Diritto Bancario
Principio di vicinanza della prova
Il c.d. principio di vicinanza della prova prevede che l’onere della prova debba essere ripartito tenendo conto in concreto della possibilità per l’uno o per l’altro dei contendenti di provare circostanze che ricadono nelle rispettive sfere d’azione, per cui è ragionevole gravare dell’onere probatorio la parte a cui è più vicino il fatto da provare (ossia, nei rapporti bancari, la banca). Secondo la Cassazione, l’onere della prova ex art. 2697 c.c. non subisce deroghe né per effetto della natura dell’azione (accertamento negativo) proposta dal correntista né avuto riguardo al c.d. principio di vicinanza della prova: “l’onere probatorio gravante, a norma dell‘art. 2697 c.c., su chi intende far valere in giudizio un diritto, ovvero su chi eccepisce la modifica o l’estinzione…
Continua a leggere...Contenzioso bancario: oneri probatori della banca
La produzione del saldaconto e di parte degli estratti conto da parte della banca non consente l’integrale ricostruzione delle movimentazioni dei conti bancari e, quindi, la corretta determinazione del dovuto dal correntista. Secondo il costante insegnamento della Cassazione (Cass. nn. 10692/2007; 23794/2010; 21597/2013; 10696/2014; 7972/2016; 16829/2016) nei rapporti bancari in conto corrente, una volta che sia stata esclusa la validità, per mancanza dei requisiti di legge, della pattuizione di interessi non dovuti (ultralegali o anatocistici) a carico del correntista, la banca non può dimostrare l’entità del proprio credito mediante la produzione, ai sensi dell’art. 2710 c.c., di estratto notarile delle sue scritture contabili o di estratto di saldaconto, dai quali risulti il mero saldo del conto. Soltanto la produzione degli…
Continua a leggere...La Cassazione sull’usura ‘per dazione’
Con l’interessante decisione n. 39334 del 12 luglio 2016 (pubblicata il 22 settembre 2016), la Cassazione ha stabilito due importanti principi di diritto in materia di usura ‘per dazione’. L’art. 644 c.p., come noto, punisce sia la dazione sia la pattuizione di interessi usurari. Il delitto di usura si configura, dunque, come un reato a schema duplice, costituito da due fattispecie – destinate strutturalmente l’una ad assorbire l’altra, con l’esecuzione della pattuizione usuraria – aventi in comune l’induzione del soggetto passivo alla pattuizione di interessi o altri vantaggi usurari in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altra cosa mobile, delle quali l’una è caratterizzata dal conseguimento del profitto illecito e l’altra dalla sola accettazione del sinallagma ad…
Continua a leggere...Requisiti di determinabilità del tasso Euribor
Secondo la giurisprudenza di legittimità l’oggetto del contratto, per il quale è necessaria la forma scritta ad substantiam, può considerarsi determinabile, benché non indicato specificamente, solo se sia con certezza individuabile in base agli elementi prestabiliti dalle parti nello stesso atto scritto (cfr. Cass. n.5385/11; Cass. n.2216/04; Cass. n.7416/00; Cass. n.6214/99). Con specifico riferimento ai contratti di mutuo, la Suprema Corte ha evidenziato come, affinché una convenzione relativa agli interessi ultralegali sia validamente stipulata ai sensi del’art.1284, comma 3, c.c. (che è norma imperativa), oltre ad avere la forma scritta, deve contenere l’indicazione della percentuale del tasso di interesse in ragione di un periodo determinato, precisando che tale condizione può essere soddisfatta anche per relationem, attraverso il richiamo a criteri…
Continua a leggere...Strumenti derivati e responsabilità dell’intermediario
La responsabilità del datore di lavoro per fatto del dipendente è prevista sia in sede contrattuale (art. 1228 c.c.) che in sede extracontrattuale (art. 2049 c.c.). A parte la diversa natura della responsabilità, entrambe le norme prevedono che colui che si avvale dell’opera di altri ne risponde, purché sussista – secondo quanto elaborato dalla giurisprudenza – il c.d. nesso di occasionalità necessaria, il quale si atteggia quale nesso causale tra l’esercizio delle incombenze dell’ausiliario e il danno. La disciplina si fonda sul fatto che l’agire del dipendente è uno degli strumenti dei quali l’intermediario si avvale nell’organizzazione della propria impresa, traendone benefici ai quali è ragionevole far corrispondere i rischi e sull’esigenza di offrire una adeguata garanzia all’investitore. Si…
Continua a leggere...Recesso della banca dall’apertura di credito
La Corte di cassazione, con la sentenza del 24 agosto 2016, n. 17291, torna ad occuparsi di una importante questione: quando il recesso della banca dal rapporto di affidamento in conto corrente può dirsi imprevisto o arbitrario? I principi di diritto ribaditi dalla Suprema Corte sono i seguenti: in caso di recesso di una banca dal rapporto di credito a tempo determinato in presenza di una giusta causa tipizzata dalle parti del rapporto contrattuale, il giudice non deve limitarsi al riscontro obiettivo della sussistenza o meno dell’ipotesi tipica di giusta causa ma, alla stregua del principio per cui il contratto deve essere eseguito secondo buona fede, deve accertare che il recesso non sia esercitato con modalità impreviste ed arbitrarie, tali…
Continua a leggere...La Cassazione su anatocismo e usura
Si segnala una interessante decisione della Cassazione del 17.8.2016, n. 17150, che ha stabilito due importanti principi di diritto, di immediato impatto sul contenzioso bancario in materia di anatocismo e usura: 1) In tema di controversie relative ai rapporti tra la banca ed il cliente correntista, il quale lamenti la nullità della clausola di capitalizzazione trimestrale degli interessi anatocistici maturati con riguardo ad un contratto di apertura di credito bancario regolato in conto corrente e negoziato dalle parti in data anteriore al 22 aprile 2000, una volta che il giudice abbia dichiarato la nullità della detta clausola egli non può applicare la capitalizzazione annuale degli interessi, perché questi, in conseguenza di quella declaratoria, si sottraggono a qualunque tipo di…
Continua a leggere...Delibera CICR 3.8.2016 (anatocismo bancario)
Il 3 agosto 2016 il Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio ha approvato la Delibera (allegata) che detta le disposizioni attuative del secondo comma dell’art. 120 del Testo unico bancario (TUB). Si segnalano i seguenti aspetti della citata Delibera, che è previsto gli intermediari applichino a partire, al più tardi, dal 1° ottobre 2016: – l’imputazione dei pagamenti è regolata in conformità dell’articolo 1194 c.c. – gli interessi debitori maturati non possono produrre interessi, salvo quelli di mora – agli interessi moratori si applicano le disposizioni del codice civile – nei rapporti di conto corrente o di conto di pagamento è assicurata la stessa periodicità, comunque non inferiore a un anno, nel conteggio degli interessi creditori e debitori…
Continua a leggere...Nuove istruzioni Bankitalia per la rilevazione dei Tassi Effettivi Globali Medi
Il TEGM, come noto, risulta dalla rilevazione effettuata ogni tre mesi dalla Banca d’Italia per conto del Ministro dell’Economia e delle Finanze. Le tabelle dei TEGM sono pubblicate nella Gazzetta Ufficiale, sui siti della Banca d’Italia e del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il TEGM, comprensivo di commissioni, di remunerazioni a qualsiasi titolo e spese, escluse quelle per imposte e tasse, si riferisce agli interessi annuali praticati dalle banche e dagli intermediari finanziari per operazioni della stessa natura. La classificazione delle operazioni per categorie omogenee, che tiene conto della natura, dell’oggetto, dell’importo, della durata, dei rischi e delle garanzie è effettuata ogni anno dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, che affida alla Banca d’Italia la rilevazione dei dati. Dal 14…
Continua a leggere...Ancora sull’imputazione dei pagamenti nel conto corrente bancario
Facendo seguito ad altro contributo in argomento (vedi 27.5.2016, Conto corrente bancario e art. 1194 c.c.), si segnala una significativa decisione della Cassazione (Cass. 26.5.2016, n. 10941) relativa all’applicabilità al conto corrente bancario dei criteri di imputazione dei versamenti disciplinati dall’art. 1194 c.c. Come noto, l’art. 1194, comma 1, c.c., stabilisce che: “Il debitore non può imputare il pagamento al capitale, piuttosto che agli interessi e alle spese, senza il consenso del creditore”. Detto disposto normativo – che detta il principio secondo cui ogni pagamento deve essere imputato prima al capitale e successivamente agli interessi, salvo il diverso accordo con il creditore – postula che il credito sia liquido ed esigibile, dato che questo, per la sua natura, produce gli…
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