Diritto Bancario

Obblighi di rendicontazione della banca

Il contratto di conto corrente bancario, o di corrispondenza, ha natura di contratto innominato misto, in cui concorrono gli elementi del mandato (che hanno rilievo preminente nella determinazione della sua struttura e disciplina, come si ricava dal richiamo alle norme sul mandato contenuto nell’art. 1856 c.c. per tutte le operazioni regolate in conto corrente) ed elementi di altri negozi (così Cass. 21 dicembre 1971 n. 3701). Tanto non basta, tuttavia, a far ritenere che il rendiconto della banca per l’attività prestata in esecuzione del contratto trovi la sua disciplina nella regola posta dall’art. 1712 c.c.. Vero è, invece, che in tema di conto corrente bancario ha fondamento applicativo l’art. 1832 c.c. (cui fa rinvio l’art. 1857 c.c.). La Corte di…

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Rapporti bancari e consulenza tecnica d’ufficio

La CTU non è un mezzo istruttorio in senso stretto ma rientra nei poteri discrezionali del giudice di merito, cui è rimessa la facoltà di valutarne la necessità o l’opportunità ai fini della decisione, nonché l’ambito di estensione Essa può essere disposta solo per valutare fatti di cui sia già pacifica la dimostrazione e non può essere funzionale a soddisfare finalità esclusivamente esplorative: non può valere a eludere l’onere di allegazione e di prova incombente sulle parti processuali per la dimostrazione dei fatti posti alla base delle pretese azionate, specie in un sistema processuale caratterizzato da preclusioni istruttorie. Di conseguenza, la richiesta di CTU non è ammissibile ove la parte tenda con essa a supplire l’onere di allegazione e della…

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La Cassazione torna a pronunciarsi su oneri probatori, anatocismo e ricognizione di debito

Si segnala una recente decisione della Suprema Corte (Cass. 1 dicembre 2016, n. 24546) che ha ribadito importanti principi di diritto di immediato impatto pratico: – nei rapporti bancari in conto corrente, la banca non può sottrarsi all’onere di provare il proprio credito invocando l’insussistenza dell’obbligo di conservare le scritture contabili oltre dieci anni dalla data dell’ultima registrazione, in quanto tale obbligo, volto ad assicurare una più penetrante tutela dei terzi estranei all’attività imprenditoriale, non può sollevarla dall’onere della prova piena del credito vantato anche per il periodo ulteriore (da ultimo Cass. 7972/2016); – quando viene dedotta l’invalidità della clausola contrattuale che stabilisce, in violazione dell’art. 1283 c.c., la capitalizzazione passiva degli interessi trimestrali passivi, è necessario procedere alla ricognizione…

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Attività negoziali pregiudizievoli dei terzi creditori

Nell’ambito dei rapporti bancari non è infrequente la censura di condotte lesive dei diritti di terzi creditori. A tale riguardo si segnala un’interessante decisione della Suprema Corte (Cass. 28 settembre 2016, n. 19196). Rilevano i giudici di legittimità che in assenza di una norma che vieti, in via generale, di porre in essere attività negoziali pregiudizievoli per i terzi, il negozio lesivo dei diritti o delle aspettative dei creditori non è, di per sé, illecito, sicché la sua conclusione non è nulla per illiceità della causa, per frode alla legge o per motivo illecito determinante comune alla parti, apprestando l’ordinamento, a tutela di chi risulti danneggiato da tale atto negoziale, dei rimedi speciali che comportano, in presenza di particolari condizioni,…

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Documentazione bancaria e codice della privacy

In riferimento al limite decennale posto dall’art. 119, comma 4, TUB alla richiesta di documenti, l’interesse del cliente alla conoscenza di informazioni inerenti a dati e operazioni anteriori al decennio ha trovato, in alcuni casi, soddisfazione attraverso l’inquadramento della richiesta nell’alveo del Codice in materia di protezione dei dati personali (Codice della privacy: d.lgs. n. 196/2003). Rilevano, in particolare, gli artt. 7 (“l’interessato ha diritto di ottenere la conferma dell’esistenza o meno di dati personali che lo riguardano”) e 9 (“i diritti di cui all’art. 7 riferiti a dati personali concernenti persone decedute possono essere esercitati da chi ha un interesse proprio, o agisce a tutela dell’interessato o per ragioni familiari meritevoli di protezione”) del Codice della privacy (ABF Roma…

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Centrale dei rischi: preavviso segnalazione a sofferenza

In occasione della prima segnalazione a sofferenza, gli intermediari devono informare per iscritto il cliente e gli eventuali coobbligati (garanti, soci illimitatamente responsabili), come stabilito dalla Circolare Banca d’Italia n. 139/1991 – Centrale dei rischi. Istruzioni per gli intermediari creditizi. La giurisprudenza ha chiarito che il preavviso – riconducibile alla categoria delle c.d. dichiarazioni recettizie, le quali producono i propri effetti dal momento in cui giungono a conoscenza del destinatario (Collegio coordinamento ABF n. 3089/2012) – deve essere chiaro, specifico e tempestivo (ossia in tempo utile per intervenire: Trib. Verona 14 gennaio 2015 e 17 giugno 2015), in modo di consentire al cliente, in relazione ad uno specifico inadempimento, di evitare conseguenze pregiudizievoli attraverso il tempestivo pagamento del debito (Trib….

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Riconoscimento di debito

  Come noto, per la costituzione dell’obbligo di corrispondere interessi in misura superiore a quella legale (come pure per la modifica della clausola concernente gli interessi, comportante il superamento della soglia legale) è necessaria la forma scritta ‘ad substantiam’, la cui mancanza comporta la nullità della clausola stessa, con automatica sostituzione della misura convenzionale con quella legale (Cass. n. 1878/1972; Cass. n. 266/2006; Cass. n. 3017/2014; Cass. n.10516/2016; App. Salerno 27.1.2016). La prova di una siffatta pattuizione grava sulla parte che chiede il pagamento del tasso ultralegale, essendo gli interessi una componente del credito vantato (v. Cass. n. 23974/2010). Essendo l’atto scritto concernente la stipulazione degli interessi in misura superiore a quella legale costitutivo del relativo rapporto obbligatorio, a norma…

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Manipolazione dell’Euribor

È stata finalmente pubblicata, sul sito della Comunità Europea, la decisione del 4 dicembre 2013 della Commissione Antitrust CE con cui è stata censurata la condotta, in violazione delle regole sulla concorrenza, di quattro primari Istituti bancari (Barclays, Deutsche Bank, Societè Generalè, RBS). Nel dettaglio, le predette banche, si legge nella motivazione della decisione, “hanno commesso un illecito dell’art. 101 del Trattato e dell’art. 53 dell’accordo EEA, partecipando nei periodi sotto indicati, in una violazione singola e continua riguardante derivati dal tasso d’interesse dell’euro e coprente l’intera EEA, che consisteva in accordi e/o pratiche concordate che avevano come obiettivo la manipolazione del normale processo per la determinazione della componente del prezzo nel settore EIRD“. La violazione – realizzata nel periodo…

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Competenza temporale dell’Arbitro Bancario Finanziario

  In base alla normativa vigente, non possono essere sottoposte all’ABF controversie relative a operazioni o comportamenti anteriori al 1° gennaio 2009. Ciò comporta il rigetto delle domande che riguardino a) operazioni poste in essere e concluse in epoca antecedente alla suddetta data o comunque b) comportamenti che abbiano esaurito i propri effetti entro quella data (ABF n. 3900/2013). Con riferimento ai rapporti di durata, invece, i Collegi hanno costantemente osservato che occorre distinguere secondo che la controversia abbia a oggetto la fase di formazione del consenso (ovvero vizi genetici del rapporto giuridico) o piuttosto momenti esecutivi (ovvero l’interpretazione degli effetti del contratto). Tale principio, confermato in più occasioni (ABF nn. 67/2013, 4143/2013, 4235/2013, 3900/2013, 6643/2013), è stato accolto dal…

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Argomenti giurisprudenziali contro l’assoggettamento degli interessi moratori alla disciplina sull’usura

Secondo parte della giurisprudenza di merito (Trib. Cremona 9.1.2015; Trib. Milano 29.1.2015; Trib. Roma 7.5.2015; Trib. Rimini 6.2.2015; Trib. Vibo Valentia; Trib. Brescia 24.11.2014; Trib. Salerno 27.7.1998; Trib. Macerata 1.6.1999; Trib. Napoli 5.5.2000; Trib. Treviso 12.11.2015), ad escludere l’assoggettamento degli interessi di mora alla normativa antiusura concorrono: a) il rilievo secondo cui gli artt. 1815, comma 2, c.c., e 644, comma 1, c.p., si riferiscono, rispettivamente, agli interessi “convenuti” e “in corrispettivo“, ossia afferenti alla fase fisiologica del rapporto (Trib. Verona 12.9.2015); b) la circostanza che le Istruzioni della Banca d’Italia per il calcolo del tasso effettivo globale medio (TEGM) non contemplano gli interessi di mora (c.d. principio di omogeneità di confronto): la L. 108/1996 esige, infatti, la rilevazione comparata…

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