Diritto e procedimento di famiglia

Figlio naturale riconosciuto successivamente dal padre: non vale necessariamente la regola del doppio cognome

Cassazione civile sez. I, ordinanza del 05/06/2024 n.15654 Riconoscimento del figlio nato fuori dal matrimonio (art. 262 c.c.) Massima: “In caso di riconoscimento successivo del figlio da parte del padre, non può essere applicato lo stesso meccanismo di attribuzione del doppio cognome di entrambi i genitori che riconoscono contestualmente il bambino alla nascita. Il giudice deve compiere una valutazione complessiva che tenga conto della preferenza espressa dal minore unitamente ad altri elementi quali le relazioni sociali e il contesto familiare”. CASO Il padre biologico compie a distanza di alcuni anni il riconoscimento di un bambino che ormai portava il cognome materno. Si discute in tribunale e in appello se debba essere necessariamente essere aggiunto il cognome del padre a quello…

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Conflitto dei genitori sulla scelta della scuola privata e religiosa: il giudice decide in base al concreto interesse del minore

Cassazione civile sez. I, ordinanza del 16/05/2024 n. 13570 Affidamento figli minori – scelte di maggiore interesse – Art. 315 bis cc 337 ter comma 3 c.c. Massima: “In tema di conflitto dei genitori sulla scelta tra la scuola privata e religiosa e quella pubblica e laica,  l’esigenza di garantire la piena liberà di credo religioso a favore del minore deve ritenersi recessiva rispetto al suo superiore interesse di soddisfare il desiderio di continuare la frequentazione della scuola privata e di garantirne la crescita equilibrata e stabile, fondata su rapporti sociali già acquisiti”. CASO Con giudizio divorzile in corso la madre di bambino di dieci anni ha chiesto al giudice di risolvere il contrasto nato tra i genitori sulla scelta…

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I genitori separati non perseguono il bene dei figli: giustificato l’affidamento etero familiare

Cassazione civile sez. I, ordinanza del 09/05/2024, n.12717 Affidamento etero familiare dei minori (artt. 78 c.p.c. comma 2 e art. 336 c.c. – legge n. 184/1983) Massima: “Le condotte dei genitori  che non perseguono il bene dei figli anche dopo l’evento separativo, a causa dall’elevato livello di conflittualità tra loro esistente, e del loro coinvolgimento nel dissidio, giustificano l’adozione del provvedimento di affidamento etero-familiare dei minori, con conseguente limitazione della responsabilità genitoriale, e dovere per il giudice di provvedere alla nomina del curatore speciale dei minori in ragione del conflitto di interessi con i genitori, non più idonei a rappresentare i figli”. CASO La vicenda riguarda una coppia estremamente conflittuale. Lui aveva denunciato la moglie per maltrattamento sui bambini, lei…

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I figli rimangono nella casa familiare e i genitori si alternano ogni settimana

Corte d’Appello di Torino decreto del 14 marzo 2024 n. 314 Collocamento dei figli – assegnazione casa familiare (art. 337 ter c.c. – art. 337 sexies c.c.) Massima: “In presenza di determinati presupposti, quali l’idoneità genitoriale e la presenza regolare nelle vite delle figlie da parte dei genitori, non essendoci ragioni per preferire l’uno o l’altro quale collocatario delle bambine, può essere disposto che siano i genitori ad alternarsi a settimane alterne nella casa familiare. Il giudice dovrà fare una valutazione caso per caso tenendo conto del preminente interesse dei minori”. CASO Il Tribunale di Cuneo ha disposto che le figlie minori di quattro e cinque anni di una coppia di genitori separati mantenessero la propria residenza e collocazione stabile…

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Mantenimento al figlio ultratrentenne: la regola dell’autoresponsabilità impone al figlio di provare l’impegno nella ricerca di un lavoro

Cassazione civile sez. I, ordinanza del 02/04/2024 n. 8630 Mantenimento del figlio maggiorenne-cessazione Art. 337-septies c.c. Massima: “In tema di mantenimento al figlio maggiorenne ormai adulto, in forza del principio dell’autoresponsabilità, è il figlio che deve provare le circostanze, oggettive ed esterne, che giustificano il mancato reperimento di una collocazione lavorativa e quindi la non autosufficienza”. CASO Un padre chiede la revoca dell’assegno di mantenimento che versa in favore della figlia trentenne e, a fronte del diniego del tribunale, è costretto a proporre reclamo contro tale decisione. In appello l’uomo deduce di essere pensionato e godere di emolumento del Senato pari ad euro 4.800 mensili ma ha oneri di pagamento per un mutuo di euro 1.570 e di euro 930…

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Mantenimento pagato dalla zia al posto del padre

Cassazione civile sez. I, ordinanza del 28/02/2024, n. 5262 Mantenimento figli maggiorenni – legittimazione-contribuzione parenti (art. 337 septies c.c.) Massima: “L’obbligo di contribuire al mantenimento dei figli decorre dalla data della domanda giudiziale. Non rileva che la zia materna abbia sostenuto economicamente la nipote – figlia della sorella deceduta nelle more del giudizio – fino alla sentenza di primo grado. Per il periodo intercorrente dall’inizio del giudizio fino alla decisione l’unica legittimata a richiedere le predette somme è la titolare del mantenimento, non essendo la zia legittimata iure proprio nei confronti del padre”. CASO Il tribunale di Salerno aveva riconosciuto in favore della figlia maggiorenne non autosufficiente il versamento da parte del padre della somma di euro 200,00 mensili a…

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Revoca dell’assegno divorzile: il beneficio derivante da una nuova convivenza del titolare di assegno deve essere provato

Cassazione civile sez. I, ordinanza del 07/03/2024, n.6111 Modifica condizioni di divorzio – assegno – mantenimento (L. 898/70 art. 9) Massima: “Ai fini della cessazione dell’obbligo di versare l’assegno divorzile all’ex coniuge, non basta provare l’esistenza della nuova convivenza del titolare dell’assegno, che può essere ininfluente sulle sue condizioni economiche, potendo essere instaurata con una persona priva di redditi e patrimonio, e dovendo l’incidenza economica di detta convivenza essere rigorosamente provata e poi valutata in concreto”. CASO Un uomo ottiene in Tribunale la revoca dell’assegno divorzile in favore della moglie. In appello l‘assegno viene invece confermato, in assenza di cambiamenti delle condizioni economiche dei coniugi che alterassero il precedente assetto accertato in sede di divorzio. La richiesta si basava su…

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Annullato l’accordo di separazione estorto con le minacce della famiglia della moglie

Cassazione civile sez. I, ordinanza del 20/02/2024 n.4440 Annullamento del contratto – violenza morale esercitata da un terzo (artt. 1427, 1434 e 1435 c.c.) Può essere annullato l’accordo di separazione se il consenso risulta viziato da una costrizione esplicita e manifesta oppure tramite un comportamento intimidatorio, oggettivamente ingiusto, anche proveniente da un terzo. In ogni caso è necessario che la minaccia sia specificamente diretta ad estorcere la dichiarazione negoziale della quale chiede l’annullamento e che sia tale da incidere, con efficacia concreta, sulla volontà dell’autore. CASO Un uomo agisce in giudizio per far dichiarare l’annullamento dell’accordo di separazione per vizio del consenso, causato dalle minacce provenienti dalla famiglia della moglie. L’uomo, sposato con una donna di una famiglia ricca ed…

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Il minore non vuole stare con la madre: revocato il collocamento paritario presso i genitori

Cassazione civile sez. I, ordinanza del 06/02/2024, n. 3372  Affidamento e collocamento – ascolto del minore (artt. 315 bis, 337 ter, 337 octies c.c.) L’indisponibilità di un minore ad una regolare frequentazione con un genitore non può essere ignorata. Il giudice deve tenere in debito conto le opinioni del minore destinatario del provvedimento di affidamento, e se ne può discostare solo quando non corrisponda al suo superiore interesse. Il diritto alla bigenitorialità deve ritenersi pienamente rispettato dal provvedimento del giudice che, preso atto della volontà del minore, abbia come scopo la graduale ripresa della frequentazione con la madre e si proponga di creare i presupposti per la ripresa e il mantenimento dei rapporti. CASO In seguito alla domanda di modifica…

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Obbligo di mantenimento dei genitori: i figli non possono esser penalizzati solo perché i genitori non stanno più insieme

Cassazione civile sez. I, ordinanza del 26/01/2024, n. 2536 Mantenimento dei figli-criterio di proporzionalità (art. 337 ter co. 4 c.c.) Massima: “In tema di quantificazione di mantenimento dei figli minori, in presenza di ampie disponibilità economiche, i genitori non possono imporre ai figli rinunce e sacrifici per il solo fatto di essere separati. Il principio di proporzionalità nella contribuzione si applica nei rapporti interni tra genitori e si connota in modo particolare, quando uno di essi non abbia redditi e beni propri e percepisca, un assegno posto a carico dell’altro genitore in funzione assistenziale”. CASO In sede di divorzio dei coniugi, il Tribunale di Pesaro determina il contributo del padre per il mantenimento dei due figli, adottati dalla coppia nel…

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