Diritto del Lavoro

Lavoro a termine: onere della prova

Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, 8 marzo 2018, n. 5512 Termine – Causale – Astrattamente idonea – Assenza prova – Conversione contratto a tempo indeterminato MASSIMA È onere del datore di lavoro convenuto in giudizio dimostrare la sussistenza nel caso concreto della causale apposta al contratto a termine, la quale può anche essere legittima in astratto. Deve essere dimostrato che il lavoratore assunto a termine sia stato effettivamente destinato a mansioni direttamente riconducibili all’attività indicata nel contratto individuale e non anche ad attività ordinarie espletate dai colleghi assunti con contratto a tempo indeterminato. COMMENTO Due lavoratori, tecnici di assistenza al cliente in un call center, impugnavano il contratto di lavoro a termine disciplinato dal D.lgs. 368/2001, sostenendo l’illegittimità dei termini apposti….

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Risarcimento del danno conseguente alla mancata assunzione per motivi illegittimi

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 27 febbraio 2018, n. 4543 Assunzione – Rifiuto illegittimo – Risarcimento del danno – Condizioni MASSIMA Pur nelle ipotesi di danno in re ipsa, in cui la presunzione si riferisca solo all’an debeatur (che presuppone soltanto l’accertamento di un fatto potenzialmente dannoso in base ad una valutazione anche di probabilità o di verosimiglianza secondo l’id quod plerumque accidit) e non all’effettiva sussistenza del danno e alla sua entità materiale, permane la necessità della prova di un concreto pregiudizio economico ai fini della determinazione quantitativa e della liquidazione del danno per equivalente. COMMENTO Con la sentenza in epigrafe, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi in tema di risarcimento del danno conseguente alla mancata assunzione per…

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Qualificazione del rapporto di lavoro

Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, 22 febbraio 2018, n. 4337 Informatore scientifico – Collaborazione coordinata e continuativa – Assenza di progetto specifico – Conversione – Contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato – Sussistenza MASSIMA Allorquando il lavoratore presta la sua attività lavorativa in forma di collaborazione coordinata e continuativa, la mancata individuazione di uno specifico progetto, programma di lavoro o fase di esso è di per sé sufficiente per conversione automatica di un tale rapporto autonomo in rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, sin dalla data della sua costituzione. Risultano perciò irrilevanti le prove della natura autonoma della prestazione lavorativa offerte dal datore di lavoro, trattandosi di presunzione assoluta che non ammette la prova contraria. COMMENTO Nel caso…

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Licenziamenti nella più recente giurisprudenza

Il giustificato motivo oggettivo alla prova della giurisprudenza Come è cambiato il giustificato motivo oggettivo dopo Cass. 7 dicembre 2016, n. 25201 Il repechage nella più recente giurisprudenza (da Cass. 22 marzo 2016, n. 5592 a Cass. 26 maggio 2017, n. 13379) Il licenziamento disciplinare al vaglio giudiziale: aspetti controversi e nodi da sciogliere Novità giurisprudenziali in tema di: licenziamento disciplinare illegittimo per insussistenza del fatto materiale, per difetto di proporzionalità, per essere il fatto punito con sanzioni conservative; per tardività; per genericità della contestazione; per omissione della procedura disciplinare La tenuità del danno ai fini della legittimità del licenziamento. La posizione della giurisprudenza, e in particolare Cass. 12ottobre 2017, n. 24014 La procedura disciplinare e il diritto di audizione:…

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Inquadramento, qualifiche e mansioni

Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, 15 febbraio 2018, n. 3752 Inquadramento – Impiegato di concetto super – Condizioni MASSIMA Deve ritenersi aver diritto all’inquadramento come impiegato di concetto super secondo il contratto collettivo di categoria il lavoratore che ha mansioni anche organizzative ed è il referente aziendale per alcuni clienti: svolge infatti mansioni tipiche del livello immediatamente inferiore al “quadro”, che richiedono professionalità ed esperienza. COMMENTO Il caso oggetto di disamina concerne l’accertamento dello svolgimento da parte della ricorrente di mansioni riconducibili a lavoratori che svolgono un ruolo attivo non solo di natura operativa ma anche organizzativa ed il conseguente accertamento del riconoscimento del livello immediatamente inferiore a quello di “quadro” rivendicato dalla lavoratrice, oltre a quello alle differenze retributive….

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Contratto di apprendistato

Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 7 marzo 2018, n. 5375 Apprendistato – Formazione – Causa Negoziale – Sussiste MASSIMA Il contratto di apprendistato, che è contratto a causa mista con finalità formative, non può essere stipulato al solo scopo di far svolgere durante la durata del contratto, le mansioni tipiche del profilo professionale, (nel caso in esame di portalettere) ma deve prevedere al contempo un’attività di insegnamento da parte del datore di lavoro, la quale costituisce elemento essenziale e indefettibile del contratto entrando a far parte della causa negoziale. COMMENTO La controversia sottoposta al vaglio della Corte di Cassazione riguarda la conversione di un contratto di apprendistato in rapporto a tempo indeterminato in mancanza di una concreta formazione del lavoratore da…

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Licenziamento ed efficacia probatoria dei documenti informatici

Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, 8 marzo 2018, n. 5523 Posta elettronica ordinaria – Valenza probatoria – Libera valutazione del Giudice  MASSIMA È illegittimo il licenziamento per giusta causa fondato su e-mail di posta elettronica non certificata, la cui valenza probatoria è dubbia. L’efficacia probatoria dei documenti informatici, tra cui le e-mail, non sottoscritti con firma elettronica avanzata (qualificata o digitale), è, infatti, liberamente valutabile dal Giudice in relazione alle sue caratteristiche oggettive di qualità, sicurezza, integrità ed immodificabilità. COMMENTO Con la sentenza in commento, la Suprema Corte ha colto l’occasione per chiarire la portata dell’efficacia probatoria ex art. 2702 c.c. di una mail, distinguendo tra posta ordinaria e posta certificata. La vicenda oggetto di causa vedeva il licenziamento per giusta…

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Orario di lavoro

Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, 19 gennaio 2018, n. 1375 Variazione monte ore – In aumento – In diminuzione – Part-time e tempo pieno – Decisione unilaterale del datore di lavoro – Consenso del lavoratore – Forma scritta MASSIMA La modalità oraria è un elemento qualificante della prestazione oggetto del contratto, pertanto, la trasformazione da tempo pieno a tempo part-time necessita il consenso scritto del lavoratore, in quanto costituisce una novazione oggettiva del contratto. La manifestazione della volontà non è, dunque, desumibile per fatti concludenti dal comportamento delle parti. COMMENTO Una lavoratrice ricorreva in giudizio per ottenere il pagamento di differenze retributive riguardanti il pregresso e prolungato rapporto di lavoro, inizialmente a tempo pieno e successivamente a tempo parziale. Il…

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Cumulabilità dei permessi in materia di sostegno alla maternità

Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, 31 gennaio 2018, n.  2466 Ferie – Permessi per assistenza a parente con grave handicap – Decurtazione dalle ferie – Non sussiste MASSIMA In tema di computabilità dei premessi ai fini della maturazione delle ferie, la limitazione della computabilità prevista dall’art. 33, co. 3, l. n. 104/1992, opera soltanto nei casi in cui i permessi debbano cumularsi effettivamente con il congedo parentale ordinario e con il congedo per malattia del figlio, per i quali compete un’indennità inferiore alla retribuzione normale. COMMENTO Con la sentenza in commento, la Suprema Corte è tornata a pronunciarsi in ordine alla cumulabilità dei permessi di cui all’art. 33 l. 104/1992 rispetto a quelli previsti dal d.lgs. 151/2001 (e, prima ancora,…

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Perdita di chances

Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, 30 gennaio 2018, n. 2293 Dirigente – Mancata assegnazione degli obiettivi da raggiungere – Danno da perdita di chance – Danno patrimoniale futuro – Sussistenza MASSIMA Nel caso del mancato conferimento al dirigente degli obiettivi da raggiungere, egli può chiedere all’impresa il risarcimento per perdita della chance. Quest’ultima rappresenta un danno patrimoniale futuro, consistente nella perdita non di un vantaggio economico, ma della mera possibilità di conseguirlo secondo una valutazione ex ante, ricondotta al momento in cui la condotta illecita ha inciso su tale eventualità. COMMENTO Con l’ordinanza in commento la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della società ex-datrice di lavoro che, dopo aver contestato la giusta causa delle dimissioni rassegnate da un…

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