Diritto Bancario

Correttezza e buona fede nell’attività bancaria

Gli artt.  1175, 1375 e 1337 c.c., il Testo unico bancario e le Disposizioni di vigilanza di Bankitalia impongono alle banche, nello svolgimento della propria attività professionale, il rispetto di obblighi di correttezza e buona fede in tutte le fasi del rapporto banca-cliente. La buona fede svolge, dunque, un ruolo centrale nella esecuzione e interpretazione dei contratti bancari. La buona fede oggettiva impone alle parti di comportarsi secondo lealtà e le impegna al compimento di azioni/atti necessari alla salvaguardia dell’interesse/utilità della controparte nella misura in cui essi non comportino un apprezzabile sacrificio a proprio carico: “il principio di correttezza e buona fede deve essere inteso in senso oggettivo in quanto enuncia un dovere di solidarietà (art. 2 Cost.) che, operando…

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Documentazione idonea al ricalcolo del saldo del conto

In tema di rapporti bancari in conto corrente, la dichiarazione di nullità delle clausole contrattuali che, ad es., fanno rinvio agli usi per la determinazione del tasso d’interesse ultralegale e di quelle che prevedono la capitalizzazione trimestrale degl’interessi, imponendo di procedere alla rideterminazione del saldo del conto, con applicazione del tasso legale ed esclusione dell’anatocismo, fa sorgere a carico della banca l’onere di produrre gli estratti conto a partire dalla data d’instaurazione del rapporto, in modo tale da consentire la ricostruzione integrale dell’andamento del dare e dell’avere, sulla base di dati contabili certi relativi alle operazioni registrate, risultando inutilizzabili, a tal fine, criteri presuntivi od approssimativi (Cass. 6384/2017; Cass. 20693/2016; Cass.21579/2013; Cass. 21466/2013). Secondo la giurisprudenza di legittimità, la particolare…

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Contratti bancari e disconoscimento di firma

Nel contenzioso bancario talora è sollevata dalla clientela l’eccezione di apocrifia delle firme apposte in calce al contratto di finanziamento ed ai moduli allegati (con contestuale richiesta di consulenza tecnica grafologica). Parte della giurisprudenza di merito (Trib. Lecce 14.6.2017; Trib. Lecce 1.8.2016; Trib. Pordenone 19.8.2009) non ritiene meritevole di accoglimento una siffatta eccezione sulla base della pregressa condotta tenuta dal cliente, ossia quando questi non abbia mai disconosciuto né l’avvenuto finanziamento, né i pagamenti effettuati e soprattutto, prima dell’avvio delle azioni giudiziali da parte della banca, non abbia sconfessato la firma apposta sui documenti. In altri termini, il disconoscimento della firma è stimato inammissibile, poiché comportamento incompatibile con quello tenuto durante l’esecuzione del contratto di finanziamento. Le decisioni sopra indicate…

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Cartolarizzazione dei crediti e carenza di legittimazione passiva della banca cedente

Secondo parte della giurisprudenza di merito, devono essere rigettate le domande formulate nei confronti della banca cedente nell’ambito di una operazione di cartolarizzazione dei crediti ex artt. 1 e 4 della Legge n. 130 del 30 aprile 1999 e art. 58 TUB (cessione di rapporti giuridici): sull’opponibilità delle eccezioni al solo cessionario, se regolarmente realizzati gli adempimenti pubblicitari ex l. 130/1999, cfr. Trib. Milano 12.1.2016; Trib. Pavia 12.10.2016; Trib. Napoli Nord 10.11.2016; Trib. Rieti 18.4.2017. Gli argomenti delle pronunce suddette sono, a grandi linee, sintetizzabili come segue: – l’art. 58 TUB consente la cessione a banche (nonché ai soggetti, diversi dalle banche, inclusi nell’ambito della vigilanza consolidata ai sensi degli articoli 65 e 109 TUB e in favore degli intermediari…

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Contratto autonomo di garanzia

Mentre il fideiussore è un ‘vicario’ del debitore, l’obbligazione del garante autonomo si pone in via del tutto autonoma rispetto all’obbligo primario di prestazione, essendo qualitativamente diversa da quella garantita, perché non necessariamente sovrapponibile ad essa e non rivolta all’adempimento del debito principale, bensì ad indennizzare il creditore insoddisfatto mediante il tempestivo versamento di una somma di denaro predeterminata, sostitutiva della mancata o inesatta prestazione del debitore. Con la sentenza 18 febbraio 2010, n. 3947, le Sezioni Unite della Cassazione hanno operato una estensione sul piano interpretativo delle garanzie autonome – componendo il contrasto giurisprudenziale sorto circa l’idoneità o no della clausola di pagamento “a semplice richiesta” o “a prima richiesta” a determinare la trasformazione della fideiussione in contratto autonomo…

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Usura sopravvenuta: la decisione delle Sezioni Unite

Le Sezioni Unite della Cassazione hanno risolto un contrasto giurisprudenziale relativo all’applicabilità o no della normativa antiusura (L. 108/1996) ai contratti di mutuo stipulati prima dell’entrata in vigore di quest’ultima. Il problema della c.d. ‘usura sopravvenuta’ riguarda i finanziamenti (sopratutto a tasso fisso) stipulati prima dell’entrata in vigore della L. 108/1996 (ma anche i finanziamenti stipulati successivamente), in cui gli interessi originariamente pattuiti nell’ambito del tasso-soglia, a seguito della sopraggiunta modifica del limite di usurarietà, si attestano al di sopra dello stesso. Come risaputo, in seno alla giurisprudenza di legittimità sono maturati, al riguardo, due contrastanti indirizzi. Un primo orientamento (Cass. 26/06/2001, n. 8742; Cass. 24/09/2002, n. 13868; Cass. 13/12/2002, n. 17813; Cass. 25/03/2003, n. 4380; Cass. 08/03/2005, n. 5004;…

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Contratti bancari: validità della convenzione relativa agli interessi

Come noto, l’art. 117, comma 4, del Testo unico bancario prevede che: “I contratti indicano il tasso d’interesse e ogni altro prezzo e condizione praticati, inclusi, per i contratti di credito, gli eventuali maggiori oneri in caso di mora“. L’elaborazione giurisprudenziale di legittimità ha stabilito, al riguardo, che in tema di contratti di mutuo, perché una convenzione relativa agli interessi sia validamente stipulata ai sensi dell’art. 1284, comma 3, c.c. (norma imperativa), la stessa deve avere un contenuto assolutamente univoco e contenere la puntuale specificazione del tasso di interesse; ove il tasso convenuto sia variabile, è idoneo ai fini della sua precisa individuazione il riferimento a parametri fissati su scala nazionale alla stregua di accordi interbancari, mentre non sono sufficienti…

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Fideiussione: garante e qualifica del debitore principale

Secondo un primo orientamento giurisprudenziale, quando un soggetto presta fideiussione per un debitore non consumatore è da considerarsi a sua volta “non consumatore”, poiché la fideiussione è negozio tipicamente accessorio e quindi la qualifica soggettiva del garante sarebbe attratta dalla qualità del debitore principale. La tesi del professionista “di rimbalzo” è stata formulata dalla Corte di Giustizia CE nella sentenza “Dietzinger” (Corte di Giustizia CE, 17.3.1998, C-45/96). La giurisprudenza italiana si è costantemente orientata in senso conforme alla tesi del professionista “di rimbalzo”, ribadendo che “la qualità del debitore principale attrae quella del fideiussore ai fini della individuazione del soggetto che deve rivestire la qualità di consumatore” (Cass. 13.5.2005, n. 10107; Cass. 13.6.2006, n. 13643, Cass. 12.11.2008, n. 27005; Cass….

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Banca e cliente: distribuzione degli oneri probatori

Gli aspetti inerenti alla distribuzione degli oneri probatori è di perdurante interesse per gli operatori del diritto bancario. Punto di partenza è il principio dispositivo della prova, desumibile dal combinato disposto di cui agli artt. 2697 c.c. e 115 c.p.c., secondo cui coloro i quali intendono far valere un proprio diritto in giudizio, devono provare i fatti che ne costituiscono il fondamento: onus probandi incumbit ei qui dicit, non ei qui negat. Tale principio, costituendo l’architrave dell’intero sistema processuale, non può soffrire deroghe se non nei casi espressamente previsti dalla legge, con la conseguenza che il Giudice non può porre a fondamento della propria decisione circostanze che non siano state provate da chi intenda avvalersene. La giurisprudenza di legittimità, nella…

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Sull’utilizzabilità degli estratti conto acquisiti in corso di causa

Si segnala una recentissima ordinanza della Cassazione n. 21472 del 15 settembre 2017 relativa alla utilizzabilità degli estratti conto acquisiti in corso di causa. La questione affrontata dalla Suprema Corte atteneva ad una eccezione relativa alla tardiva produzione dei documenti posti a fondamento della domanda, perché effettuata dalla società ricorrente soltanto nel corso dell’espletamento della consulenza tecnica. Il ragionamento della Cassazione si sviluppa secondo i seguenti passaggi logico-giuridici: – occorre allora innanzitutto precisare che non si verte in materia di una mera azione di ripetizione dell’indebito, bensì di un’azione di rendiconto; – è vero che l’esibizione di documenti non può essere chiesta, ai sensi dell’art. 210 c.p.c., a fini meramente esplorativi, allorquando neppure la parte istante deduca elementi sulla effettiva…

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