Diritto del Lavoro

Permessi retributivi

  Corte Costituzionale, 23 settembre 2016, n. 213 Permessi retribuiti – Conviventi more uxorio – Discriminazione – Sussiste MASSIMA Va dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’art. 33, comma 3, l. n. 104 del 1992, come modificato dall’art. 24, comma 1, lett. a), l. n. 183 del 2010, nella parte in cui non include il convivente tra i soggetti legittimati a fruire del permesso mensile retribuito per l’assistenza alla persona con handicap in situazione di gravità, in alternativa al coniuge, parente o affine entro il secondo grado. Il diritto alla salute psico-fisica, ricomprensivo della assistenza e della socializzazione, va garantito e tutelato, al soggetto con handicap in situazione di gravità, sia come singolo che in quanto facente parte di una formazione sociale per…

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Le conseguenze sanzionatorie previste dal novellato art. 18 l. 300/1970 nelle ipotesi di vizi afferenti i licenziamenti collettivi

Cass. civ., sezione lavoro, 29 settembre 2016, n. 19320. Licenziamento collettivo – Violazione dei criteri di scelta – Vizi procedurali – Reintegrazione – Non sussiste.  MASSIMA Deve essere annullata con rinvio la sentenza di merito che per l’illegittimità del licenziamento collettivo dispone la tutela reintegratoria laddove il giudice ha rilevato un difetto della comunicazione di cui all’articolo 4 comma 9, limitandosi a sindacare il profilo formale attinente il contenuto della comunicazione, qualificando il vizio come meramente procedurale e senza scendere nel merito della correttezza dei criteri di scelta applicati: ne consegue che ha quindi erroneamente applicato la tutela reintegratoria, laddove la fattispecie sanzionatoria applicabile era quella meramente indennitaria prevista dal terzo periodo del settimo comma, con rinvio al quinto comma…

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Licenziamento per giusta causa

1) Cass. civ., sezione lavoro, 26 luglio 2016, n. 15441 Licenziamento per giusta causa – abbandono del posto di lavoro – sede di lavoro lasciata incustodita per alcuni minuti – sussiste MASSIMA Il concetto di abbandono del posto di lavoro deve intendersi non con riferimento alla durata della condotta contestata ma in relazione alla sua possibilità di incidere sulle esigenze del servizio. Va quindi escluso che l’abbandono richieda una durata protratta per l’intero orario residuo del turno di servizio svolto (nel caso di specie correttamente il datore ha licenziato un vigilantes che si era allontanato alcuni minuti per andare a comprare il giornale lasciando aperto un portoncino pedonale e la porta della guardiola). COMMENTO Con la pronuncia in oggetto, la…

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Controlli a distanza dell’attività dei lavoratori

Cassazione Penale, II Sezione, 1° agosto 2016, n. 33567 Uso di videoriprese per controllare entrata e uscite dei lavoratori – legittimità – sussiste MASSIMA È lecito l’uso di videoriprese per controllare l’eventuale falsificazione degli orari di entrata e di uscita dei lavoratori. Infatti, le garanzie dello Statuto non si applicano quando il datore, mediante le apparecchiature, verifica un reato, in questo caso una truffa. COMMENTO La Cassazione si è pronunciata in merito all’utilizzabilità delle videoriprese effettuate nei confronti di due lavoratori ai fini della valutazione dell’integrazione del reato di truffa. Più precisamente, due dipendenti del Comune – esercenti le mansioni di usciere – si erano allontanati dal loro posto di lavoro timbrando i cartellini di entrata e di uscita in orari…

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Licenziamento per giustificato motivo soggettivo del lavoratore tossicodipendente per abbandonato volontario della comunità di recupero

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 18 luglio 2016, n. 14621 Licenziamento individuale – giustificato motivo soggettivo – abbandono comunità di recupero – trasferimento presso altra struttura di recupero – conservazione del posto – non sussiste MASSIMA Il diritto alla conservazione del posto compete al lavoratore tossicodipendente qualora sia “materialmente impedito a rendere la prestazione lavorativa per seguire il trattamento di disintossicazione”. Corollario logico di tale disposizione è che se il programma di recupero venga attuato presso un’altra struttura, l’abbandono e il volontario allontanamento fa venir meno “il presupposto di fatto costitutivo del diritto alla conservazione del posto ed esclude quindi il diritto del predetto alla conservazione stessa e ciò, appunto, a causa del venir meno dell’impedimento (a prestare l’attività lavorativa) che legittimava…

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Retribuzioni convenzionali a effetti limitati in ambito previdenziale

  La Cassazione con la sentenza n. 17646 del 6 settembre scorso è intervenuta a dirimere l’annosa questione della utilizzabilità o meno delle c.d. “retribuzioni convenzionali” in ambito previdenziale anche in caso di distacco del lavoratore dipendente in Paesi previdenzialmente convenzionati con l’Italia. La pronuncia è di particolare interesse, anche in considerazione del fatto che ribalta l’esito dei due gradi precedenti, favorevoli all’azienda distaccante. Il tema più sentito è quello del distacco transnazionale dei dipendenti da parte di una società italiana presso una consociata estera localizzata in Paesi extraUE. In tali casi,  la L. 398/1987, in ottica di tutela del lavoratore e per evitare “buchi” nella contribuzione dello stesso, prevede espressamente che qualora con il Paese extracomunitario di assegnazione non vi sia una Convenzione previdenziale con l’Italia, i contributi debbano essere versati non…

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L’indennità per illegittima apposizione del termine

  Secondo la Corte di Cassazione ha valenza sanzionatoria e va riconosciuta integralmente anche in assenza di danno o in presenza di minor danno  Con la sentenza 2 novembre 2016, n. 22124, la Corte di Cassazione ha affermato che l’indennità per illegittima apposizione del termine spetta al lavoratore anche nell’ipotesi in cui questi non abbia patito alcun danno, avendo reperito altra occupazione; e ha affermato altresì che lo ius superveniens dato dall’art. 32, co. 5-7, della legge n. 183/2010 (collegato lavoro) è applicabile anche ai giudizi in corso, ivi incluso quello di legittimità. Sotto quest’ultimo aspetto la Corte ha sostenuto che “condizione necessaria per poter applicare nel giudizio di legittimità lo ius superveniens che abbia introdotto, con efficacia retroattiva, una…

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Il licenziamento disciplinare: accertamento della sussistenza del fatto materiale

Il fatto materiale sussistente, ma privo del connato dell’illiceità equivale al fatto insussistente e dà luogo a reintegrazione: nota a Cass. civ., sez. lav., 20 settembre 2016, n. 18418 Licenziamento disciplinare intimato dopo l’entrata in vigore della l. n. 92/2012 – Accertamento della sussistenza del fatto materiale – Assenza del requisito dell’antigiuridicità del fatto – Diritto alla tutela reintegratoria – Sussiste Il caso portato all’attenzione della Corte di Cassazione  La Corte di Cassazione è stata chiamata a decidere sul ricorso proposto dalla società datrice di lavoro per la cassazione della sentenza della Corte d’appello di Brescia che, in parziale riforma della sentenza del Tribunale di Brescia, aveva accolto la domanda di accertamento dell’illegittimità del licenziamento proposta dal lavoratore per insussistenza…

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