FAMIGLIA E SUCCESSIONE

Tutela del minore e attribuzione di nuovi diritti

PROGRAMMA La riforma della filiazione (L. 219/2012 e D. Lgs. 154/2013) Principio dell’unicità dello stato di figlio e conseguenti modifiche legislative Esercizio della responsabilità genitoriale e diritto alla bigenitorialità Casi di affidamento esclusivo o collocazione prevalente al padre L’alienazione genitoriale: quando un genitore denigra la figura dell’altro genitore Il principio del best interest del minore e sue applicazioni giurisprudenziali recenti Il divieto di spostamento unilaterale della residenza dei figli minori La tutela del rapporto con i nonni (casi e sentenze CEDU) Nuovi diritti e figure: il rapporto con il genitore sociale o di intenzione del figlio nato da PM Il diritto del figlio alla continuità affettiva e al riconoscimento del legame con altri soggetti di cui alla legge n. 173/2015…

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I limiti al mantenimento una tantum nella separazione

Il pagamento di una somma a titolo di mantenimento corrisposta nell’ambito di un accordo separativo mirato a riequilibrare le capacità reddituali dei coniugi, non mette al riparo da una successiva richiesta di mantenimento in sede divorzile. Secondo il consolidato orientamento della giurisprudenza, gli accordi che riguardano il futuro assegno di divorzio, sono invalidi sia per indisponibilità del diritto alla corresponsione dell’assegno (per la sua natura prevalentemente alimentare), sia per illiceità della causa, in quanto volti a limitare in maniera espressa o indirettamente, la libertà di difendersi in un futuro giudizio di divorzio. La rinuncia al diritto all’assegno di mantenimento si scontra con il dovere inderogabile, ai sensi dell’art. 143 c.c. e 160 c.c., di solidarietà coniugale. I coniugi, infatti, possono…

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Lo spostamento unilaterale della residenza del minore

L’art. 316 c.c., interamente riformulato dalla legge n. 219/2012 e dal D.lgs. n. 154/2013 di riforma della filiazione, delinea le modalità di esercizio della responsabilità genitoriale. Nella nuova formulazione della norma, è ribaltata la prospettiva: non più “soggezione” del figlio ad un potere-dovere dei genitori, ma assunzione di un obbligo da parte dei genitori, che dovranno esercitare la responsabilità genitoriale di comune accordo tenendo conto delle capacità, delle inclinazioni naturali e delle aspirazioni del figlio, in armonia rispetto con quanto previsto dall’art. 315 bis c.c. Particolare attenzione è stata riservata alla decisione dei genitori di stabilire la residenza abituale del minore, sottolineando che anche questa scelta deve essere compiuta nel rispetto della bigenitorialità, ossia sempre di comune accordo. Di conseguenza,…

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La bigenitorialità e l’affidamento del figlio al padre

Ancora prima della riforma della filiazione del 2012, la legge n. 54/2006, aveva modificato le norme contenute nel codice civile nell’ambito della separazione dei coniugi, relative all’affidamento e al mantenimento dei figli, prevedendo espressamente (art. 4, comma 2) l’applicazione delle nuove disposizioni anche in caso di divorzio e di procedimenti relativi ai figli di genitori non coniugati. La legge ha recepito il principio della bigenitorialità come diritto fondamentale del minore, già sancito dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989 ratificata con la legge n. 176/1991 e successivamente dalla Carta di Nizza del 2000. L’affido condiviso ha rovesciato il precedente concetto di affidamento secondo cui salvo casi particolari, era interesse del minore un affidamento esclusivo ad un…

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Un nuovo arresto della Suprema Corte in merito al riparto di competenza tra il Tribunale ordinario e il Tribunale per i minorenni sull’azione di decadenza dalla responsabilità genitoriale.

Cass. 14.12.2016, n. 25798 (ord.) – Pres. rel. Dogliotti [1] Ai sensi dell’art. 38 disp. att. c.c. i procedimenti ex art. 330 e 333 c.c. sono di competenza del Tribunale per i Minorenni. Per i procedimenti di cui all’art. 333 è esclusa la competenza del Tribunale per i Minorenni ove sia in corso tra le stesse parti un giudizio di separazione e divorzio (e più in generale un giudizio ai sensi dell’art. 337 ter c.c.); in tali ipotesi, anche per i provvedimenti contemplati dall’art. 330 c.c., la competenza spetta al Tribunale ordinario.  [2] La competenza per il procedimento ex art. 330 c.c. resta radicata presso il Tribunale per i Minorenni se, al momento del ricorso, il procedimento previsto dall’art. 337…

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La legittimità dell’ipoteca sui beni conferiti in fondo patrimoniale

Con la recente ordinanza n. 22761 depositata in data 9 novembre 2016 la Corte di Cassazione è tornata a occuparsi del tema relativo alla validità dell’ipoteca iscritta su beni costituenti fondo patrimoniale per la famiglia. Nel caso in esame, il contribuente aveva proposto ricorso avanti alla Commissione Tributaria Provinciale avverso un avviso di iscrizione ipotecaria notificato da Equitalia Nord S.p.a. su un immobile destinato a fondo patrimoniale per la famiglia, per il mancato pagamento di cartelle esattoriali attinenti diversi tributi. Il ricorso sortiva effetto favorevole. In particolare, il ricorrente aveva eccepito l’illegittimità dell’iscrizione ipotecaria ai sensi dell’articolo 170 cod. civ., atteso che il bene immobile era già stato conferito in un fondo patrimoniale costituito per la famiglia e quindi destinato a soddisfare esclusivamente i debiti derivanti da esigenze…

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Gli accordi di reintegrazione della legittima

La legge riserva, a favore di determinati soggetti, “una quota di eredità o altri diritti nella successione” (art. 536 c.c.). Si tratta dei c.d. legittimari, elencati dal legislatore (a seguito della totale equiparazione dei figli legittimi e naturali e dell’abrogazione dell’ultimo comma dell’art. 537 c.c. ove si riconosceva a favore dei figli legittimi il diritto di commutazione) in tre categorie: “il coniuge, i figli (e i loro discendenti, in mancanza dei figli) e gli ascendenti”, dovendosi fare avvertenza che le recenti modifiche introdotte dalla Legge 76/2016 hanno profondamente inciso sui profili successori, riconoscendo alle “parti dell’unione civile” i medesimi diritti di legittima riconosciuti al coniuge, con applicazione diretta, tra gli altri, degli artt. da 536 a 564 del codice civile….

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Assegni di mantenimento: problemi tra netto e lordo

Sovente, in occasione delle separazioni tra coniugi, viene previsto l’obbligo di corrispondere (dall’uno all’altro) un determinato “assegno” con finalità specifica di mantenimento del beneficiario, diversa ed autonoma rispetto all’eventuale assegno per il mantenimento dei figli. Tale situazione determina spesso problemi di natura tributaria: in capo al soggetto erogante, al fine di determinare la corretta misura dell’onere ammesso in deduzione dal reddito imponibile (secondo il criterio di cassa); in capo al soggetto beneficiario, al fine di determinare la corretta misura dell’imponibile del reddito (assimilato a quello di lavoro dipendente) da tassare secondo il criterio di cassa. In linea di principio non sembrano esserci delle grandi difficoltà, infatti: entrambe le somme rilevano con il criterio di cassa, quindi non sussistono in astratto disallineamenti tra i due momenti, tranne per ipotesi di erogazioni poste…

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Donazione d’azienda: profili divergenti tra dirette e indirette

Tra le diverse soluzioni poste a disposizione del nostro ordinamento per gestire il passaggio generazionale delle imprese, la donazione è certamente una delle più classiche, anche se in molti casi non risulta essere tra le più funzionali, sia per quanto riguarda la tranquilla pianificazione dell’allocazione del patrimonio (occorre infatti tenere in considerazione i rischi di azioni di riduzione nel caso in cui fosse stata lesa la legittima), sia per quanto riguarda i profili fiscali, che presentano una serie di vincoli e complicazioni operative non trascurabili. Nel presente intervento ci si dedica a valutare i requisiti per accedere ai benefici previsti, tanto sotto il profilo dell’imposta sulle successioni e donazioni, quanto sotto il profilo delle dirette.  Neutralità ed esenzione Sotto il profilo delle imposte dirette, l’articolo 58, comma…

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L’accettazione presunta di eredità ed i diritti di uso e abitazione del coniuge superstite

Ai sensi dell’art 485 cod. civ., il chiamato all’eredità, quando a qualsiasi titolo è nel possesso di beni ereditari, deve fare l’inventario entro tre mesi dal giorno dell’apertura della successione o della notizia della devoluta eredità e, qualora non rispetti tale termine, è considerato erede puro e semplice. Si tratta di un’ipotesi di accettazione dell’eredità che prescinde sia da qualsiasi manifestazione di volontà (accettazione espressa), sia dal compimento di alcun atto da parte del chiamato (accettazione tacita, art. 476 cod. civ.). Parte della dottrina ritiene trattarsi di un caso di accettazione c.d. presunta dell’eredità, mentre secondo altri dovrebbe parlarsi al riguardo di accettazione legale o acquisto senza accettazione. Quale che sia l’inquadramento terminologico ritenuto preferibile, la dottrina è unanime nel…

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