Diritto Bancario

Azione di accertamento negativo e c/c aperto

In giurisprudenza (Cass. n. 798/2013; Cass. n. 5919/2016; App. Lecce 13.11.2015; App. Milano 20.7.2017; di recente, Trib. Paola 10.2.2018) appare consolidato il convincimento secondo cui se il c/c è ancora aperto, il cliente ha comunque titolo e interesse a proporre azione di accertamento negativo, intesa a ottenere: a) la dichiarazione di nullità delle clausole contrattuali (che prevedano, ad es., diversa periodicità di chiusura al fine di liquidare le competenze, l’applicazione di interessi anatocistici o eccedenti il tasso-soglia e simili); b) l’accertamento delle somme addebitate dalla banca (a titolo di interesse, commissioni e spese) in base alla clausola nulla o comunque in difetto di una conforme previsione contrattuale; c) infine, lo storno dell’annotazione indebita, col conseguente ricalcolo dei rapporti di dare-avere….

Continua a leggere...

Sulla forma scritta dell’apertura di credito

La Cassazione, in conformità all’art. 117, comma 2, TUB, ha ritenuto legittime le disposizioni secondo cui il contratto di apertura di credito, qualora risulti già previsto e disciplinato da un contratto di conto corrente stipulato per iscritto, non deve, a sua volta, essere stipulato per iscritto, a pena di nullità (Cass. n. 27836/2017; Cass. n. 14470/2005). Resta inteso che tale principio deve essere correttamente inteso perché, «l’intento di agevolare “particolari modalità della contrattazione” non (può) comportare – in una equilibrata visione degli interessi in campo (…) – una “radicale” soppressione della forma scritta, ma solo una relativa attenuazione della stessa che, in particolare, salvaguardi (…) la necessaria indicazione delle condizioni economiche del contratto ospitato» (Cass. n. 9068/2017; Cass. n. 7763/2017)….

Continua a leggere...

Rimesse solutorie: ammissibile l’eccezione di prescrizione generica

La Cassazione, con l’ordinanza n. 18581 del 2017, è tornata ad occuparsi dell’eccezione di prescrizione delle rimesse solutorie. A fronte della comprovata esistenza di un contratto di conto corrente assistito da apertura di credito, la natura ripristinatoria o solutoria dei singoli versamenti emerge dagli estratti conto che il correntista, attore nell’azione di ripetizione, ha l’onere di produrre in giudizio. In un quadro processuale definito dalla presenza degli estratti conto, secondo  la Cassazione non compete alla banca convenuta fornire specifica indicazione delle rimesse solutorie cui è applicabile la prescrizione: “un tale incombente è estraneo alla disciplina positiva dell’eccezione in esame“. Una volta che la parte convenuta abbia formulato la propria eccezione di prescrizione, compete al giudice verificare quali rimesse, per essere…

Continua a leggere...

Appunti giurisprudenziali sull’ISC nei mutui

Il c.d. ISC (indicatore sintetico di costo) non è un tasso propriamente inteso, quanto piuttosto un indicatore sintetico del costo complessivo del finanziamento, avente lo scopo di consentire al cliente di conoscere l’effettivo costo totale del credito, prima di accedervi (Trib. Salerno 31.1.2017 e 5.6.2017; Trib. Mantova 2.5.2017: ISC ‘informativa precontrattuale; Trib. Bergamo 25.7.2017 e 9.9.2017; Trib. Bologna 29.9.2017: ISC regola di comportamento, no di validità, avente valenza informativa). Secondo la giurisprudenza prevalente, la sua eventuale erronea indicazione non comporta, di per sé, una maggiore onerosità del finanziamento, quanto piuttosto un’erronea rappresentazione del suo costo complessivo (ABF 4593/2016; ABF 3492/2017; Trib. Roma 19.4.2017; Trib. Bari 7.6.2017), senza che risultino inficiate le pattuizioni relative ai tassi di interesse, se correttamente esplicitate…

Continua a leggere...

Sezioni Unite n. 898/2018: valido il contratto ‘monofirma’

Le Sezioni Unite della Cassazione, con decisione del 16 gennaio 2018, n. 898, hanno stabilito che il requisito della forma scritta del contratto di investimento non esige, oltre alla sottoscrizione dell’investitore, anche la sottoscrizione ad substantiam dell’intermediario. Il principio di diritto enunciato è il seguente: “Il requisito della forma scritta del contratto-quadro relativo ai servizi di investimento, disposto dall’art.23 del d.lgs. 24/2/1998, n. 58, è rispettato ove sia redatto il contratto per iscritto e ne venga consegnata una copia al cliente, ed è sufficiente la sola sottoscrizione dell’investitore, non necessitando la sottoscrizione anche dell’intermediario, il cui consenso ben si può desumere alla stregua di comportamenti concludenti dallo stesso tenuti“. Di seguito uno stralcio delle argomentazioni giuridiche poste a fondamento della…

Continua a leggere...

Bankitalia: nuove rilevazioni statistiche interessi di mora

Sulla Gazzetta Ufficiale del 30 dicembre 2017 n. 303 è stato pubblicato il consueto  decreto di rilevazione dei tassi effettivi globali medi ai sensi della legge sull’usura, periodo di rilevazione 1º luglio – 30 settembre 2017, applicazione dal 1° gennaio al 31 marzo 2018 (Decreto 21 dicembre 2017). Rispetto al passato, l’attuale rilevazione prevede una nuova specifica riguardo agli interessi di mora. Ribadito che i tassi effettivi globali medi di cui all’art. 1, comma 1, del suddetto decreto non sono comprensivi degli interessi di mora contrattualmente previsti per i casi di ritardato pagamento, nel decreto è indicato che “secondo l’ultima rilevazione statistica condotta dalla Banca d’Italia d’intesa con il Ministero dell’economia e delle finanze, i tassi di mora pattuiti presentano,…

Continua a leggere...

Recesso dall’apertura di credito in c/c

In tema di recesso dal contratto di apertura di credito in conto corrente, la giurisprudenza di legittimità ha chiarito che “nel contratto di apertura di credito bancario a tempo indeterminato, il termine previsto per il preavviso di recesso dall’art. 1845 c.c. può essere convenzionalmente stabilito dalle parti e – anteriormente alla introduzione della disciplina sui contratti del consumatore, avvenuta ad opera dell’art. 25 l. 6 febbraio 1996 n. 52 – può essere fissato in un solo giorno, salvo il rispetto della buona fede “in executivis” (Cass. 21/02/2003, n. 2642; conf. Cass. n. 4538/1997; Cass. n. 11566/1993; Cass. n. 9307/1994; per la giurisprudenza di merito, Trib. Cassino 24.05.2014; Trib. Benevento 25.5.2017). In altri termini, stabilita la legittimità della clausola con cui…

Continua a leggere...

La Cassazione sugli oneri probatori del correntista-attore

Una recente ordinanza della Suprema Corte (Cass. 4 dicembre 2017 n. 28945), offre lo spunto per ripercorrere alcuni punti fermi della giurisprudenza di legittimità in tema di oneri probatori del correntista-attore: – in caso di domanda di ripetizione di indebito oggettivo l’onere della prova grava sul creditore istante, il quale è tenuto a provare i fatti costitutivi della sua pretesa, e quindi sia l’avvenuto pagamento, sia la mancanza di una causa che lo giustifichi (Cass. 13 novembre 2003, n. 17146; sull’onere di provare l’inesistenza di una causa giustificativa del pagamento, cfr. pure, ad es.: Cass. 14 maggio 2012, n. 7501; Cass. 10 novembre 2010, n. 22872; Cass. 9 febbraio, n. 2903; Cass. 17 marzo 2006, n. 5896); – spetta dunque…

Continua a leggere...

Polizze assicurative connesse al finanziamento

Una recente decisione del Collegio di Coordinamento dell’ABF (n. 10621 del 12 settembre 2017) ha operato una interessante ricognizione dei requisiti di obbligatorietà o facoltatività delle polizze assicurative abitualmente connesse ai finanziamenti (indipendentemente dalla qualificazione formale che ha ricevuto la polizza), anche ai fini e per gli effetti dell’art. 121 TUB. Come noto, la stipulazione di una polizza assicurativa può incidere sulle condizioni del contratto di finanziamento ogni qual volta sia idonea ad incidere ex ante – eliminandolo o riducendolo – sul rischio di solvibilità del cliente sopportato dal finanziatore. Di seguito  sono indicati gli aspetti salienti della decisione del Collegio di Coordinamento dell’ABF n. 10621/2017: – in presenza di un contratto di finanziamento nel quale le parti hanno indicato…

Continua a leggere...

La Legge n. 3/2012 sul sovraindebitamento (c.d. legge ‘salva suicidi’)

La L. 3/2012, invero poco conosciuta e utilizzata, stabilisce che, al fine di porre rimedio alle situazioni di  sovraindebitamento non soggette nè assoggettabili a procedure concorsuali (diverse da quelle regolate dalla predetta legge), è consentito al debitore concludere un accordo con i creditori nell’ambito della procedura di composizione della crisi. Per  ‘sovraindebitamento’ si intende la situazione di “perdurante squilibrio tra le obbligazioni assunte e il patrimonio prontamente liquidabile per farvi fronte, che determina la rilevante  difficoltà di  adempiere  le  proprie   obbligazioni,   ovvero   la   definitiva incapacità di adempierle regolarmente” (art. 6 L. 3/2012). L’art. 7 della L. 3/2012 detta le condizioni di ammissibilità del beneficio. In sostanza, il debitore in stato di sovraindebitamento può proporre ai creditori, con l’ausilio degli Organismi…

Continua a leggere...