Diritto Bancario
Cassazione 7 maggio 2015: interessante ricognizione sugli oneri probatori
Si segnala una recentissima sentenza della Cassazione del 7 maggio 2015, n. 9201 (scarica sentenza), che opera un’interessante ricognizione di principi di diritto in tema di oneri probatori: – qualora l’attore proponga domanda di accertamento negativo del diritto del convenuto e quest’ultimo non si limiti a chiedere il rigetto della pretesa avversaria ma proponga domanda riconvenzionale per conseguire il credito negato dalla controparte, ambedue le parti hanno l’onere di provare le rispettive contrapposte pretese (Cass. 3374/2007; Cass. 12963/2005; Cass. 7282/1997); – l’onere probatorio gravante, a norma dell’art. 2697 c.c., su chi intende far valere in giudizio un diritto, ovvero su chi eccepisce la modifica o l’estinzione del diritto da altri vantato, non subisce deroga neanche quando abbia ad oggetto “fatti negativi”,…
Continua a leggere...Fideiussione nei rapporti bancari: due interessanti sentenze della Cassazione
Una garanzia personale di ricorrente utilizzazione nella prassi bancaria è la fideiussione.In argomento, si evidenziano due interessanti sentenze della Cassazione. Con decisione Cass. 8.7.2014, n. 15476, il collegio ha chiarito che la delimitazione ambigua dell’oggetto della garanzia, la cui relativa clausola contenga un incongruo riferimento testuale “alle inadempienze”, anziché ad un’obbligazione, a un debito o a una prestazione, impone di far applicazione dell’essenziale principio della interpretatio contra proferentem, di cui all’art. 1370 c.c. In tal senso, si è ritenuta adeguata l’interpretazione del giudice di merito, secondo cui l’assunzione della garanzia relativa “alle inadempienze” era riferibile alle obbligazioni scadute e non adempiute durante il periodo di vigenza della polizza fideiussoria, con conseguente inapplicabilità dell’art. 1957 c.c., il quale, com’è noto, prevede…
Continua a leggere...Rapporti tra procedura esecutiva per credito fondiario e fallimento
Una recente decisione della Cassazione del 30 marzo 2015, n. 6377 (scarica sentenza), offre lo spunto per operare una rapida ricognizione dei principi di diritto fissati dalla giurisprudenza di legittimità riguardo ai rapporti tra esecuzione individuale e fallimento nell’ambito delle operazioni di credito fondiario. In via di premessa, occorre ricordare che ex art. 41, 2° co., t.u.b., l’azione esecutiva sui beni ipotecati a garanzia di finanziamenti fondiari può essere iniziata o proseguita dalla banca anche dopo la dichiarazione di fallimento del debitore (la facoltà del creditore fondiario di iniziare o proseguire l’azione esecutiva chiedendo la vendita in sede esecutiva, si pone in deroga a quanto stabilito dall’art. 51 l. fall.). Il curatore ha facoltà di intervenire nell’esecuzione individuale. La somma ricavata…
Continua a leggere...Tribunale di Milano: illegittimo l’anatocismo bancario dal 1° gennaio 2014
Riguardo alla dibattuta legittimità dell’anatocismo bancario dal 1° gennaio 2014 (v. precedente articolo del 9 marzo), si evidenziano due recenti ordinanze del Tribunale di Milano, rispettivamente in data 25.3.2015 e 3.4.2015 (scarica ordinanza Trib. Milano 3 aprile 2015), finalizzate ad inibire il calcolo anatocistico degli interessi passivi maturati nell’ambito di un contratto di finanziamento (anche già in essere alla data del 1° gennaio 2014). Con convincenti argomentazioni logico-giuridiche i giudici, investiti della questione ex art. 140, comma 8, del Codice del Consumo (d.lgs. n. 206/2005), hanno infatti rilevato la chiara, lapidaria portata dispositiva del secondo comma dell’art. 120 T.U.B., in forza del quale gli interessi non possono produrre ulteriori interessi, che viceversa vanno conteggiati solo sulla sorte capitale (come peraltro…
Continua a leggere...Usura in concreto: la Cassazione fissa le regole
La cd. usura in concreto è disciplinata dal terzo comma dell’art. 644 c.p., secondo cui “sono altresì usurari gli interessi, anche se inferiori a tale limite, e gli altri vantaggi o compensi che, avuto riguardo alle concrete modalità del fatto e al tasso medio praticato per operazioni similari, risultano comunque sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro o di altra utilità, ovvero all’opera di mediazione, quando chi li ha dati o promessi si trova in condizioni di difficoltà economica o finanziaria“. Riguardo all’operatività della previsione normativa in commento, la Cassazione pen., con decisione n. 18778 del 7.5.2014, ha fissato i seguenti principi di diritto: – ai fini dell’integrazione dell’elemento materiale della cd. usura in concreto occorre che il soggetto passivo…
Continua a leggere...Mutui bancari: la Cassazione su aspetti di ricorrente interesse pratico-professionale
Si segnalano due decisioni della Cassazione, in tema di mutuo bancario, su aspetti di ricorrente interesse pratico-professionale. Cass. 15.1.2014, n. 11400, ha precisato che con l’entrata in vigore del d.lgs. 1.9.1993, n. 385 (T.U.B), l’avvenuta trasformazione del credito fondiario in un contratto di finanziamento a medio e lungo termine garantito da ipoteca di primo grado su immobili ha comportato l’applicazione delle limitazioni di cui all’art. 1283 c.c.: di conseguenza, il mancato pagamento di una rata di mutuo non determina più l’obbligo (prima normativamente previsto) di corrispondere gli interessi di mora sull’intera rata, inclusa la parte rappresentata dagli interessi corrispettivi, dovendosi altresì escludere la vigenza di un uso normativo contrario. La Suprema Corte, inoltre, con altra decisione del 27.11.2014, n. 25205,…
Continua a leggere...La capitalizzazione degli interessi debitori secondo la Cassazione.
La negazione dell’esistenza di usi normativi idonei a legittimare la capitalizzazione trimestrale degli interessi debitori (Cass. n. 2374/1999; Cass. n. 3096/1999; Cass. n. 12507/1999), ha indotto la giurisprudenza ad interrogarsi circa la presenza di consuetudini in grado di giustificare l’anatocismo su altre basi temporali. Esclusa l’esistenza di usi normativi in ordine ad una capitalizzazione da operare su base annuale (cfr. Cass. n. 20172/2013; Cass., Sez. U., n. 24418/ 2010; Cass. n. 6187/2005), anche l’ipotesi della capitalizzazione semestrale, da fondarsi eventualmente sull’applicazione dell’art. 1831 cod. civ. al contratto di conto corrente bancario, è stata esclusa, sicchè deve ritenersi che gli interessi a debito del correntista debbano essere calcolati senza alcuna forma di capitalizzazione. Nel solco di questa conclusione si…
Continua a leggere...Come esercitare il diritto alla consegna della documentazione bancaria
Il quarto comma dell’art. 119 del testo unico bancario (d.lgs. n. 385/1993), che riconosce al cliente della banca, al suo successore a qualunque titolo e a colui che subentra nell’amministrazione dei suoi beni il “diritto di ottenere, a proprie spese, entro un conguo termine e comunque non oltre novanta giorni, copia della documentazione inerente a singole operazioni poste in essere negli ultimi dieci anni“, è espressione del principio di buona fede nell’esecuzione del contratto (art. 1375 c.c.). La pretesa, tutelabile in via giurisdizionale, di ottenere la documentazione bancaria si configura, infatti, quale diritto autonomo che, pur derivando dal contratto, è estraneo alle obbligazioni tipiche che ne costituiscono lo specifico contenuto; esso nasce dall’obbligo di buona fede, correttezza e solidarietà,…
Continua a leggere...Contratto bancario non sottoscritto da uno dei contraenti
Nella prassi giudiziale, non è infrequente che oggetto del contenzioso sia un contratto bancario non sottoscritto da uno dei contraenti (spesso la banca).Le soluzioni al riguardo messe a punto dalla giurisprudenza, anche di legittimità, sono sintetizzabili come segue. A) sia la produzione in giudizio della scrittura da parte di chi non l’ha sottoscritta (Cass. 4564/2012; Cass. 11409/2006), sia qualsiasi manifestazione di volontà del contraente che non abbia firmato, risultante da uno scritto diretto alla controparte e dalla quale emerga l’intento di avvalersi del contratto, realizzano un valido equivalente della sottoscrizione mancante, purché la parte che ha sottoscritto non abbia in precedenza revocato il proprio consenso ovvero non sia deceduta (cfr. Cass. 3338/1969; Cass. 2952/1979; Cass. 469/1983; Cass. 5868/1994; Cass….
Continua a leggere...Centrale Rischi: il punto sulla segnalazione a “sofferenza”
Si evidenzia una recente sentenza della Cassazione del 29 gennaio 2015, n. 1725 (scarica sentenza), che ha fatto il punto sulla segnalazione a ‘sofferenza’ in Centrale dei rischi, tematica spesso oggetto di contenzioso banca/clienti. Secondo la Cassazione, è estraneo alla nozione di “sofferenza” l’inadempimento correlato ad una situazione di illiquidità contingente e non strutturale, non accompagnato, cioè, da un oggettivo stato di difficoltà a far fronte alle proprie obbligazioni. L’appostazione a sofferenza non richiede, però, una previsione di perdita del credito, e dunque ben può sussistere anche qualora il patrimonio del debitore consenta ancora, allo stato e nel contesto della sua negatività, margini di rientro (magari attraverso mezzi non del tutto “normali”, ovvero secondo una linea prospettica del futuro passaggio a pagamenti “irregolari”): ciò…
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