Esecuzione forzata
di Paolo Cagliari, Avvocato
- 14 Marzo 2023
Cass. civ., sez. III, 26 luglio 2022, n. 23338 – Pres. De Stefano – Rel. Rossi Massima: “L’offerente escluso dalla partecipazione a un esperimento di vendita è legittimato a proporre opposizione ex art. 617 c.p.c. avverso il relativo provvedimento del giudice dell’esecuzione, indipendentemente dalla ragione giustificativa di quest’ultimo (e, quindi, anche in caso di dichiarazione di inammissibilità dell’offerta per vizi formali), perché, sotto il profilo oggettivo, l’atto è immediatamente lesivo del diritto del soggetto estromesso a concorrere per l’aggiudicazione del bene pignorato e, dal punto di vista soggettivo, l’offerente è interessato al regolare svolgimento della procedura e destinatario degli atti della stessa che siano idonei a cagionargli un pregiudizio”. CASO In una procedura esecutiva pendente innanzi al Tribunale di Como,...
Continua a leggere...
Obbligazioni e contratti
di Paolo Cagliari, Avvocato
- 14 Marzo 2023
Cass. civ., sez. II., 29 novembre 2022, n. 35068 – Pres. Di Virgilio – Rel. Trapuzzano Parole chiave: Contratto preliminare – Clausola penale e caparra confirmatoria – Coesistenza – Ammissibilità – Dazione differita della somma pattuita a titolo di caparra – Ammissibilità – Produzione degli effetti ex art. 1385 c.c. – Posticipazione al momento della dazione [1] Massima: “In tema di contratto preliminare, la clausola penale e la caparra confirmatoria rivelano il comune intento di indurre l’obbligato all’adempimento e, pertanto, ambedue possono coesistere nell’ambito dello stesso contratto, pur differendo quanto ad ambito di applicazione, giacché la caparra confirmatoria trova applicazione quando, per effetto del recesso, il contratto non possa essere più adempiuto, mentre la clausola penale è applicabile quando colui...
Continua a leggere...
Esecuzione forzata
di Paolo Cagliari, Avvocato
- 21 Febbraio 2023
Cass. civ., sez. II, 17 agosto 2022, n. 24833 – Pres. Falaschi – Rel. Tedesco Massima: “In tema di comunione ereditaria, ove la vendita di una quota indivisa sia realizzata in presenza di un pignoramento di quest’ultima, che, pur comprendendo tutti i beni di una certa specie, lasci tuttavia fuori beni di specie diversa, l’aggiudicatario non avrà una posizione uguale a quella degli altri compartecipi, in quanto estraneo ai beni non colpiti dal pignoramento. Pertanto, la divisione dei beni rispetto ai quali l’aggiudicatario è subentrato all’esecutato sarà fatta separatamente dalla divisione del resto, cosicché l’accordo paradivisorio stipulato dai condividenti e dall’aggiudicatario senza la partecipazione del coerede esecutato avrà efficacia, purché limitato ai beni ricompresi nella quota che ha formato oggetto...
Continua a leggere...
Obbligazioni e contratti
di Paolo Cagliari, Avvocato
- 14 Febbraio 2023
Cass. civ., sez. II., 5 ottobre 2022, n. 28914 – Pres. D’Ascola – Rel. Scarpa Parole chiave: Avvocato – Patto di quota lite – Validità – Condizioni [1] Massima: Il patto di quota lite, stipulato dopo la riformulazione dell’art. 2233 c.c. (operata dal d.l. 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla l. 4 agosto 2006, n. 248) e prima dell’entrata in vigore dell’art. 13, comma 4, l. 31 dicembre 2012, n. 247, che non violi il divieto di cessione di crediti litigiosi di cui all’art. 1261 c.c., è valido se, valutato sotto il profilo causale della liceità e dell’adeguatezza dell’assetto sinallagmatico rispetto agli specifici interessi perseguiti dai contraenti, nonché sotto il profilo dell’equità, alla stregua della regola integrativa...
Continua a leggere...
Esecuzione forzata
di Paolo Cagliari, Avvocato
- 7 Febbraio 2023
Cass. civ., sez. II, 27 luglio 2022, n. 23418 – Pres. Orilia – Rel. Trapuzzano Massima: “Il potere, attribuito al giudice dall’art. 641, comma 2, c.p.c., di ridurre o aumentare il termine entro il quale il debitore può proporre opposizione al decreto ingiuntivo se concorrono giusti motivi non si sottrae all’obbligo di motivazione imposto dal precedente comma 1 per l’emissione del provvedimento di ingiunzione, se esistono le condizioni previste dall’art. 633 c.p.c.; pertanto, i motivi che consentono la modifica della durata di detto termine, nonché le ragioni che li caratterizzano come giusti, devono essere enunciati nel provvedimento, quantomeno con rinvio implicito alle condizioni che ne giustificano la sussistenza, specificamente rappresentate dal creditore nel ricorso, in modo che si possa ritenere,...
Continua a leggere...