Diritto Bancario

La «speciale autorizzazione del fideiussore» ex art. 1956 c.c.

«Il fideiussore per un’obbligazione futura è liberato se il creditore, senza speciale autorizzazione del fideiussore, ha fatto credito al terzo, pur conoscendo che le condizioni patrimoniali di questo erano divenute tali da rendere notevolmente più difficile il soddisfacimento del credito. Non è valida la preventiva rinuncia del fideiussore ad avvalersi della liberazione» (art. 1956 c.c.). L’onere del creditore (ad es. banca) di richiedere l’autorizzazione del fideiussore prima di far credito al terzo, le cui condizioni patrimoniali siano peggiorate dopo la stipulazione del contratto di garanzia, assolve alla evidente finalità di consentire al fideiussore di sottrarsi, negando l’autorizzazione, all’adempimento di un’obbligazione divenuta, senza sua colpa, più gravosa (Cass. n. 7444/2017; Cass. n. 32774/2019). L’autorizzazione del fideiussore può essere ritenuta implicitamente concessa…

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Ammortamento francese e TAEG/ISC secondo Corte d’Appello Roma 23 marzo 2023

Nell’ambito del perdurante dibattito in corso sugli effetti anatocistici dell’ammortamento alla francese e le conseguenze della erronea indicazione nel contratto di mutuo del TAEG/ISC, si segnala una recente sentenza della Corte d’Appello di Roma del 23 marzo 2023 n. 2126 che, in linea con l’orientamento giurisprudenziale maggioritario, ha stabilito quanto segue. Piano di ammortamento alla francese «La Corte si è più volte pronunciata sulla legittimità di tale piano e non resta, pertanto, che richiamare quanto già detto in altre occasioni. In particolare, questa Corte ha già avuto modo di affermare la non configurabilità della violazione delle norme in tema di anatocismo nel piano di ammortamento alla francese (cfr. Corte Appello Roma sez. I n. 1011 del 14.2.2018, Corte Appello Roma…

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Orientamenti di legittimità: interessi e clausola di salvaguardia

La c.d. clausola di salvaguardia è una previsione contrattuale talora apposta nei contratti di mutuo finalizzata ad impedire il superamento del tasso-soglia usura da parte degli interessi di mora (in via residuale, anche degli interessi corrispettivi), con effetto sostitutivo automatico dell’eventuale tasso usurario col tasso-soglia pro tempore vigente (la sentenza delle Sezioni Unite n. 24675/2017 in tema di usura ‘sopravvenuta’ ha ridimensionato l’utilità di questa previsione contrattuale). Nella prassi, si è soliti distinguere secondo che la clausola di salvaguardia operi in riferimento a) al solo tasso di mora, ricondotto nell’ambito del tasso-soglia usura, ovvero b) limiti (più efficacemente) l’intera previsione degli oneri contrattuali al tasso-soglia, ossia il tasso di mora più gli oneri di inadempimento (ad es. spese di gestione…

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Art. 119 TUB: la richiesta della documentazione inerente a singole operazioni

Come noto, l’art. 119, comma 4, TUB stabilisce che il cliente, colui che gli succede a qualunque titolo o che ne subentra nell’amministrazione dei beni hanno diritto di ottenere, a proprie spese, non oltre 90 giorni dalla richiesta, «copia della documentazione inerente singole operazioni poste in essere negli ultimi dieci anni. Al cliente possono essere addebitati solo i costi di produzione di tale documentazione». La Cassazione ha chiarito che il diritto del cliente di avere copia della documentazione bancaria, sancito dall’art. 119, comma 4, TUB, ha natura sostanziale e non meramente processuale e la sua tutela si configura come situazione giuridica “finale”, a carattere non strumentale; tale diritto non si esplica nell’ambito di un processo avente ad oggetto l’attuazione di…

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Illegittima segnalazione ‘a sofferenza’ e perdita di chance

Il soggetto che assume l’illegittimità della segnalazione “a sofferenza” del proprio nominativo alla Centrale dei rischi di Banca d’Italia deve fornire la prova di avere subìto un concreto pregiudizio (patrimoniale o no); non sono, infatti, ricevibili richieste di risarcimento generiche: il diritto al risarcimento del danno conseguente alla lesione di un diritto soggettivo non è riconosciuto con caratteristiche e finalità punitive, ma in relazione all’effettivo pregiudizio subìto dal titolare del diritto leso (da dimostrare) (Cass., Sez. Un., n. 15350/2015; Cass., Sez. Un., n. 26972/2008; Cass. nn. 3133/2020, 1931/2017; 23206/2015, 16133/2014, 1781/2012 e 1183/2007). Nel danno patrimoniale è lamentata la lesione di un diritto soggettivo riveniente dalla illegittima segnalazione a sofferenza: ad es., impossibilità di accedere a delle nuove linee di…

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L’ammortamento francese secondo la sentenza n. 34677/2022 della Corte di Cassazione

Nell’ambito del perdurante dibattito in essere riguardo alle ricadute anatocistiche del piano di ammortamento alla francese (secondo quanto argomentato da alcuni matematici finanziaria e da un minoritario orientamento giurisprudenziale), si segnala una recente decisione della Corte di Cassazione n 34677/2022 che ha, tra le altre cose, testualmente affermato quanto segue: «Il vizio motivazionale denunciato muove da un’interpretazione della locuzione secondo cui nel mutuo con sistema di ammortamento alla francese, “al solo fine di determinare la misura delle rate costanti, si fa uso di una formula di matematica finanziaria che utilizza anche l’interesse composto)”. Una simile dizione intende richiamare, nella sostanza (per il vero con una terminologia imprecisa e di comprensibilità non immediata), la struttura caratteristica del tipo di ammortamento in…

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Illegittima segnalazione alla Centrale dei rischi, art. 700 c.p.c. e periculum in mora

In tema di illegittime segnalazioni alla Centrale dei rischi, avverso le quali è promossa la tutela cautelare d’urgenza, la “irreparabilità” del pregiudizio di cui all’art. 700 c.p.c. si riferisce a situazioni giuridiche la cui lesione non consente una restitutio in integrum; Stabilito che il fumus boni iuris coincide con la dimostrazione della erronea valutazione compiuta dalla banca segnalante (insussistenza dello stato di insolvenza da cui scaturisce l’appostazione ‘a sofferenza’), riguardo al periculum in mora la giurisprudenza ha disposto la cancellazione ex art. 700 c.p.c. della illegittima segnalazione alla Centrale dei rischi a) qualora tale segnalazione possa determinare la revoca di altri affidamenti da parte di altri istituti di credito, allarmati da una situazione di insolvenza in realtà inesistente, così determinando…

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Il deposito cauzionale infruttifero: la posizione della Cassazione

Nella prassi bancaria, spesso il netto ricavo dell’importo concesso a mutuo (contratto unico) è trattenuto in “deposito cauzionale” infruttifero presso l’istituto mutuante, a garanzia dell’espletamento degli obblighi posti a carico del mutuatario in occasione della stipula del finanziamento: all’adempimento di tali obblighi è subordinato il successivo svincolo in favore del mutuatario delle somme erogate. Il deposito cauzionale infruttifero era espressamente disciplinato dall’art. 5, comma 9, L. n. 175/1991 (poi abrogata dal TUB in un’ottica di semplificazione e razionalizzazione della normativa bancaria): I mutui fondiari concessi ai sensi  dell’articolo  4, comma 1, lettera a), possono essere perfezionati anche con la stipulazione di un unico contratto; in tal caso le somme erogate sono  costituite in deposito cauzionale presso gli Enti mutuanti finché…

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Recesso per giusta causa dal rapporto di apertura di credito

La disciplina del recesso dal contratto di apertura di credito è prevista dall’art. 1845 c.c., che distingue tra i contratti a tempo indeterminato e quelli a tempo determinato. Dal recesso derivano, notoriamente, due effetti: la sospensione della disponibilità del fido (efficacia estintiva del recesso) e l’obbligo di rientro da parte del cliente. Il termine stabilito dal secondo comma dell’art. 1845 c.c. (applicabile alle aperture di credito a tempo determinato) concerne l’obbligo di restituzione delle somme già utilizzate, e non invece l’efficacia (estintiva) del recesso, la quale si realizza immediatamente in conseguenza del relativo esercizio mediante comunicazione all’affidato; il termine stabilito dal terzo comma attiene invece proprio al profilo dell’efficacia della revoca, dovendosi la norma interpretare nel senso che, successivamente alla…

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Ius variandi e giustificato motivo

In esito ad una elaborata evoluzione normativa, l’attuale art. 118 TUB, rubricato Modifica unilaterale delle condizioni contrattuali, stabilisce (sintetizzando) che le banche e gli intermediari finanziari: – debbano inviare alla propria clientela una comunicazione preventiva che illustri il contenuto della modifica unilaterale proposta; – l’effettiva ricezione della comunicazione da parte del cliente, in caso di contestazione, deve essere provata dall’intermediario; – la comunicazione, in forma scritta o comunque redatta su supporto durevole preventivamente accettato dal cliente, deve recare la dicitura “Proposta di modifica unilaterale del contratto”; – la comunicazione deve recare l’indicazione delle motivazioni poste a sostegno della modifica proposta, ossia presenza di un giustificato motivo, e la data di entrata in vigore della modifica, previo il rispetto di un termine di 60 giorni…

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