FAMIGLIA E SUCCESSIONE

Reversibilità e assegno divorzile

La pensione di reversibilità è il beneficio previdenziale riconosciuto ai superstiti nel caso di morte del lavoratore assicurato o pensionato. Il legislatore disconosceva il trattamento di reversibilità in capo al coniuge superstite quando fosse passata in giudicato la sentenza di separazione personale con addebito. La Corte costituzionale intervenne con la sentenza n. 286 del 28 luglio 1987, dichiarando l’illegittimità costituzionale della disposizione. In seguito si pronunciò anche la Cassazione riconoscendo, anche al coniuge separato con addebito, il diritto a percepire la pensione di reversibilità, originariamente solo nel caso in cui il coniuge fosse titolare di assegno alimentare. In seguito, con una serie di pronunce (sentenza n. 6684 del 21 gennaio – 19 marzo 2009, e n. 4555 del 25 febbraio…

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Rapporti patrimoniali della coppia matrimoniale, dei componenti dell’unione civile e dei conviventi

PROGRAMMA: I regimi patrimoniali durante il matrimonio e l’unione civile omosessuale La comunione legale: i beni rientranti nella comunione e l’amministrazione dei beni comuni Lo scioglimento e la divisione La comunione convenzionale Diritto al mantenimento nella separazione e nel divorzio Presupposti e accertamenti sul reddito, patrimonio, tenore di vita e capacità lavorativa Il mantenimento una tantum e la valenza della rinuncia all’assegno La decorrenza degli assegni di mantenimento e la modificabilità o revoca Trasferimenti di diritti reali nella separazione e nel divorzio e altri accordi di tipo economico; I diritti dei conviventi Definizione di conviventi Permanenza nella casa di comune residenza e successione nella locazione La cessazione della convivenza e la tutela del convivente debole Il diritto agli alimenti ex…

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Sull’intervento del terzo nel procedimento divorzile e sulla ripartizione dell’onere della prova in materia di contributo al mantenimento per il figlio maggiorenne

Trib. Torino 26 settembre 2016 [1] MATRIMONIO – CESSAZIONE EFFETTI CIVILI – INTERVENTO VOLONTARIO DEL FIGLIO MAGGIORENNE – AMMISSIBILITA’ (Cod. civ., art. 337 septies; cod. proc. civ. artt. 105, 268 c.p.c.). [2] MATRIMONIO – CONTRIBUTO AL MANTENIMENTO DEL FIGLIO MAGGIORENNE – INDIPENDENZA ECONOMICA – INVERSIONE ONERE DELLA PROVA (Cod. civ., artt. 337 septies, 2697 e 2729). [1] Il figlio maggiorenne non ancora economicamente indipendente può intervenire nel processo di divorzio tra i genitori per chiedere che sia posto a carico del genitore non collocatario l’obbligo di versare direttamente a sé un assegno per il proprio mantenimento. [2] L’onere della prova dell’indipendenza economica raggiunta dal figlio maggiorenne grava sul genitore che chiede l’azzeramento del contributo al mantenimento e può essere soddisfatto…

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La ricorribilità in Cassazione del decreto di affidamento dei figli nati fuori dal matrimonio

Il mantenimento e l’affidamento del figlio nato nel matrimonio sono decisi nell’ambito del processo di separazione o di divorzio che si svolge nelle forme di un giudizio a cognizione piena, disciplinato dettagliatamente dalle norme del codice di procedura civile (artt. 706 e seg. c.p.c.) e dalle norme processuali sul divorzio. Il giudizio sull’affidamento e il mantenimento dei figli nati da convivenze di fatto, segue un rito diverso, quello del giudizio in camera di consiglio di cui agli artt. 737 e seg. c.p.c. La legge di riforma della filiazione (l. n. 219/2012) ha unificato le competenze giurisdizionali, investendo il tribunale ordinario di una competenza generale in materia di affidamento e mantenimento dei figli, a prescindere dal fatto che i minori siano…

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Amministrazione di sostegno ed interruzione del processo civile

Trib. Torino 24 ottobre 2016 Interruzione del processo – Perdita della capacità processuale – Interdizione, Inabilitazione, Amministrazione di sostegno – Potere rappresentativo generale (Cod. proc. civ., art. 300) [1] A seguito della nomina di un amministratore di sostegno di una parte costituita in un processo, occorre verificare se, per l’oggettiva estensione dei poteri rappresentativi attribuiti all’amministratore (e della speculare riduzione dell’autonomia di gestione del beneficiario), l’adozione della misura imponga al giudice di interrompere il processo nel momento in cui tale circostanza sia stata comunicata in udienza o notificata alle altre parti. CASO [1] A fronte del provvedimento di nomina dell’amministratore di sostegno da parte del Giudice Tutelare, veniva richiesta l’interruzione del processo dal difensore della parte beneficiaria. SOLUZIONE [1] Il…

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Tutela del minore e attribuzione di nuovi diritti

PROGRAMMA La riforma della filiazione (L. 219/2012 e D. Lgs. 154/2013) Principio dell’unicità dello stato di figlio e conseguenti modifiche legislative Esercizio della responsabilità genitoriale e diritto alla bigenitorialità Casi di affidamento esclusivo o collocazione prevalente al padre L’alienazione genitoriale: quando un genitore denigra la figura dell’altro genitore Il principio del best interest del minore e sue applicazioni giurisprudenziali recenti Il divieto di spostamento unilaterale della residenza dei figli minori La tutela del rapporto con i nonni (casi e sentenze CEDU) Nuovi diritti e figure: il rapporto con il genitore sociale o di intenzione del figlio nato da PM Il diritto del figlio alla continuità affettiva e al riconoscimento del legame con altri soggetti di cui alla legge n. 173/2015…

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I limiti al mantenimento una tantum nella separazione

Il pagamento di una somma a titolo di mantenimento corrisposta nell’ambito di un accordo separativo mirato a riequilibrare le capacità reddituali dei coniugi, non mette al riparo da una successiva richiesta di mantenimento in sede divorzile. Secondo il consolidato orientamento della giurisprudenza, gli accordi che riguardano il futuro assegno di divorzio, sono invalidi sia per indisponibilità del diritto alla corresponsione dell’assegno (per la sua natura prevalentemente alimentare), sia per illiceità della causa, in quanto volti a limitare in maniera espressa o indirettamente, la libertà di difendersi in un futuro giudizio di divorzio. La rinuncia al diritto all’assegno di mantenimento si scontra con il dovere inderogabile, ai sensi dell’art. 143 c.c. e 160 c.c., di solidarietà coniugale. I coniugi, infatti, possono…

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Lo spostamento unilaterale della residenza del minore

L’art. 316 c.c., interamente riformulato dalla legge n. 219/2012 e dal D.lgs. n. 154/2013 di riforma della filiazione, delinea le modalità di esercizio della responsabilità genitoriale. Nella nuova formulazione della norma, è ribaltata la prospettiva: non più “soggezione” del figlio ad un potere-dovere dei genitori, ma assunzione di un obbligo da parte dei genitori, che dovranno esercitare la responsabilità genitoriale di comune accordo tenendo conto delle capacità, delle inclinazioni naturali e delle aspirazioni del figlio, in armonia rispetto con quanto previsto dall’art. 315 bis c.c. Particolare attenzione è stata riservata alla decisione dei genitori di stabilire la residenza abituale del minore, sottolineando che anche questa scelta deve essere compiuta nel rispetto della bigenitorialità, ossia sempre di comune accordo. Di conseguenza,…

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La bigenitorialità e l’affidamento del figlio al padre

Ancora prima della riforma della filiazione del 2012, la legge n. 54/2006, aveva modificato le norme contenute nel codice civile nell’ambito della separazione dei coniugi, relative all’affidamento e al mantenimento dei figli, prevedendo espressamente (art. 4, comma 2) l’applicazione delle nuove disposizioni anche in caso di divorzio e di procedimenti relativi ai figli di genitori non coniugati. La legge ha recepito il principio della bigenitorialità come diritto fondamentale del minore, già sancito dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo del 1989 ratificata con la legge n. 176/1991 e successivamente dalla Carta di Nizza del 2000. L’affido condiviso ha rovesciato il precedente concetto di affidamento secondo cui salvo casi particolari, era interesse del minore un affidamento esclusivo ad un…

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Un nuovo arresto della Suprema Corte in merito al riparto di competenza tra il Tribunale ordinario e il Tribunale per i minorenni sull’azione di decadenza dalla responsabilità genitoriale.

Cass. 14.12.2016, n. 25798 (ord.) – Pres. rel. Dogliotti [1] Ai sensi dell’art. 38 disp. att. c.c. i procedimenti ex art. 330 e 333 c.c. sono di competenza del Tribunale per i Minorenni. Per i procedimenti di cui all’art. 333 è esclusa la competenza del Tribunale per i Minorenni ove sia in corso tra le stesse parti un giudizio di separazione e divorzio (e più in generale un giudizio ai sensi dell’art. 337 ter c.c.); in tali ipotesi, anche per i provvedimenti contemplati dall’art. 330 c.c., la competenza spetta al Tribunale ordinario.  [2] La competenza per il procedimento ex art. 330 c.c. resta radicata presso il Tribunale per i Minorenni se, al momento del ricorso, il procedimento previsto dall’art. 337…

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