Diritto Bancario

Durata della fideiussione: Cassazione 27531/2014

Riguardo alla durata dell’obbligazione fideiussoria, Cass. 30.12.2014, n. 27531 ha stabilito che deve ritenersi consentita la possibilità di prevedere un limite di tempo alla fideiussione inferiore a quello del rapporto garantito. In motivazione è chiarito che tale opzione, sebbene non espressamente prevista dal codice, può ricondursi alla previsione dell’art. 1941, 2° co., c.c., che consente di prestare la fideiussione per una parte soltanto del debito o a condizioni meno onerose, e comunque non è vietata perché pur sempre tesa a mettere il garante in una posizione più favorevole rispetto a quella del debitore principale. È la eventualità inversa, ovvero la possibilità che il garante sia impegnato più severamente che il debitore principale, che è vista sfavorevolmente dall’ordinamento e sanzionata con…

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Penale di anticipata estinzione e usura: ordinanza del Trib. Bari

Si evidenzia una ordinanza del Tribunale di Bari del 12.12.2014 (scarica ordinanza), secondo cui ai fini della verifica della usurarietà del tasso pattuito nel contratto di mutuo deve tenersi conto non solo del tasso di interessi convenuto ma anche di tutti gli altri costi previsti in contratto, “sia quelli certi che quelli eventuali quali possono essere gli interessi moratori e la commissione per estinzione anticipata”. La rilevanza della penale di anticipata estinzione nella determinazione della usurarietà del tasso è stata affermata anche da Trib. Pescara 28.11.2014, sul presupposto che ai fini della disciplina anti-usura e del superamento del tasso soglia rileva qualsiasi onere collegato alla erogazione del credito e, quindi, anche il costo pattuito per la estinzione anticipata del mutuo….

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Controversie bancarie e lite temeraria

In tempi recenti, iniziative processuali evidentemente valutate troppo ‘avventurose’ dai Giudici di merito hanno fatto scattare l’applicazione dell’art. 96, 3° co., c.p.c (Responsabilità aggravata). Di seguito una breve rassegna di decisioni. Trib. Torino 17.9.2014: “Sussiste responsabilità aggravata dell’attrice ex art. 96, 3° co., c.p.c. per avere agito in giudizio con malafede o colpa grave. Sono chiaro indice di malafede/colpa grave l’aver sostenuto tesi contraddette dalla propria stessa perizia di parte e peraltro, quand’anche fondate, controproducenti in ragione dell’applicazione di un interesse più oneroso a carico di essa attrice e aver arbitrariamente ignorato chiari dati normativi che segnalano la non cumulabilità di interessi moratori e corrispettivi e il diritto della banca a pretendere interessi moratori sulla rata scaduta“ Trib. Salerno 30.1.2015:…

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Versamenti annotati in conto

Secondo la giurisprudenza costante e consolidata della Suprema Corte (da ultimo Cass. 29.1.2015, n. 1725), formatasi in tema di revocazione di rimesse bancarie, il versamento annotato in conto deve ritenersi avvenuto allorché la somma accreditata viene posta nell’effettiva disponibilità del correntista. Al fine della verifica della data di esecuzione del pagamento occorre perciò far riferimento al criterio del c.d. “saldo disponibile”, che non coincide necessariamente né con quello contabile (che riflette le registrazioni in ordine puramente cronologico) né con quello per valuta (che è effetto del posizionamento delle partite unicamente in base alla data di maturazione degli interessi). Nel caso di versamenti eseguiti in conto a mezzo assegni bancari, in cui il beneficiario non può, all’evidenza, disporre delle somme portate…

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Cassazione 7 maggio 2015: interessante ricognizione sugli oneri probatori

Si segnala una recentissima sentenza della Cassazione del 7 maggio 2015, n. 9201 (scarica sentenza), che opera un’interessante ricognizione di principi di diritto in tema di oneri probatori: – qualora l’attore proponga domanda di accertamento negativo del diritto del convenuto e quest’ultimo non si limiti a chiedere il rigetto della pretesa avversaria ma proponga domanda riconvenzionale per conseguire il credito negato dalla controparte, ambedue le parti hanno l’onere di provare le rispettive contrapposte pretese (Cass. 3374/2007; Cass. 12963/2005; Cass. 7282/1997);  – l’onere probatorio gravante, a norma dell’art. 2697 c.c., su chi intende far valere in giudizio un diritto, ovvero su chi eccepisce la modifica o l’estinzione del diritto da altri vantato, non subisce deroga neanche quando abbia ad oggetto “fatti negativi”,…

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Fideiussione nei rapporti bancari: due interessanti sentenze della Cassazione

Una garanzia personale di ricorrente utilizzazione nella prassi bancaria è la fideiussione.In argomento, si evidenziano due interessanti sentenze della Cassazione. Con decisione Cass. 8.7.2014, n. 15476, il collegio ha chiarito che la delimitazione ambigua dell’oggetto della garanzia, la cui relativa clausola contenga un incongruo riferimento testuale “alle inadempienze”, anziché ad un’obbligazione, a un debito o a una prestazione, impone di far applicazione dell’essenziale principio della interpretatio contra proferentem, di cui all’art. 1370 c.c. In tal senso, si è ritenuta adeguata l’interpretazione del giudice di merito, secondo cui l’assunzione della garanzia relativa “alle inadempienze” era riferibile alle obbligazioni scadute e non adempiute durante il periodo di vigenza della polizza fideiussoria, con conseguente inapplicabilità dell’art. 1957 c.c., il quale, com’è noto, prevede…

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Rapporti tra procedura esecutiva per credito fondiario e fallimento

Una recente decisione della Cassazione del 30 marzo 2015, n. 6377 (scarica sentenza), offre lo spunto per operare una rapida ricognizione dei principi di diritto fissati dalla giurisprudenza di legittimità riguardo ai rapporti tra esecuzione individuale e fallimento nell’ambito delle operazioni di credito fondiario. In via di premessa, occorre ricordare che ex art. 41, 2° co., t.u.b., l’azione esecutiva sui beni ipotecati a garanzia di finanziamenti fondiari può essere iniziata o proseguita dalla banca anche dopo la dichiarazione di fallimento del debitore (la facoltà del creditore fondiario di iniziare o proseguire l’azione esecutiva chiedendo la vendita in sede esecutiva, si pone in deroga a quanto stabilito dall’art. 51 l. fall.). Il curatore ha facoltà di intervenire nell’esecuzione individuale. La somma ricavata…

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Tribunale di Milano: illegittimo l’anatocismo bancario dal 1° gennaio 2014

Riguardo alla dibattuta legittimità dell’anatocismo bancario dal 1° gennaio 2014 (v. precedente articolo del 9 marzo), si evidenziano due recenti ordinanze del Tribunale di Milano, rispettivamente in data 25.3.2015 e 3.4.2015 (scarica ordinanza Trib. Milano 3 aprile 2015), finalizzate ad inibire il calcolo anatocistico degli interessi passivi maturati nell’ambito di un contratto di finanziamento (anche già in essere alla data del 1° gennaio 2014). Con convincenti argomentazioni logico-giuridiche i giudici, investiti della questione ex art. 140, comma 8, del Codice del Consumo (d.lgs. n. 206/2005), hanno infatti rilevato la chiara, lapidaria portata dispositiva del secondo comma dell’art. 120 T.U.B., in forza del quale gli interessi non possono produrre ulteriori interessi, che viceversa vanno conteggiati solo sulla sorte capitale (come peraltro…

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Usura in concreto: la Cassazione fissa le regole

La cd. usura in concreto è disciplinata dal terzo comma dell’art. 644 c.p., secondo cui “sono altresì usurari gli interessi, anche se inferiori a tale limite, e gli altri vantaggi o compensi che, avuto riguardo alle concrete modalità del fatto e al tasso medio praticato per operazioni similari, risultano comunque sproporzionati rispetto alla prestazione di denaro o di altra utilità, ovvero all’opera di mediazione, quando chi li ha dati o promessi si trova in condizioni di difficoltà economica o finanziaria“.             Riguardo all’operatività della previsione normativa in commento, la Cassazione pen., con decisione n. 18778 del 7.5.2014, ha fissato i seguenti principi di diritto:             –  ai fini dell’integrazione dell’elemento materiale della cd. usura in concreto occorre che il soggetto passivo…

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Mutui bancari: la Cassazione su aspetti di ricorrente interesse pratico-professionale

Si segnalano due decisioni della Cassazione, in tema di mutuo bancario, su aspetti di ricorrente interesse pratico-professionale. Cass. 15.1.2014, n. 11400, ha precisato che con l’entrata in vigore del d.lgs. 1.9.1993, n. 385 (T.U.B), l’avvenuta trasformazione del credito fondiario in un contratto di finanziamento a medio e lungo termine garantito da ipoteca di primo grado su immobili ha comportato l’applicazione delle limitazioni di cui all’art. 1283 c.c.: di conseguenza, il mancato pagamento di una rata di mutuo non determina più l’obbligo (prima normativamente previsto) di corrispondere gli interessi di mora sull’intera rata, inclusa la parte rappresentata dagli interessi corrispettivi, dovendosi altresì escludere la vigenza di un uso normativo contrario. La Suprema Corte, inoltre, con altra decisione del 27.11.2014, n. 25205,…

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