Diritto Bancario

Art. 58, comma 3, TUB e contratto autonomo di garanzia

L’art. 58 TUB (Cessione di rapporti giuridici) prevede, al terzo comma, che “I privilegi e le garanzie di qualsiasi tipo, da chiunque prestati o comunque esistenti a favore del cedente, nonché le trascrizioni nei pubblici registri degli atti di acquisto dei beni oggetto di locazione finanziaria compresi nella cessione conservano la loro validità e il loro grado a favore del cessionario, senza bisogno di alcuna formalità o annotazione”. Secondo parte della giurisprudenza le garanzie che si trasmettono ai sensi dell’art. 58 TUB sono soltanto quelle tipiche (e accessorie) previste dal codice civile (ad es. fideiussione e ipoteca), tra cui non rientrano la lettera di patronage e il contratto autonomo di garanzia: la sicura autonomia del patronage rispetto al rapporto garantito…

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Preavviso di imminente registrazione nelle banche dati gestite dai SIC

L’art. 125, comma 3, TUB prevede l’obbligo di preventiva informazione del consumatore, in via autonoma o anche unitamente all’invio di solleciti di pagamento, a fronte della prima segnalazione a una banca dati di « informazioni negative », così come analogamente previsto dall’art. 4, comma 7 (ratione temporis vigente) del Codice di deontologia e di buona condotta per i sistemi informativi gestiti da soggetti privati del 2004: « al verificarsi di ritardi nei pagamenti, il partecipante, anche unitamente all’invio di solleciti o di altre comunicazioni, avverte l’interessato circa l’imminente registrazione dei dati in uno o più sistemi di informazioni creditizie ». Prima di procedere alla segnalazione relativa al primo ritardo nei rimborsi l’intermediario ha dunque il dovere di avvisare preventivamente l’interessato che può evitare l’iscrizione…

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Art. 1957 c.c. e contratto autonomo di garanzia: oscillazioni giurisprudenziali

Una recente ordinanza della Cassazione del 23 maggio 2022 n. 16636 si è soffermata sulle oscillazioni giurisprudenziali relative all’applicabilità della disciplina dell’art. 1957 c.c. al contratto di garanzia contenente una clausola di pagamento «a prima richiesta e senza eccezioni». Come noto, secondo le Sezioni Unite n. 3947/2010 al contratto autonomo di garanzia, in difetto di diversa previsione da parte dei contraenti, non si applica la norma dell’art. 1957 c.c., sull’onere del creditore garantito di far valere tempestivamente le sue ragioni nei confronti del debitore principale, poiché tale disposizione, collegata al carattere accessorio dell’obbligazione fideiussoria, instaura un collegamento necessario e ineludibile tra la scadenza dell’obbligazione di garanzia e quella dell’obbligazione principale, e come tale rientra tra quelle su cui si fonda…

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Contenzioso bancario e principio di vicinanza della prova

In una recente decisione la Cassazione (ordinanza dell’11 maggio 2022 n. 15033) è tornata ad occuparsi dell’applicazione del c.d. principio di vicinanza della prova alle controversie bancarie. Occorre ricordare che in tema di ripetizione di indebito opera il normale principio dell’onere della prova a carico dell’attore il quale è tenuto a dimostrare sia l’avvenuto pagamento sia la mancanza di una causa che lo giustifichi (Cass. 27 novembre 2018, n. 30713; con specifico riguardo alla ripetizione in materia di conto corrente bancario: Cass. 23 ottobre 2017, n. 24948). Tale ‘regola’ trova applicazione anche ove si faccia questione dell’obbligazione restitutoria dipendente dalla (asserita) nullità di singole clausole contrattuali: infatti, chi allega di avere effettuato un pagamento dovuto solo in parte, e proponga…

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Contratto di apertura di credito e titolo esecutivo

Il contratto di apertura di credito stipulato per atto pubblico, anche se notificato in forma esecutiva, non è un idoneo titolo esecutivo ex art. 474 c.p.c. perché il debito nasce non con la messa a disposizione della somma ma con la sua diretta utilizzazione da parte del debitore (non risultante dall’atto) (Cass. n. 41791/2021; Cass. n. 20618/2021, che richiama i precedenti di Cass. n. 18182/2004 e Cass. n. 1688/1973). Con il contratto di apertura di credito, infatti, l’istituto bancario si limita a mettere a disposizione del cliente una determinata somma di denaro (art. 1842 c.c.), con la conseguenza che il credito della banca avente ad oggetto la restituzione delle somme erogate al cliente non sorge direttamente dal contratto, ma deriva…

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Polizza assicurativa stipulata contestualmente ad un contratto di finanziamento

Una recente decisione del Collegio di Coordinamento dell’ABF (n. 4657 del 21 marzo 2022) ha affrontato la annosa questione della natura di una polizza assicurativa stipulata contestualmente ad un contratto di finanziamento; da tale qualificazione dipende, infatti, la obbligatorietà o facoltatività della medesima, con rilevanti conseguenze qualora questa, nella prima ipotesi, non fosse stata inserita tra i costi utili a determinare il TEG. In argomento, il Collegio di Coordinamento nn. 249 e 250 del 2018, in linea con quanto stabilito da Cass. n. 8806/2027, ha stabilito il principio per cui ogni volta che, in sede di erogazione di un finanziamento, viene stipulata una polizza assicurativa, la riscontrata “contestualità” dà luogo a una presunzione iuris tantum di “collegamento”; tale presunzione, tuttavia,…

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La clausola floor nell’elaborazione giurisprudenziale

La clausola c.d. floor stabilisce un limite percentuale del tasso di interesse necessariamente dovuto dal cliente in pendenza del rapporto. Le contestazioni relative alla pretesa invalidità della clausola floor inserita in contratto concernono di regola la sua asserita natura vessatoria nonché la qualificazione della stessa quale derivato finanziario implicito. Di seguito sono sinteticamente illustrate le argomentazioni con cui la giurisprudenza maggioritaria esclude profili di invalidità del tasso ‘pavimento’ (ex multis App. Bologna 28.10.2021; Trib. Sondrio 12.6.2020; App. Brescia 29.4.2020; Trib. Pordenone 24.4.2020; Trib. Treviso 12.3.2019; Trib. Rovereto 19.12.2020). Sotto il primo profilo, la vessatorietà appare esclusa dall’art. 1341, comma 2 c.c., che contiene un elenco tassativo di clausole vessatorie (limitazioni di responsabilità, facoltà di recedere dal contratto o di sospenderne…

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La richiesta della documentazione bancaria ex art. 119, comma 4, TUB

La giurisprudenza di legittimità per lungo tempo ha affermato che il potere del correntista di chiedere alla banca la produzione della documentazione relativa al rapporto di conto corrente può essere esercitato, ai sensi del comma 4 dell’art. 119 TUB, anche in corso di causa e a mezzo di qualunque modo si mostri idoneo allo scopo (ad es. ex art. 210 c.p.c.) (così Cass. n. 11554/2017; conf. Cass. n. 3875/2019; Cass. n. 14231/2019; Cass. n. 6975/2020; Cass. n. 24181/2020; Cass. n. 25158/2020) Tale impostazione appare ora rimeditata da Cass. n. 24641/2021 (conf. Cass. n. 4028/2022; Cass. n. 7874/2022) che, in esito ad uno stringente percorso argomentativo, ha enunciato il seguente (nuovo) principio di diritto « il diritto spettante al cliente, a…

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Conseguenze dell’omessa o inesatta pattuizione di interessi, prezzi e condizioni

A norma dell’art. 117 TUB i contratti devono indicare il tasso d’interesse e ogni altro prezzo e condizione praticati, inclusi, per i contratti di credito, gli eventuali maggiori oneri in caso di mora (comma 4); sono nulle e si considerano non apposte le clausole contrattuali di rinvio agli usi per la determinazione dei tassi di interesse e di ogni altro prezzo e condizione praticati nonché quelle che prevedono tassi, prezzi e condizioni più sfavorevoli per i clienti di quelli pubblicizzati (comma 6). In caso di inosservanza delle predette disposizioni, il settimo comma dell’art. 117 TUB stabilisce testualmente che si applicano: a) il tasso nominale minimo e quello massimo, rispettivamente per le operazioni attive e per quelle passive, dei buoni ordinari…

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Il decesso del correntista nelle decisioni dell’ABF

La Cassazione n. 25943/2011 definisce il conto corrente bancario (o di corrispondenza) come un rapporto caratterizzato dall’esplicazione di un servizio di cassa, in relazione alle operazioni di pagamento o di riscossione di somme da effettuarsi, a qualsiasi titolo, per conto del cliente; la disponibilità sul conto può essere costituita con versamento di somme, con accrediti sul conto od anche con intervento da parte della banca – che può assumere il carattere di un’apertura di credito in senso proprio o di una concessione temporanea di credito – il quale costituisce, nella complessità del rapporto, una prestazione accessoria rispetto a quella principale di mandato, non eccedente dai relativi limiti, né contraria ai principi di correttezza e buona fede. Dibattuto è se l’apertura…

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