Diritto Bancario
Contratti bancari: validità della convenzione relativa agli interessi
Come noto, l’art. 117, comma 4, del Testo unico bancario prevede che: “I contratti indicano il tasso d’interesse e ogni altro prezzo e condizione praticati, inclusi, per i contratti di credito, gli eventuali maggiori oneri in caso di mora“. L’elaborazione giurisprudenziale di legittimità ha stabilito, al riguardo, che in tema di contratti di mutuo, perché una convenzione relativa agli interessi sia validamente stipulata ai sensi dell’art. 1284, comma 3, c.c. (norma imperativa), la stessa deve avere un contenuto assolutamente univoco e contenere la puntuale specificazione del tasso di interesse; ove il tasso convenuto sia variabile, è idoneo ai fini della sua precisa individuazione il riferimento a parametri fissati su scala nazionale alla stregua di accordi interbancari, mentre non sono sufficienti…
Continua a leggere...Fideiussione: garante e qualifica del debitore principale
Secondo un primo orientamento giurisprudenziale, quando un soggetto presta fideiussione per un debitore non consumatore è da considerarsi a sua volta “non consumatore”, poiché la fideiussione è negozio tipicamente accessorio e quindi la qualifica soggettiva del garante sarebbe attratta dalla qualità del debitore principale. La tesi del professionista “di rimbalzo” è stata formulata dalla Corte di Giustizia CE nella sentenza “Dietzinger” (Corte di Giustizia CE, 17.3.1998, C-45/96). La giurisprudenza italiana si è costantemente orientata in senso conforme alla tesi del professionista “di rimbalzo”, ribadendo che “la qualità del debitore principale attrae quella del fideiussore ai fini della individuazione del soggetto che deve rivestire la qualità di consumatore” (Cass. 13.5.2005, n. 10107; Cass. 13.6.2006, n. 13643, Cass. 12.11.2008, n. 27005; Cass….
Continua a leggere...Banca e cliente: distribuzione degli oneri probatori
Gli aspetti inerenti alla distribuzione degli oneri probatori è di perdurante interesse per gli operatori del diritto bancario. Punto di partenza è il principio dispositivo della prova, desumibile dal combinato disposto di cui agli artt. 2697 c.c. e 115 c.p.c., secondo cui coloro i quali intendono far valere un proprio diritto in giudizio, devono provare i fatti che ne costituiscono il fondamento: onus probandi incumbit ei qui dicit, non ei qui negat. Tale principio, costituendo l’architrave dell’intero sistema processuale, non può soffrire deroghe se non nei casi espressamente previsti dalla legge, con la conseguenza che il Giudice non può porre a fondamento della propria decisione circostanze che non siano state provate da chi intenda avvalersene. La giurisprudenza di legittimità, nella…
Continua a leggere...Sull’utilizzabilità degli estratti conto acquisiti in corso di causa
Si segnala una recentissima ordinanza della Cassazione n. 21472 del 15 settembre 2017 relativa alla utilizzabilità degli estratti conto acquisiti in corso di causa. La questione affrontata dalla Suprema Corte atteneva ad una eccezione relativa alla tardiva produzione dei documenti posti a fondamento della domanda, perché effettuata dalla società ricorrente soltanto nel corso dell’espletamento della consulenza tecnica. Il ragionamento della Cassazione si sviluppa secondo i seguenti passaggi logico-giuridici: – occorre allora innanzitutto precisare che non si verte in materia di una mera azione di ripetizione dell’indebito, bensì di un’azione di rendiconto; – è vero che l’esibizione di documenti non può essere chiesta, ai sensi dell’art. 210 c.p.c., a fini meramente esplorativi, allorquando neppure la parte istante deduca elementi sulla effettiva…
Continua a leggere...Rimesse solutorie: eccezione di prescrizione specifica
Con la recente decisione del 7 settembre 2017, n. 20933, la Corte di Cassazione è intervenuta sulla natura dell’eccezione di prescrizione formulata dalla banca creditrice, censurando la circostanza che, nella fattispecie esaminata, l’eccezione di prescrizione sia stata genericamente formulata dalla banca con riferimento a tutte le rimesse affluite sul conto, senza indicazione di quelle aventi natura solutoria. Nell’ordinanza è rilevato che la Cassazione, “a partire dalla sentenza n. 24418/010 resa a S.U., ha … costantemente affermato che l’azione di ripetizione di indebito proposta dal cliente di una banca, il quale lamenti la nullità delle clausole di capitalizzazione trimestrale degli interessi maturati con riguardo ad un contratto di apertura di credito regolato in conto corrente bancario, è soggetta all’ordinaria prescrizione…
Continua a leggere...ABF e ius variandi
L’art. 118 TUB fissa condizioni e limiti precisi per l’esercizio della facoltà di modifica unilaterale delle condizioni del contratto (c.d. ius variandi). Le norme vigenti prevedono che le banche e gli intermediari finanziari debbano inviare alla propria clientela una comunicazione preventiva che illustri il contenuto della modifica unilaterale proposta, le motivazioni che ne sono alla base e la data di entrata in vigore. Entro tale data il cliente ha la possibilità di recedere dal contratto senza spese. Se il cliente non recede dal contratto le variazioni si intendono approvate e producono effetti dalla data indicata nella proposta di modifica unilaterale. L’ABF con la decisione n. 8802/2016 ha evidenziato che l’art. 118 TUB regola le modalità con cui la banca può…
Continua a leggere...Requisiti di legittimità della segnalazione a sofferenza alla Centrale Rischi
La Circolare Banca d’Italia n. 139/1991 – Centrale dei rischi – Istruzioni per gli intermediari creditizi stabilisce che “nella categoria di censimento sofferenze va ricondotta l’intera esposizione per cassa nei confronti di soggetti in stato di insolvenza, anche non accertato giudizialmente, o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dall’intermediario. … L’appostazione a sofferenza implica una valutazione da parte dell’intermediario della complessiva situazione finanziaria del cliente e non può originare automaticamente al verificarsi di singoli specifici eventi quali, ad esempio, uno o più ritardi nel pagamento del debito o la contestazione del credito da parte del debitore.” Pertanto, perché possa accedersi alla segnalazione di un credito a sofferenza alla Centrale Rischi, la stessa non può costituire…
Continua a leggere...La commissione di istruttoria veloce (CIV)
L’art. 117-bis, comma 2, TUB e le relative disposizioni attuative (DM 644/2012) stabiliscono che, a fronte di sconfinamenti, i contratti di conto corrente, apertura di credito e carta di credito possono prevedere a carico del cliente una commissione di istruttoria veloce (CIV), quale unico onere ulteriore rispetto all’applicazione del tasso di interesse sull’ammontare e per la durata dello sconfinamento concesso. Tale disciplina si applica agli sconfinamenti sia in assenza di affidamento, sia oltre il limite dello stesso. Anche per le commissioni di sconfinamento, come per quelle di affidamento, è prevista la nullità delle clausole contrattuali che prevedono l’applicazione di commissioni non conformi alla disciplina legislativa. Ai sensi del DM 644/2012 per ciascun contratto la commissione di istruttoria veloce è determinata…
Continua a leggere...Sulla rilevanza degli interessi moratori ai fini della valutazione di usurarietà
In dottrina e giurisprudenza vi è contrasto sulla rilevanza degli interessi moratori ai fini della valutazione di usurarietà del contratto di finanziamento. Parte della giurisprudenza (da ultimo Trib. Modena 7.6.2016; Trib. Perugia 23.6.2016; Trib. Brescia 30.9.2016; Trib. Napoli 21.11.2016; Trib. Roma 8.5.2017; Trib. Napoli 10.7.2017) afferma l’irrilevanza degli interessi di mora per la determinazione dell’eventuale superamento della soglia di usura sulla base dei seguenti argomenti: – risulterebbe irragionevole valutare l’usurarietà o meno degli interessi applicati al prestito, quando lo sconfinamento avvenga ad opera di poste passive – quali gli interessi di mora – che non siano state tenute in considerazione per la determinazione del limite di usura (c.d. principio di simmetria/omogeneità di confronto, cfr. Cass., 22.6.2016, n. 12965); – ai…
Continua a leggere...Responsabilità della banca per illegittima segnalazione alla Centrale dei rischi
La condotta della banca che effettui una illegittima segnalazione alla Centrale dei rischi configura una sua responsabilità contrattuale ed extracontrattuale, sia a seguito della violazione dei canoni di correttezza e buona fede richiesti nello svolgimento di ogni rapporto obbligatorio secondo le norme generali ex artt. 1715, 1374, 1375 c.c., sia ex art. 2043 c.c. (risarcimento per fatto illecito) (ex multis Cass. n. 13345/2006; Trib. Ascoli Piceno 13.9.2016; Trib. Verona 12.11.2015 e 27.4.2014; Trib. Milano 19.2.2001; Trib. Napoli 19.1.1998). Abitualmente è ritenuto ammissibile il concorso cumulativo di una azione di responsabilità contrattuale con una di responsabilità extracontrattuale, atteso che le due azioni nascono da presupposti diversi: la prima deriva, come detto, dall’inadempimento di espressi obblighi contrattuali (buona fede, correttezza, solidarietà contrattuale:…
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