Diritto Bancario

Firma grafometrica e contratti bancari

Inizia ad avere una certa diffusione, anche in ambito bancario, la c.d. firma grafometrica, ossia la possibilità per la clientela di firmare la documentazione contrattuale e la modulistica ad essa correlata in formato elettronico. La firma grafometrica – la cui disciplina è rinvenibile principalmente nel Codice dell’Amministrazione Digitale (Decr. Lgs. n. 82/2005) e nel Decr. Pres. Cons. Min. del 22.2.2013 – è una modalità di firma autografa che possiede requisiti informatici e giuridici che consentono per legge di qualificarla come “firma elettronica avanzata”. La sottoscrizione autografa del documento, previa sua visualizzazione sullo schermo di un monitor, avviene direttamente sul monitor del dispositivo (di regola un tablet) mediante una particolare penna, con una modalità del tutto simile all’apposizione di una normale…

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Usura: il c.d. principio di omogeneità alle Sezioni Unite

Con ordinanza del 20 giugno 2017 n. 15188 (rel. Dolmetta) la Corte di cassazione ha rimesso alle Sezioni Unite delicate questioni in materia di usura, ossia l’inclusione della commissione di massimo scoperto nel calcolo del TEG ante 2010 nonchè il c.d. principio di simmetria/omogeneità di confronto tra Tasso usurario e Tasso soglia. Riguardo a tale ultimo aspetto, secondo parte della giurisprudenza di legittimità  (Cass. 12965/2016;  Cass. 22270/2016): “il giudizio in punto di usurarietà si basa … sul raffronto tra un dato concreto (lo specifico TEG applicato nell’ambito del contratto oggetto di contenzioso) e un dato astratto (il TEGM rilevato con riferimento alla tipologia di appartenenza del contratto in questione), sicché — se detto raffronto non viene effettuato adoperando la medesima…

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La Direttiva Comunitaria per il Trattamento dei Dati personali: la sfera degli interessi e l’accesso ai dati anche per le imprese

Il dibattuto tema dell’acquisizione dell’intera documentazione relativa al rapporto bancario, fin qui principalmente vagliato attraverso il (quasi) esclusivo strumento d’indagine offerto dall’articolo 119 T.U.B., trova, in una più approfondita lettura delle Direttive Comunitarie avvicendatesi sul campo del c.d. “Codice Privacy”, sorprendenti margini di manovrabilità. L’attuale periodo “transitorio” che vede il recepimento del nuovo Regolamento UE 2016/679 del 27 aprile 2016 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati – che abroga la Direttiva 95/46/CE – pubblicato in GU UE del 4.5.2016, conferma che l’ambito di protezione della norma investe anche le imprese, e non solo le persone fisiche. Infatti, nelle considerazioni (13) del nuovo Regolamento il Parlamento Europeo…

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La Cassazione sulla separata risolubilità di singoli ordini di investimento

Di recente la Cassazione (Cass. 23 maggio 2017, n. 12937) è tornata a pronunciarsi sul tema della separata risolubilità (ammessa) di singoli ordini di investimento (conf. Cass., 27 aprile 2016, n. 8394; Cass., 18 maggio 2016, n. 10161; Cass., 9 agosto 2016, n. 16820; Cass., 19 maggio 2014, n. 23717), stabilendo il principio di diritto secondo cui “a fronte dell’inadempimento dell’intermediario degli obblighi imposti dalla normativa di legge e di regolamento Consob, l’investitore, contraente non inadempiente, ben può agire per la sola risoluzione dei singoli ordini di investimento nei quali il detto inadempimento si è consumato, fermo comunque restando il necessario riscontro che trattasi, in concreto, di inadempimento di non scarsa importanza rispetto all’ordine per il quale si è verificato“….

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Fido di fatto

Secondo la giurisprudenza (cfr. App. Torino 3.5.2013; Trib. Torino 4.4.2014, 2.7.2015, 3.1.2017; Trib. Alessandria 21.2.2015; Trib. Taranto 17.9.2015; Trib. Benevento 10.2.2016; Trib. Reggio Emilia 17.9.2016; Trib. Bergamo 3.8.2016; Trib. Pistoia 20.10.2016; App. Napoli 28.12.2016; Trib. Milano 11.1.2017 e 15.2.2017; Trib. Teramo 8.2.2017) si deve ritenere sussistente tra le parti un contratto di apertura di credito in difetto di contratto, con limite massimo quello effettivamente raggiunto, allorché il correntista abbia operato costantemente con saldo passivo, comportamento che non avrebbe evidentemente potuto tenere in assenza del consenso della banca, specie laddove non risulti che quest’ultima abbia mai chiesto rientri né assunto qualunque altra iniziativa negativa nei confronti del cliente. Ulteriore prova dell’affidamento è rappresentata dalla circostanza che la banca abbia costantemente applicato…

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Compensazione tra i saldi di più rapporti o più conti

L’art. 1853 c.c. stabilisce che “Se tra la banca e il correntista esistono più rapporti o più conti, ancorché in monete differenti, i saldi attivi e passivi si compensano reciprocamente, salvo patto contrario”. Cass. n. 12953/2016, in materia di conto corrente bancario, intervenendo sulla disposizione suddetta, nel rilevare che la stessa è dettata allo scopo di garantire la banca contro ogni scoperto non specificamente pattuito che risulti a debito del cliente quale effetto di un qualsiasi rapporto o conto corrente fra le due parti, ha confermato che la compensazione tra saldi attivi e passivi, anche a favore del correntista, deve essere attuata mediante annotazioni in conto, e, in particolare (alla luce del principio dell’unità dei conti), attraverso la immissione del saldo di un conto,…

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La Cassazione su interessi e anatocismo

Cass. n. 18292/2016 ha ribadito che in tema di obbligazioni pecuniarie, gli interessi, contrariamente a quanto avviene nell’ipotesi di somma di danaro dovuta a titolo di risarcimento del danno di cui essi integrano una componente necessaria, hanno fondamento autonomo rispetto al debito al quale accedono, sicché gli stessi – siano corrispettivi, compensativi o moratori – possono essere attribuiti, in applicazione degli artt. 99 e 112 c.p.c., soltanto su espressa domanda della parte. Cass. n. 3480/2016 ha affermato che il requisito della forma scritta per la determinazione degli interessi extralegali (art. 1284, comma 3, c.c.) non postula necessariamente che la corrispondente convenzione contenga una puntuale indicazione in cifre del tasso così stabilito, ben potendo essere soddisfatto attraverso il richiamo, per iscritto,…

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Oneri probatori del correntista-attore

Secondo il costante orientamento della giurisprudenza di legittimità e di merito (di recente Trib. Foggia 2.11.2016),  incombe sul correntista-attore, ex art. 2697 c.c., la prova dei fatti costitutivi della sua pretesa, e quindi la dimostrazione non solo dell’avvenuto pagamento, ma anche della inesistenza di una causa giustificativa del pagamento per la parte che si assume non dovuta (mancanza causa debendi) ovvero del successivo venir meno di questa (cfr. Cass. 7501/2012; Trib. Roma 26.2.2013). Dall’onere della prova in capo al correntista derivano, tra l’altro, i seguenti corollari: – innanzitutto, l’attore ha l’onere di allegare e provare – in modo specifico – le contestazioni sollevate: egli non può limitarsi ad allegazioni generiche, atteso che ciò finirebbe “con il rendere l’azione proposta meramente…

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L’inclusione della mora nelle istruzioni di Banca d’Italia segue la Direttiva Comunitaria

Banca d’Italia nelle proprie “Istruzioni per la rilevazione del TEG”, indicando tra gli elementi esclusi dal calcolo gli interessi di mora, sottolinea che l’esclusione interviene solo nel caso di “inadempimento”. Infatti anche l’articolo 19, paragrafo 2 della Dir. 2008/48/CE prevede che “Al fine di calcolare il tasso annuo effettivo globale, si determina il costo totale del credito al consumatore, ad eccezione di eventuali penali che il consumatore sia tenuto a pagare per la mancata esecuzione di uno qualsiasi degli obblighi stabiliti nel contratto…..” e prosegue, al paragrafo 3, citando che “Il calcolo del tasso annuo effettivo globale è fondato sull’ipotesi che il contratto di credito rimarrà valido per il periodo di tempo convenuto e che il creditore e il consumatore adempiranno ai loro obblighi nei termini ed entro le date…

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La ricognizione di debito preclude la possibilità di dedurre l’invalidità del rapporto giuridico sottostante?

La ricognizione di debito ex art. 1988 c.c. ha natura giuridica di promessa unilaterale, che non costituisce fonte generale di obbligazione ma produce effetti obbligatori solo nei casi previsti dalla legge. Trattasi di un negozio unilaterale recettizio, avente ad oggetto una dichiarazione di volontà con cui una parte si obbliga ad una determinata prestazione. Di regola, una dichiarazione-ricognizione titolata, nella quale viene richiamato appunto il titolo, e cioè la ragione del debito riconosciuto, “non costituisce autonoma fonte di obbligazione ma ha soltanto effetto confermativo di un precedente rapporto fondamentale, venendo ad operarsi – in forza dell’art. 1988 c.c., nella cui previsione rientrano anche le dichiarazioni titolate – un’astrazione meramente processuale della causa debendi, dalla cui esistenza e validità non può prescindersi sotto il profilo sostanziale; con il conseguente venir meno…

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