Diritto Bancario

Piani di rientro e ricognizione di debito nel contenzioso bancario

Nella prassi i rapporti banca/cliente sono anche regolati da piani di rientro (rateizzazione del debito) e ricognizioni di debito (dichiarazioni unilaterali recettizie confermative di un preesistente rapporto fondamentale). Secondo la giurisprudenza di legittimità (Cass. n. 20689/2016; Cass. n. 25544/2018; Cass. n. 22588/2020; da ultimo Cass. n. 2855/2022) la ricognizione di debito non costituisce autonoma fonte di obbligazione, ma ha solo effetto confermativo di un preesistente rapporto fondamentale, determinando, ex art. 1988 c.c., un’astrazione meramente processuale della “causa debendi“, da cui deriva una semplice “relevatio ab onere probandi” che dispensa il destinatario della dichiarazione dall’onere di provare quel rapporto, che si presume fino a prova contraria, ma dalla cui esistenza o validità non può prescindersi sotto il profilo sostanziale, venendo, così,…

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Collegamento negoziale tra mutuo fondiario e rapporti di conto corrente da estinguere

Ricorre un collegamento negoziale «ove più contratti autonomi, ciascuno caratterizzato dalla propria causa, formino oggetto di stipulazioni coordinate, nell’intenzione delle parti, alla realizzazione di uno scopo pratico unitario, costituito, di norma, dall’agevolare la realizzazione della funzione economico-sociale dell’un d’essi » (Cass., Sez. Un., 27.3.2008, n. 7930). Le parti, nell’esercizio della loro autonomia contrattuale, possono dar vita, con uno o più atti, a diversi e distinti contratti che, pur conservando l’individualità propria di ciascun tipo negoziale e pur rimanendo sottoposti alla relativa disciplina, vengono tuttavia collegati tra loro, in funzione del risultato concreto unitariamente perseguito, con rapporto di reciproca dipendenza, in modo che le vicende dell’uno si ripercuotono sull’altro o sugli altri, condizionandone non solo l’esecuzione ma anche la validità; in definitiva,…

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I tempi di conservazione del contratto di finanziamento da parte della banca

Riguardo ai tempi di conservazione del contratto di finanziamento da parte dell’intermediario creditizio non vi è uniformità di vedute. Secondo parte della giurisprudenza di merito (Trib. Taranto 17.9.2015; Trib. Sassari 21.12.2015; Trib. Roma 10.4.2015; Trib. Milano 14.2.2017; Trib. La Spezia 18.4.2018; Trib. Lagonegro 13.1.2020; Trib. Chieti 11.9.2020; App. Milano 19.11.2021), la banca è obbligata alla conservazione del contratto soltanto per dieci anni (ex art. 119 TUB) e successivamente non è consentito al giudice pronunciare l’inesistenza del contratto. In particolare, è osservato che l’art. 119 TUB prevede a carico della banca un obbligo che ha il suo fondamento in esigenze di tutela della clientela e nella professionalità propria della banca. Ciò non esclude che tale obbligo debba essere contenuto entro convenienti…

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La domanda di accertamento negativo del credito vantato dalla banca

La domanda di accertamento negativo del credito, che presuppone la verifica della insussistenza della causa debendi (nullità clausole contrattuali), è abitualmente strumentale alla domanda di ripetizione ex art. 2033 c.c. degli importi (perlopiù interessi) illegittimamente addebitati dalla banca (Cass. n. 7501/2012; Cass. 13.11.2003, n. 1146; Cass. 10.11.2010, n. 22872) ma può essere utilmente avanzata anche autonomamente. Questa azione condivide con l’azione di ripetizione di indebito, infatti, un nucleo di fatti comune (addebito in c/c in base a patto nullo oppure in mancanza di patto), il quale esaurisce il contenuto dell’accertamento negativo e costituisce parte del più ampio thema decidendum dell’azione di ripetizione. Soltanto per agire in ripetizione il cliente ha l’onere di allegare e provare non solo l’indebito, ma anche…

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Inosservanza della forma scritta (art. 117, comma 3, TUB)

A norma dell’art. 117, comma 1, TUB, i contratti bancari «sono redatti per iscritto e un esemplare è consegnato al cliente». Il carattere necessariamente formale dei contratti bancari è finalizzato a meglio tutelare i clienti, anche garantendo la completezza dell’informazione loro dovuta in ordine al contenuto delle singole clausole di cui il contratto si compone (Cass. n. 16671/2012). A tale scopo, la forma scritta realizza una triplice funzione a beneficio della clientela bancaria: protettiva, informativa (“responsabilizzazione del consenso”) e di certezza dell’atto sottoscritto. In caso di inosservanza della forma prescritta il contratto di finanziamento è nullo (art. 117, comma 3, TUB); la nullità “di protezione” può essere fatta valere solo dal cliente o dal giudice (in quest’ultimo caso se “favorevole”…

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Oneri probatori del correntista attore in ripetizione

Il correntista, attore in ripetizione, deve produrre in giudizio 1) il contratto di finanziamento di cui intende far valere, in tutto o in parte, l’invalidità; 2) la sequenza completa degli estratti conto, idonei a ricostruire il credito risultante a suo favore (Cass. n. 500/2017; Cass. n. 20693/2016; Cass. n. 9201/2015; Cass. n. 2072/2014; Cass. n. 21466/2013). In mancanza della documentazione contabile integrale, il credito del correntista è abitualmente ricalcolato partendo dal primo estratto conto disponibile (ex multis Cass. n. 31667/2019; Cass. n. 30822/2018; Cass. n. 33321/2018) La giurisprudenza di legittimità ha reiteratamente ribadito il principio per cui il correntista che agisca in giudizio per la restituzione di quanto indebitamente riscosso dalla banca ha l’onere di dimostrare, nella sua precisa entità,…

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Procedura di liquidazione del patrimonio del fideiussore ex art. 14-ter l. n. 3/2012, mancate istanze del creditore ed estinzione della fideiussione

Tribunale di Brescia, 16 novembre 2021, Giudice Pernigotto Parole chiave Fideiussione – Estinzione della fideiussione – Scadenza dell’obbligazione principale – Mancata proposizione di istanze – Decadenza – Effetti sulla procedura di liquidazione del patrimonio Massima Nell’ambito di un procedimento di liquidazione del patrimonio di un debitore che ha rilasciato fideiussione, nel caso in cui la banca garantita da fideiussione non abbia proposto le proprie istanze contro il debitore principale nel termine di sei mesi come previsto dall’art. 1957 c.c., il fideiussore è liberato dall’obbligazione fideiussoria, con la conseguenza che la banca creditrice non può partecipare alla procedura di liquidazione del patrimonio del debitore-fideiussore.  Disposizioni applicate Art. 14-ter l. 27 gennaio 2012, n. 3 (liquidazione dei beni), art. 1957 c.c. (scadenza…

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L’esenzione dalla revocatoria fallimentare delle operazioni di credito fondiario

Il c.d. “consolidamento abbreviato” dell’ipoteca, privilegio che ha sempre caratterizzato le operazioni di credito fondiario (v. art. 18 del r.d. n. 646 del 1905), è confermato dal quarto comma dell’art. 39 TUB, secondo cui le ipoteche (anche concesse da terzi) iscritte a garanzia del rimborso di un finanziamento fondiario non sono assoggettate a revocatoria fallimentare quando siano state iscritte dieci giorni prima della pubblicazione della sentenza dichiarativa di fallimento. Resta inteso che il fallimento del mutuatario dopo poco tempo dall’iscrizione ipotecaria (anche consolidata) potrebbe rendere “attaccabile” l’ipoteca fondiaria per concessione abusiva del credito (ossia concessione di credito a soggetto finanziariamente non meritevole), dovendo l’attività creditizia operare nel perimetro delineato dagli artt. 41 e 47 Cost. nonché 1175, 1366 e 1375…

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Il pignoramento del saldo del rapporto in conto corrente

Una recente sentenza della Cassazione (Cass. 23 novembre 2021, n. 36066) ha operato una esaustiva ricognizione di tematiche inerenti al pignoramento del saldo del rapporto in conto corrente, di seguito sintetizzate. Non è autonomamente pignorabile, in sé, la mera disponibilità derivante al correntista in virtù del contratto di apertura dì credito bancario. Con riguardo al rapporto di conto corrente bancario, è d’altra parte pignorabile in danno del correntista solo il saldo attivo del rapporto, non le singole rimesse che affluiscono sullo stesso: se al momento del pignoramento il saldo del rapporto in conto corrente è negativo, le eventuali successive rimesse a favore del correntista non determineranno necessariamente l’esistenza di un credito pignorabile, se non nella misura in cui esse siano…

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La necessità di una valutazione della complessiva situazione finanziaria ai fini della segnalazione in “sofferenza” presso la Centrale dei rischi

Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, 30 giugno 2021, Giudice relatore Di Sano Parole chiave Banca d’Italia – Centrale dei rischi – Segnalazione in sofferenza – Valutazione complessiva Massima In tema di segnalazione presso la Centrale dei rischi di Banca d’Italia nella categoria “sofferenza”, laddove la segnalazione riguardi un’esposizione debitoria di pochi euro nonché il mancato pagamento di due sole rate di un finanziamento, una valutazione complessiva della situazione del debitore può condurre a ritenere che non si versi in una condizione di sofferenza vera e propria, assimilabile all’insolvenza. Disposizioni applicate Banca d’Italia, Circolare n. 139 dell’11 febbraio 1991, art. 700 c.p.c. CASO Due persone vengono segnalate a sofferenza nella Centrale dei rischi di Banca d’Italia. Ritenendo che la segnalazione…

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