e delle spese, escluse quelle per imposte e tasse, collegate all’erogazione del credito: in particolare, sono incluse “le spese per le assicurazioni o garanzie, imposte dal creditore, intese ad assicurare al creditore il rimborso totale o parziale del credito“. La disposizione è stata abitualmente interpretata nel senso dell’esclusione dal paniere delle voci rilevanti per il calcolo usurario delle spese (ad es. di assicurazione) ‘facoltative’. Con la recente decisione del 4 aprile 2017, n. 8806, la Corte di Cassazione ha stabilito, in argomento, il seguente principio di diritto: “in relazione alla ricomprensione di una spesa di assicurazione nell’ambito delle voci economiche…

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Fidejussioni e Garanzie reali fanno cumulo nel TAEG (e nel TEG): la nuova frontiera del contenzioso bancario

Banca d’Italia ha informato gli Intermediari della necessità di tenere conto delle garanzie (fidejussioni personali e garanzie reali) ai fini del calcolo del TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale comunicato al cliente), nonché del TEG (Tasso Effettivo Globale), stabilendo i criteri e le modalità per attribuire un costo a dette garanzie, in risposta alle esigenze di pieno rispetto della L. 108/96 (normativa antiusura). Questo principio è ulteriormente avvalorato dalle Disposizioni di Trasparenza in vigore dal 1° novembre 2016. Dall’applicazione di queste direttive discende un aumentato profilo di responsabilità per l’intermediario, il quale, peraltro, deve tenere a disposizione del cliente le informazioni e i criteri utilizzati per il costo attribuito alla garanzia, nonché della formula di calcolo del TAEG applicata con inclusione…

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Contratto bancario monofirma

Si segnala una recente decisione della Corte di Appello di Torino del 28 febbraio 2017 (allegata) che, in adesione al mutato indirizzo giurisprudenziale della Cassazione (cfr. Cass. 5919/2016; Cass. 7068/2016; 10711/2016; Cass. 6559/2017), ha confermato che “in tema di contratti per i quali la legge  richiede la forma scritta “ad substantiam”, la produzione in giudizio della scrittura da parte del contraente che non l’ha sottoscritta realizza un equivalente della sottoscrizione, con conseguente perfezionamento del contratto con effetti “ex nunc” e non “ex tunc”, essendo necessaria la formalizzazione delle dichiarazioni di volontà che lo creano“. La Corte di appello torinese precisa che ciò non significa che il requisito della forma scritta ad substantiam nei contratti non possa essere soddisfatto se le…

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Consulenza tecnica d’ufficio e presclusioni istruttorie

Nel contenzioso bancario, specie nel caso di accertamenti contabili sui conti correnti, la CTU è indispensabile per verificare la correttezza del calcolo degli interessi. In linea generale, la consulenza non costituisce la sede per aggirare decadenze in cui le parti siano incorse. Rientra, infatti, nei poteri-doveri del consulente unicamente l’acquisizione di documentazione, essenzialmente di carattere tecnico, di natura accessoria, utile al fine di dare compiutamente risposta ai quesiti sottopostigli dal giudice: “è consentito al consulente tecnico d’ufficio acquisire ogni elemento necessario a rispondere ai quesiti, sebbene risultante da documenti non prodotti dalle parti, sempre che si tratti di fatti accessori, rientranti nell’ambito strettamente tecnico della consulenza e costituenti il presupposto necessario per rispondere ai quesiti formulati, e non di fatti…

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La Cassazione su forma scritta dei contratti bancari e CMS

Con la recente decisione del 7 marzo 2017 n. 5609, la Cassazione ha escluso l’applicazione degli interessi convenzionali in difetto di prova della pattuizione scritta: “infatti, affinché una convenzione relativa agli interessi ultralegali sia validamente stipulata, deve avere forma scritta e contenere l’indicazione della percentuale del tasso di interesse in ragione di un periodo predeterminato, ai sensi dell’art. 1284, comma 3, c.c., che è norma imperativa“. Tale condizione – che, nel regime anteriore all’entrata in vigore della legge 17 febbraio 1992, n. 154, poteva ritenersi soddisfatta anche per relationem, attraverso il richiamo a criteri prestabiliti ed elementi estrinseci, purché obbiettivamente individuabili, funzionali alla concreta determinazione del saggio di interesse -, oggi può dirsi soddisfatta solo quando il tasso di interesse…

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L’estratto conto nei rapporti bancari: breve rassegna di giurisprudenza

L’estratto conto è un “documento che ha il fine esclusivo di fornire l’informazione delle operazioni periodicamente contabilizzate e non anche di contenere proposte contrattuali, capaci di assumere dignità di patto in difetto di espresso dissenso” (Cass. 1.2.2002, n. 1287; Cass. 24684/2003; Trib. Reggio Emilia 11.11.2015) “La mancata contestazione dell’estratto conto non è idonea a sanare gli effetti di clausole nulle” (Cass. 29.7.2009, n. 17679; Trib. Mantova 3.5.2014). “L’approvazione dell’estratto conto non può valere a sanare la mancanza della forma scritta del contratto” (Cass. 18.11.1994, n. 9791; App. L’Aquila 15.6.2015). “Del tutto inconferente è la comunicazione delle variazioni del tasso con gli estratti del conto corrente, giacché la conoscenza successiva del saggio applicato non vale a sanare l’originario vizio di nullità…

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La penale di anticipata estinzione rientra nel TEG?

Nella determinazione del tasso effettivo globale parte della giurisprudenza include anche la penale di anticipata estinzione, riconducendola nell’ambito degli “altri vantaggi usurari” previsti dall’art. 644 c.p. (Trib. Pescara 28.11.2014; Trib. Bari 12.12.2014, 19.10.2015, 27.11.2015, 14.12.2015 e 18.10.2016; Trib. Avellino 28.9.2015; Trib. Ascoli Piceno 13.10.2015). La sua esclusione dal calcolo del tasso usurario (al pari, come noto, degli interessi moratori) è espressamente stabilità dalle ‘Istruzioni per la rilevazione dei tassi effettivi globali medi ai sensi della legge sull’usura’ della Banca d’Italia (punto C4: “Le penali a carico del cliente previste in caso di estinzione anticipata del rapporto, laddove consentite, sono da ritenersi meramente eventuali, e quindi non vanno aggiunte alle spese di chiusura della pratica“). Dello stesso tenore appare la normativa…

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La provvisorietà delle attribuzioni al creditore fondiario

Il secondo comma dell’art. 41 TUB, nel disciplinare i rapporti tra azione esecutiva per credito fondiario e fallimento, stabilisce che le somme ricavate dall’esecuzione individuale che risultassero, “in sede di riparto” (ex artt. 596-598 c.p.c., come preferibile ritenere), eccedenti la quota di spettanza dell’istituto bancario dovranno essere attribuite al fallimento; quanto ricevuto dalla banca/creditore fondiario in sede di esecuzione individuale ha, dunque, carattere di provvisorietà, dovendo la stessa sottostare alle risultanze del riparto fallimentare e, se del caso, restituire le eventuali eccedenze. La distribuzione effettuata nell’esecuzione individuale non è dunque definitiva, avendo solo la funzione di attuare una prima graduazione con i crediti fatti valere in quella sede, salva la definitiva valutazione in sede concorsuale. In altri termini, mentre l’accertamento…

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La fideiussione nella recente giurisprudenza della Cassazione

La fideiussione costituisce una garanzia personale frequentemente utilizzata nella prassi bancaria. Nel corso del 2016 la Cassazione si è espressa in argomento nei seguenti termini: – è ammissibile il concorso di una fideiussione con una garanzia reale rispetto al medesimo credito (Cass. 2540/2016); – la fideiussione omnibus senza limitazione di importo (stipulata anteriormente alla data di entrata in vigore dell’art. 10 della l. 17 febbraio 1992, n. 154) è efficace limitatamente ai debiti sorti a carico del garantito prima della data predetta; perché tali effetti si producano sui debiti successivi occorre che le parti fissino l’importo massimo garantito con la rinnovazione della convenzione di garanzia, che, risolvendosi in un accordo diverso dal precedente con efficacia ex nunc, non costituisce un’ipotesi…

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Illegittima segnalazione alla Centrale dei rischi e danno in re ipsa

Con la recente decisione del 25.1.2017 n. 1931, la Cassazione è tornata ad occuparsi del rapporto tra illegittima segnalazione a sofferenza alla Centrale dei rischi e (presunto) danno in re ipsa. La Suprema Corte ha in primo luogo ribadito che, pur rientrando l’attività di segnalazione alla Centrale dei rischi nell’ambito delle attività pericolose ex art. 2050 c.c., tale circostanza non configura un’ipotesi di responsabilità oggettiva della banca (Cass. 1931/2017; Cass. 10422/2016; Cass. 18812/2014), essendo all’opposto sempre necessario l’accertamento della sussistenza del nesso di causalità tra l’attività e il danno patito dal terzo (Cass. 1931/2017; Cass. 5254/2006): è dunque escluso, nell’ipotesi disciplinata dall’art. 2050 c.c., ed in particolare in quella dell’illegittima segnalazione alla Centrale dei rischi, che il danno debba essere…

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