Diritto del Lavoro
di Evangelista Basile
- 9 Aprile 2019
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 18 gennaio 2019, n. 1377 Licenziamento individuale – Discriminazione – Giustificato motivo oggettivo – Soppressione del posto di lavoro – Crisi aziendale MASSIMA Affinché risulti legittimo il licenziamento per giustificato motivo oggettivo, l’andamento economico negativo dell’azienda non costituisce un presupposto fattuale che il datore di lavoro debba necessariamente provare, poiché risulta sufficiente che le ragioni inerenti all’attività produttiva e all’organizzazione del lavoro determinino un effettivo mutamento dell’assetto organizzativo. Tale mutamento deve avvenire attraverso la soppressione di una individuata posizione lavorativa e non con una generica riduzione di personale con mansioni fungibili; se sussistono i suddetti requisiti il recesso della neo-mamma non è affatto discriminatorio, ma legittimato dal giustificato motivo oggettivo. COMMENTO Il Tribunale dichiarava la nullità...
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Diritto del Lavoro
di Evangelista Basile
- 2 Aprile 2019
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 15 gennaio 2019, n. 834 Appalto – Interposizioni fittizia – Stipendi e contributi – Committente – Subappaltatore – Principio solidarietà – Effetti MASSIMA L’art. 29, comma 2 del D.lgs. n. 276 del 2003, disciplina il principio di solidarietà tra committente, appaltatore e subappaltatore. Tale principio garantisce al lavoratore che gli stipendi e i contributi sono dovuti in relazione all’appalto cui il medesimo ha personalmente dedicato le proprie energie lavorative. Inoltre, esonera il lavoratore dall’onere di provare l’entità dei debiti gravanti su ciascuna delle società appaltatrici convenute in giudizio. COMMENTO Il Tribunale di Alessandria rigettava il ricorso proposto del lavoratore il quale chiedeva la condanna in solido del committente e degli appaltatori per il mancato pagamento delle retribuzioni...
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Diritto del Lavoro
di Evangelista Basile
- 26 Marzo 2019
Cassazione Civile, Sezione Lavoro, 11 gennaio 2019, n. 521 Rapporto di lavoro – Raggiungimento dell’età pensionabile – Obbligo di rispettare il preavviso – Sussistenza MASSIMA Nei contratti di lavoro di natura privatistica, la risoluzione del rapporto lavorativo per raggiungimento dell’età pensionabile impone al datore di lavoro il rispetto dell’obbligo del preavviso. La tipicità e la tassatività delle cause di estinzione del rapporto escludono risoluzioni automatiche al compimento di determinate età ovvero con il raggiungimento dei requisiti pensionistici. In mancanza della comunicazione scritta del preavviso, la società è tenuta al pagamento dell’indennità sostitutiva del preavviso. COMMENTO La Corte di Appello dell’Aquila ha accolto l’appello del lavoratore. Riformando parzialmente la sentenza di primo grado la Corte territoriale, da una parte, ha confermato...
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Diritto del Lavoro
di Evangelista Basile
- 19 Marzo 2019
Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, 18 dicembre 2018, n. 32714 Infortunio sul lavoro – prova inadempimento datoriale qualificato – produzione del danno – doveri di sicurezza MASSIMA A seguito di un infortunio sul lavoro, il dipendente che agisce nei confronti del proprio datore di lavoro deve fornire l’allegazione dell’inadempimento datoriale qualificato, ossia quello astrattamente efficiente alla produzione del danno e di conseguenza rappresentativo di una condotta contraria ai doveri di sicurezza imposti ex lege. COMMENTO La Corte di Appello di Napoli, confermando la pronuncia del Tribunale, ha respinto la domanda di risarcimento proposta dal dipendente nei confronti della Società datrice di lavoro per un infortunio sul lavoro, che aveva provocato una forte folgorazione al dipendente. La Corte ha rilevato che...
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Diritto del Lavoro
di Evangelista Basile
- 12 Marzo 2019
Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, 4 gennaio 2019, n. 83 Rito lavoro – rito Fornero – reclamo – impugnazione – termini – comunicazione – posta elettronica certificata MASSIMA La L. n. 92 del 2012, art. 1, comma 58, prevede espressamente che, contro la sentenza che decide sul ricorso in opposizione è ammesso reclamo davanti alla corte d'appello, "da depositare, a pena di decadenza, entro trenta giorni dalla comunicazione, o dalla notificazione se anteriore". La comunicazione menzionata nella disposizione è quella effettuata dalla cancelleria a mente dell'art. 133 c.p.c., comma 2, mediante biglietto contenente il testo integrale della sentenza che può essere, ai sensi dell'art. 136 c.p.c., comma 2, consegnato dal cancelliere al destinatario, che ne rilascia ricevuta, ovvero trasmesso a...
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