Diritto del Lavoro
di Evangelista Basile
- 21 Maggio 2019
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 28 gennaio 2019, n. 2289 Sanzioni disciplinari – contrattazione collettiva – automatismo sanzione – proporzionalità MASSIMA Deve escludersi la configurabilità in astratto di qualsivoglia automatismo nell’irrogazione di sanzioni disciplinari, specie laddove queste consistano nella massima sanzione, permanendo, anche in presenza di specifica previsione collettiva, il sindacato giurisdizionale sulla proporzionalità della sanzione rispetto al fatto concreto addebitato al lavoratore. COMMENTO Con la sentenza in commento la Cassazione ha rigettato il ricorso del lavoratore il quale lamentava, tra l’altro, la violazione della L. n. 604 del 1966 cit., art. 3, dell’art. 2119 c.c. e della L. n. 300 del 1970 cit., art. 7, in relazione alla nozione di giusta causa e giustificato motivo soggettivo nonché al giudizio di...
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Diritto del Lavoro
di Evangelista Basile
- 14 Maggio 2019
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 11 febbraio 2019, n. 3899 Licenziamento individuale – codatorialità – reintegra e risarcimento – in solido – responsabilità MASSIMA Qualora uno stesso dipendente presti servizio contemporaneamente a favore di diversi datori e l'attività sia svolta in modo indifferenziato, si configura l'unicità del rapporto di lavoro e tutti i fruitori dell'attività del lavoratore devono essere considerati solidalmente responsabili nei suoi confronti per le obbligazioni relative, ai sensi dell'articolo 1294 c.c.. COMMENTO Una lavoratrice impugnava il licenziamento intimatole dall’azienda presso cui era formalmente alle dipendenze, durante il periodo di gravidanza. L’azienda, pur non contestando la gravidanza faceva valere, ai sensi dell’art. 54, legge n. 151/2001, l’esonero dal divieto di licenziamento per cessazione dell’attività. La lavoratrice riteneva versarsi in...
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Diritto del Lavoro
di Evangelista Basile
- 7 Maggio 2019
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 1 febbraio 2019, n. 3137 Adeguamento – retribuzione – fattispecie – articolo 36 Costituzione MASSIMA Il giudice, ove ritenga inadeguata la retribuzione corrisposta dall'azienda in base al contratto da essa applicato, può procedere al suo adeguamento facendo riferimento a quella del contratto di categoria non direttamente applicabile, con la precisazione che nella domanda di pagamento di differenze retributive sulla base di un contratto collettivo che si riveli inapplicabile deve ritenersi implicita la richiesta di adeguamento ex articolo 36 della Costituzione e che l’adeguamento comporta un apprezzamento riservato al giudice di merito. COMMENTO La Cassazione, con la sentenza in commento, ha statuito che il giudice, ove ritenga inadeguata la retribuzione corrisposta dall’azienda in base al contratto collettivo...
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Diritto del Lavoro
di Evangelista Basile
- 30 Aprile 2019
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 6 febbraio 2019, n. 3463 Somministrazione – sostituzione di personale – organizzazione complessa – mancata indicazione del nominativo – irrilevanza MASSIMA Deve escludersi che per i contratti a termine e o anche per i contratti di lavoro somministrato a termine - stipulati nelle realtà aziendali complesse, in cui la sostituzione non è riferita ad una singola persona ma piuttosto ad una funzione produttiva specifica occasionalmente scoperta), sia necessaria l’indicazione del nominativo della persona da sostituire, qualora l’esigenza sostitutiva risulti comunque identificata attraverso altri e diversi elementi - indicati in maniera esemplificativa e di certo non tassativa dalla corte di legittimità nella citata sentenza -, che devono essere tali da consentire il controllo di una reale esigenza aziendale...
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Diritto del Lavoro
di Evangelista Basile
- 16 Aprile 2019
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 11 gennaio 2019, n. 517 Riforma della sentenza di condanna - Ripetizione delle somme percepite dal lavoratore - A lordo delle ritenute fiscali - Esclusione - Indebito contributivo - Legittimazione esclusiva del datore di lavoro - Sussistenza. MASSIMA In caso di riforma della sentenza di condanna l’impresa non può pretendere di ripetere dal dipendente le somme al lordo delle ritenute fiscali. Per quanto riguarda invece l’indebito contributivo, l’azienda è l’unica legittimata a chiedere all’istituto di previdenza il rimborso comprensivo anche per la parte a carico dei lavoratori. COMMENTO La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del datore di lavoro proposto contro una dipendente nei confronti della quale aveva inizialmente ottenuto un decreto ingiuntivo per la...
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