Diritto Bancario

L’assegno bancario nella recente giurisprudenza di legittimità

L’assegno bancario privo di data di emissione è nullo, non vale cioè come tale (art. 2, comma 1, legge ass.), bensì come mera promessa di pagamento (Cass. 4804/2006; 4368/1995); di conseguenza non trovano applicazione le disposizioni di cui all’art. 58 legge ass., e in particolare l’onere del deposito in cancelleria, rivolto ad evitare il rischio di esporre il debitore contemporaneamente all’azione cartolare e all’azione causale (Cass. 20449/2016; Cass. 6/1985). L’eventualità che il portatore metta in circolazione il titolo nonostante la mancanza di data, può essere fonte di pregiudizi di puro fatto – non già di diritto – per il traente, dato che agli effetti della validità dell’assegno bancario occorre che il requisito dell’indicazione della data sussista al momento in cui…

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Cassazione: tasso usurario e commissione di massimo scoperto ante 2009

In una recente decisione pubblicata il 3 novembre 2016 n. 22270, la Suprema Corte è tornata ad occuparsi della CMS pattuita ante 2009 che, come noto, le Istruzioni di vigilanza della Banca d’Italia (versione 2006) escludevano dal calcolo del TEG. Al riguardo, il principio di diritto espresso dai giudici di legittimità stabilisce che, in tema di contratti bancari, la disposizione dettata dall’art. 2-bis, comma 2, del decreto-legge n. 185 del 2008, che attribuisce rilevanza, ai fini dell’applicazione dell’art. 1815 cod. civ., dell’art. 644 cod. pen. e degli artt. 2 e 3 della legge n. 108 del 1996, agli interessi, alle commissioni e alle provvigioni derivanti dalle clausole, comunque denominate, che prevedono una remunerazione, a favore della banca, dipendente dall’effettiva durata…

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Fideiussione e rapporti bancari

In presenza di un contratto di fideiussione, è all’obbligazione garantita che deve rife- rirsi il requisito soggettivo della qualità di consumatore, ai fini dell’applicabilità della specifica normativa in materia di tutela del consumatore, di cui agli artt. 1469 bis e ss. c.c., attesa l’accessorietà dell’obbligazione del fideiussore rispetto all’ obbligazione garantita. Ne consegue che deve ritenersi valida, per difetto del requisito soggettivo di applicabilità della disciplina delle clausole abusive nei contratti con i consumatori, la clausola derogativa della competenza territoriale, contenuta nel contratto di fideiussione per le esposizioni bancarie di una società di capitali, stipulato da un socio o da un terzo a favore di detta società (Cass. n. 16827/2016; conf. Cass. 25212/2011; Cass. 10107/2005; Cass. 314/2001). È parimenti diffuso…

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Mediazione in materia di contratti bancari

La mediazione è l’attività svolta da un professionista con requisiti di terzietà, finalizzata alla ricerca di un accordo amichevole per la composizione di una controversia, anche con formulazione di una proposta per la risoluzione della lite. La mediazione, rispetto ad alcune materie elencate nell’articolo 5 del d.lgs. n. 28 del 2010, si pone come condizione di procedibilità per l’avvio del processo (l’improcedibilità deve essere eccepita dal convenuto, a pena di decadenza, o rilevata d’ufficio dal giudice non oltre la prima udienza; nulla è invece stabilito riguardo un termine ultimo per il rilievo officioso del difetto della condizione di procedibilità in caso di mediazione demandata, cfr. Trib. Verona 7.7.2016). Tra le materia che soggiacciono all’obbligo di mediazione sono da annoverare anche…

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Principio di vicinanza della prova

Il c.d. principio di vicinanza della prova prevede che l’onere della prova debba essere ripartito tenendo conto in concreto della possibilità per l’uno o per l’altro dei contendenti di provare circostanze che ricadono nelle rispettive sfere d’azione, per cui è ragionevole gravare dell’onere probatorio la parte a cui è più vicino il fatto da provare (ossia, nei rapporti bancari, la banca). Secondo la Cassazione, l’onere della prova ex art. 2697 c.c. non subisce deroghe né per effetto della natura dell’azione (accertamento negativo) proposta dal correntista né avuto riguardo al c.d. principio di vicinanza della prova: “l’onere probatorio gravante, a norma dell‘art. 2697 c.c., su chi intende far valere in giudizio un diritto, ovvero su chi eccepisce la modifica o l’estinzione…

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Contenzioso bancario: oneri probatori della banca

La produzione del saldaconto e di parte degli estratti conto da parte della banca non consente l’integrale ricostruzione delle movimentazioni dei conti bancari e, quindi, la corretta determinazione del dovuto dal correntista. Secondo il costante insegnamento della Cassazione (Cass. nn. 10692/2007; 23794/2010; 21597/2013; 10696/2014; 7972/2016; 16829/2016) nei rapporti bancari in conto corrente, una volta che sia stata esclusa la validità, per mancanza dei requisiti di legge, della pattuizione di interessi non dovuti (ultralegali o anatocistici) a carico del correntista, la banca non può dimostrare l’entità del proprio credito mediante la produzione, ai sensi dell’art. 2710 c.c., di estratto notarile delle sue scritture contabili o di estratto di saldaconto, dai quali risulti il mero saldo del conto. Soltanto la produzione degli…

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La Cassazione sull’usura ‘per dazione’

Con l’interessante decisione n. 39334 del 12 luglio 2016 (pubblicata il 22 settembre 2016), la Cassazione ha stabilito due importanti principi di diritto in materia di usura ‘per dazione’.             L’art. 644 c.p., come noto, punisce sia la dazione sia la pattuizione di interessi usurari. Il delitto di usura si configura, dunque, come un reato a schema duplice, costituito da due fattispecie – destinate strutturalmente l’una ad assorbire l’altra, con l’esecuzione della pattuizione usuraria – aventi in comune l’induzione del soggetto passivo alla pattuizione di interessi o altri vantaggi usurari in corrispettivo di una prestazione di denaro o di altra cosa mobile, delle quali l’una è caratterizzata dal conseguimento del profitto illecito e l’altra dalla sola accettazione del sinallagma ad…

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Requisiti di determinabilità del tasso Euribor

Secondo la giurisprudenza di legittimità l’oggetto del contratto, per il quale è necessaria la forma scritta ad substantiam, può considerarsi determinabile, benché non indicato specificamente, solo se sia con certezza individuabile in base agli elementi prestabiliti dalle parti nello stesso atto scritto (cfr. Cass. n.5385/11; Cass. n.2216/04; Cass. n.7416/00; Cass. n.6214/99). Con specifico riferimento ai contratti di mutuo, la Suprema Corte ha evidenziato come, affinché una convenzione relativa agli interessi ultralegali sia validamente stipulata ai sensi del’art.1284, comma 3, c.c. (che è norma imperativa), oltre ad avere la forma scritta, deve contenere l’indicazione della percentuale del tasso di interesse in ragione di un periodo determinato, precisando che tale condizione può essere soddisfatta anche per relationem,  attraverso il richiamo a criteri…

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Strumenti derivati e responsabilità dell’intermediario

La responsabilità del datore di lavoro per fatto del dipendente è prevista sia in sede contrattuale (art. 1228 c.c.) che in sede extracontrattuale (art. 2049 c.c.).           A parte la diversa natura della responsabilità, entrambe le norme prevedono che colui che si avvale dell’opera di altri ne risponde, purché sussista – secondo quanto elaborato dalla giurisprudenza – il c.d. nesso di occasionalità necessaria, il quale si atteggia quale nesso causale tra l’esercizio delle incombenze dell’ausiliario e il danno. La disciplina si fonda sul fatto che l’agire del dipendente è uno degli strumenti dei quali l’intermediario si avvale nell’organizzazione della propria impresa, traendone benefici ai quali è ragionevole far corrispondere i rischi e sull’esigenza di offrire una adeguata garanzia all’investitore. Si…

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Recesso della banca dall’apertura di credito

La Corte di cassazione, con la sentenza del 24 agosto 2016, n. 17291, torna ad occuparsi di una importante questione: quando il recesso della banca dal rapporto di affidamento in conto corrente può dirsi imprevisto o arbitrario? I principi di diritto ribaditi dalla Suprema Corte sono i seguenti: in caso di recesso di una banca dal rapporto di credito a tempo determinato in presenza di una giusta causa tipizzata dalle parti del rapporto contrattuale, il giudice non deve limitarsi al riscontro obiettivo della sussistenza o meno dell’ipotesi tipica di giusta causa ma, alla stregua del principio per cui il contratto deve essere eseguito secondo buona fede, deve accertare che il recesso non sia esercitato con modalità impreviste ed arbitrarie, tali…

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