FAMIGLIA E SUCCESSIONE

Si consolida l’interpretazione che consente l’assegno di mantenimento e divorzile nel procedimento dinanzi al Sindaco

Con l’art. 12 del d.l. n.132 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla l. 10 novembre 2014, n. 162, il legislatore ha introdotto il procedimento su accordo delle parti dinanzi all’ufficiale dello stato civile per la separazione, il divorzio e le modificazioni delle relative condizioni. Il 3° comma di tale norma vieta l’inserimento nell’accordo di “patti di trasferimento patrimoniale”. L’espressione ha dato luogo a due diverse interpretazioni, l’una comprendendo nel divieto anche l’assegno periodico di mantenimento o divorzile, l’altra escludendolo. Un recentissimo intervento del Consiglio di Stato, nell’ottica di favorire l’utilizzo del modulo stragiudiziale, ha avallato la seconda interpretazione. Il d.l. n. 132 del 2 settembre 2014, recante «Misure urgenti di degiurisdzionalizzazione ed interventi per la definizione dell’arretrato in materia di…

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La tassazione delle liberalità indirette

Nel caso di liberalità indiretta collegata ad atti concernenti il trasferimento di diritti immobiliari, la donazione è esente da imposta di donazione, ai sensi dell’articolo 1, comma 4-bis, D.Lgs. 346/1990, solo nel caso di espressa dichiarazione contenuta nell’atto di donazione. Questo è il principio enunciato dalla Corte di Cassazione nella sentenza n. 13133 del 24 giugno 2016, secondo cui, per essere esente da imposta, la donazione indiretta deve essere espressamente menzionata nel contratto di compravendita cui la liberalità indiretta è collegata, ciò ai sensi dell’articolo 1, comma 4-bis D.Lgs. 346/1990 secondo cui “ferma restando l’applicazione dell’imposta anche alle liberalità indirette risultanti da atti soggetti a registrazione, l’imposta non si applica nei casi di donazioni o di altre liberalità collegate ad atti concernenti il trasferimento o la costituzione di diritti…

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Le quote societarie in regime di comunione legale

La tassazione dei redditi dei beni che formano oggetto della comunione legale dei coniugi è un tema che genera molte incertezze interpretative in ambito tributario, in quanto le definizioni normativamente attribuite agli acquisti, ai frutti e ai proventi di cui agli articoli 177 e 179 cod. civ. non consentono l’immediato collegamento con l’articolo 4, comma 1, lett. a), del Tuir, che parla di “beni che formano oggetto della comunione” rinviando genericamente agli articoli 177 e seguenti del codice civile. Più in particolare, ai sensi dell’articolo 4, comma 1, lett. a), del Tuir “i redditi dei beni che formano oggetto della comunione legale di cui agli articoli 177 e seguenti del codice civile sono imputati a ciascuno dei coniugi per metà del loro ammontare netto o per…

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La trasmissibilità dei rapporti contrattuali facenti capo al de cuius

Il titolo I, libro secondo, codice civile regolamenta la successione mortis causa della proprietà e di altri diritti sui beni mobili e immobili. Nulla però è previsto in merito alla regola della trasmissibilità agli eredi dei rapporti giuridici patrimoniali facenti capo al de cuius. Tale principio di trasmissibilità può essere evinto dal combinato disposto degli articoli 460 e 490 codice civile; infatti, il primo riconosce al chiamato all’eredità il potere di compiere atti di amministrazione temporanea lasciando in questo modo intendere, indirettamente, che la successione possa comprendere anche rapporti contrattuali; mentre il secondo utilizza il termine “patrimonio” per evidenziare l’insieme delle situazioni soggettive, comprese quelle di natura contrattuale, facenti capo al soggetto. Inoltre, in materia di contratti, il codice civile (si vedano gli articoli 1614, 1627, 1674, 1722, 1811 e…

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Assegni di mantenimento: problemi tra netto e lordo

  Sovente, in occasione delle separazioni tra coniugi, viene previsto l’obbligo di corrispondere (dall’uno all’altro) un determinato “assegno” con finalità specifica di mantenimento del beneficiario, diversa ed autonoma rispetto all’eventuale assegno per il mantenimento dei figli. Tale situazione determina spesso problemi di natura tributaria: in capo al soggetto erogante, al fine di determinare la corretta misura dell’onere ammesso in deduzione dal reddito imponibile (secondo il criterio di cassa); in capo al soggetto beneficiario, al fine di determinare la corretta misura dell’imponibile del reddito (assimilato a quello di lavoro dipendente) da tassare secondo il criterio di cassa. In linea di principio non sembrano esserci delle grandi difficoltà, infatti: entrambe le somme rilevano con il criterio di cassa, quindi non sussistono in astratto disallineamenti tra i due momenti, tranne per ipotesi di erogazioni…

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Le nuove unioni civili di cui alla legge 76/2016 e la comparazione con il modello matrimoniale

Il dibattito sulla modalità di tutela delle unioni omosessuali e delle coppie di fatto è stato, come noto, molto serrato. A fronte delle numerose richieste di celebrazione di matrimonio o di trascrizione di matrimoni contratti all’estero tra persone dello stesso sesso, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 138 del 2010, ha ritenuto costituzionalmente legittime le norme che consentono il matrimonio solo tra persone dello stesso sesso. Secondo la Corte, rientra nella piena discrezionalità del Parlamento individuare forme di garanzia, basate sull’art. 2 della Costituzione – che tutela le formazioni sociali tra cui rientrano le coppie di fatto – di riconoscimento delle unioni tra persone omosessuali. Tuttavia il riconoscimento di tutela alle unioni omosessuali, quali formazioni sociali non forniva una…

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Il rapporto tra institutio ex re certa e divisione del testatore

  L’articolo 588 cod. civ. stabilisce, al primo comma, un criterio di interpretazione oggettivo sul quale si fonda la distinzione tra eredità e legato, a seconda che vi sia stata o meno l’attribuzione dell’universalità o di una quota dei beni del testatore. Il secondo comma fissa, invece, un criterio di interpretazione soggettivo: l’indicazione di beni determinati o di un complesso di beni non esclude che la disposizione sia a titolo universale, quando risulta che il testatore ha inteso assegnare quei beni come quota del patrimonio. L’institutio ex re certa è, dunque, caratterizzata dal fatto che la quota attribuita al beneficiario non viene stabilita direttamente dal testatore, ma diviene determinabile solo a posteriori, in relazione al valore dei beni assegnati, rispetto…

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La separazione della coppia di conviventi: i nuovi diritti di cui alla legge n. 76/2016

Fino ad oggi non esisteva, dopo la fine dell’unione di fatto, una qualche forma di solidarietà tra i conviventi. Un certo tipo di tutela era stato riconosciuto dalla giurisprudenza, secondo cui i doveri morali e sociali, derivanti dalla formazione sociale costituita dalla convivenza, incidenti sui rapporti di natura patrimoniale, escludono il diritto del convivente di ripetere le eventuali attribuzioni patrimoniali effettuate nel corso o in relazione alla convivenza (Cass. Civ. 15 maggio 2009, n. 11330, Cass. Civ. 13 marzo 2003 n. 3713 e Cass. Civ.  22 gennaio 2014 n. 1277). Con la legge n. 76/2016 che regola le unioni civili omosessuali e le convivenze di fatto (sia tra persone di sesso diverso sia tra persone dello stesso sesso), il legislatore…

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Separazione personale tra coniugi di nazionalità diversa e responsabilità genitoriale: la giurisdizione si scinde se il minore risiede all’estero

Cass., sez. un., 7 settembre 2016 n. 17676 Giurisdizione civile – Responsabilità genitoriale – Provvedimenti sulla potestà genitoriale – Giurisdizione – Residenza abituale del minore – Rilevanza (l. 31 maggio 1995, artt. 3,32; Regolamento CE 27 novembre 2003, n. 2001, artt. 3, 4, 8, 12).  [1] In caso di separazione giudiziale di un cittadino italiano e di una cittadina inglese, al giudice italiano spetta unicamente la giurisdizione relativa alla domanda di separazione giudiziale, mentre le domande inerenti l’affidamento ed il mantenimento del figlio minorenne, stabilmente residente nel Regno Unito, sono devolute in via esclusiva alla giurisdizione inglese, qualora sia mancata l’accettazione da parte della convenuta della giurisdizione italiana.  CASO [1] Proposto ricorso da parte di un cittadino italiano per ottenere…

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La clausola arbitrale testamentaria

  L’uso e l’interpretazione della clausola arbitrale testamentaria rimane, ancora oggi, uno dei più discussi e articolati istituti in materia successoria. Si tratta della facoltà riconosciuta al testatore qualora volesse inserire una clausola in virtù della quale si prevede che eventuali controversie successorie vengano risolte mediante il procedimento arbitrale. Sulla questione si sono sollevati diversi dibattiti. Parte della dottrina infatti risulta essere a favore dell’inserimento della clausola arbitrale nel testamento anche se una minoritaria corrente difende l’inammisibilità delle clausole. Diversi autorevoli autori si sono occupati dell’istituto (Bonilini, Campagnolo, Festi), la stessa Corte di Cassazione si è espressa con riguardo alla questione di legittimità. Per meglio comprendere la complessità dell’istituto si riporta un esempio pratico: Tizio, nel corso della sua vita,…

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