Diritto e procedimento di famiglia
di Mara Adorno
- 13 Giugno 2017
Cass., sez. un., 10 febbraio 2017 n. 3555 Giurisdizione civile – Responsabilità genitoriale – Giurisdizione – Residenza abituale del minore – Rilevanza (Regolamento CE 27 novembre 2003, n. 2001, art. 8). [1] Per le domande relative alla responsabilità genitoriale su un minore, la competenza internazionale spetta all'autorità giudiziaria dello stato membro in cui il minore stesso risiede abitualmente alla data della domanda. Per residenza abituale deve intendersi il luogo dove il minore trova e riconosce, anche grazie a una permanenza tendenzialmente stabile, il centro dei propri legami affettivi, non solo parentali, originati dallo svolgersi della sua vita di relazione. CASO [1] Pronunciando sul ricorso con il quale il padre di un minore chiedeva l’affidamento in via esclusiva del figlio, con...
Continua a leggere...
Procedimenti di cognizione e ADR
di Mara Adorno
- 13 Giugno 2017
Abstract In vista della proposta, contenuta nell’emendamento al disegno di legge di conversione del D.l. 24 aprile 2017, n. 50, di stabilizzazione dell’obbligatorietà del tentativo di mediazione, una recente sentenza del Tribunale di Lecce offre l’occasione per «fotografare» il quadro giurisprudenziale concernente il carattere perentorio o ordinatorio del termine che in sede di mediazione c.d. delegata il giudice assegna per l’instaurazione del procedimento di mediazione. La questione desta particolare interesse in ragione del fatto che la qualificazione del suddetto termine potrebbe comportare o meno, in caso mancata o tardiva osservanza,l’improcedibilità della domanda di mediazione. A distanza di pochi mesi dalla data di scadenza della fase di sperimentazione della mediazione obbligatoria, per la quale il d.l. 69/2013 (c.d. decreto del fare),...
Continua a leggere...
Procedimenti di cognizione e ADR
di Mara Adorno
- 20 Dicembre 2016
Trib. Milano, ord. 27 settembre 2016 Mediazione obbligatoria – Mediazione delegata – Tardiva proposizione – Improcedibilità – Insussistenza (d.leg. 4 marzo 2010, n. 28, art. 5) [1] Il tentativo di mediazione obbligatorio, ancorché esperito successivamente al termine di quindici giorni assegnato dal giudice, non consente di ritenere operante la improcedibilità prevista per il mancato esperimento del procedimento, in assenza di espressa previsione di perentorietà del termine assegnato dal giudice ex art. 5, 2° comma, d. leg. 28/2010, dovendosi dare prevalenza all’effetto sostanziale dello svolgimento del procedimento. CASO [1] Disposta dal giudice nel corso del processo la mediazione, l’attore esperisce il procedimento successivamente al decorso del termine assegnato. Il tentativo di mediazione sortisce, peraltro, un esito negativo. Sicché l’attore, depositati i...
Continua a leggere...
Diritto e procedimento di famiglia
di Mara Adorno
- 22 Novembre 2016
Cass., sez. un., 7 settembre 2016 n. 17676 Giurisdizione civile – Responsabilità genitoriale – Provvedimenti sulla potestà genitoriale – Giurisdizione – Residenza abituale del minore – Rilevanza (l. 31 maggio 1995, artt. 3,32; Regolamento CE 27 novembre 2003, n. 2001, artt. 3, 4, 8, 12). [1] In caso di separazione giudiziale di un cittadino italiano e di una cittadina inglese, al giudice italiano spetta unicamente la giurisdizione relativa alla domanda di separazione giudiziale, mentre le domande inerenti l’affidamento ed il mantenimento del figlio minorenne, stabilmente residente nel Regno Unito, sono devolute in via esclusiva alla giurisdizione inglese, qualora sia mancata l’accettazione da parte della convenuta della giurisdizione italiana. CASO [1] Proposto ricorso da parte di un cittadino italiano per ottenere...
Continua a leggere...
FAMIGLIA E SUCCESSIONE
di Mara Adorno
- 25 Ottobre 2016
Abstract Il d. leg. 154/2013, nel quadro della riforma della filiazione preannunciata dalla l. 219/2012, segna l’ultima tappa di un articolato percorso evolutivo – affiancato altresì da una intensa produzione giurisprudenziale – che dalla mera facoltà per il giudice di ascoltare il minore ha ad oggi consacrato l’ascolto come un vero e proprio diritto del minore, non solo nella fase fisiologica del rapporto genitoriale, ma anche nella fase patologica di crisi della famiglia legittima e di fatto. E’, dunque, acquisito come diritto vivente il riconoscimento di una nuova dignità del figlio, non più inteso come «oggetto di tutela» ma come «titolare di diritti soggettivi perfetti, autonomi e azionabili». Il tema dell’ascolto del minore per lungo tempo affidato a molteplici...
Continua a leggere...