Procedimenti di cognizione e ADR
di Carlo Vittorio Giabardo
- 22 Maggio 2018
Cass. civ., Sez. I, sent. 6 marzo 2018, n. 5256 – Pres. Tirelli – Rel. Magda Procedimenti de potestate – Posizione processuale del minore – Qualifica di parte in senso proprio – Nomina di un curatore speciale – Necessità (c.c., art. 336; c.p.c., artt. 78, 354, 383) [1] Nei procedimenti ablativi della potestà genitoriale di cui all’art. 336 c.c., i figli minori rivestono la qualifica di parti del procedimento; ne consegue che il contraddittorio deve essere garantito anche nei loro confronti, previa nomina d’ufficio di un curatore speciale. In difetto, il procedimento è nullo per mancanza di una parte necessaria e la nullità rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del processo; con la conseguenza che, se rilevata in sede...
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FAMIGLIA E SUCCESSIONE
di Carlo Vittorio Giabardo
- 25 Ottobre 2016
Cass., Sez. VI-1, 8 Giugno 2016, n. 11782 Pres. Finocchiaro – Est. Amendola Procedimento civile – Procedimento di adozione – Minore – Difesa tecnica – Necessità (L. 4 maggio 1983, n. 184, artt. 8, ult. comma, 10, comma 2; c.p.c. art. 354) [1] Nel procedimento volto all’accertamento dello stato di adottabilità del minore, quest’ultimo deve essere presente allo stesso in qualità di parte. Ne consegue che al minore deve essere assicurata assistenza legale in ogni stato e grado del giudizio, a pena di nullità dell’intero procedimento e conseguente rimessione della causa al primo giudice, ex art. 354 c.p.c. Il caso In una intricata vicenda relativa all’adozione di un minore, il Tribunale dei Minorenni di Milano dichiarava lo stato di adottabilità del...
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Procedimenti di cognizione e ADR
di Carlo Vittorio Giabardo
- 27 Giugno 2016
– Tra i molteplici (e, mi si passi il termine, sparpagliati) interventi che la legge 6 agosto 2015, n. 132 ha effettuato sul processo civile, particolare importanza pratica riveste quello compiuto sull’art. 614 bisp.c.: disposizione, quest’ultima, giustamente salutata con grande entusiasmo all’indomani della sua prima introduzione (con la legge 69/2009), ma la cui originaria formulazione non si può certo dire avesse meritato - sul versante strettamente operativo - l’attenzione spesso esagerata riservatagli dalla dottrina. Come noto, infatti, il testo inziale prevedeva - al di là delle altre limitazioni (v. infra, punto 3) - che il giudice potesse pronunciare la sanzione pecuniaria prevista solo ove condannasse il soccombente a tenere un comportamento di fare infungibile o di non fare. Ed...
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Procedimenti di cognizione e ADR
di Carlo Vittorio Giabardo
- 9 Novembre 2015
Cass. 15 Giugno 2015, n. 12312 Scarica la sentenza Procedimento civile – giudizio di riconoscimento giudiziale di paternità – rifiuto di sottoporsi a prelievo biologico – opponibilità agli eredi – esclusione (C.c. art. 269; 116 c.p.c.) [1] Non può ritenersi opponibile agli eredi un comportamento processuale pregresso che trova le sue ragioni in motivazioni strettamente personali e, come tali, non estensibili all’erede che, subentrato nel processo, ha adottato una condotta processuale del tutto diversa rispetto a quella del proprio dante causa. CASO[1] A seguito della proposizione di un giudizio di riconoscimento giudiziale di paternità, il Tribunale di Roma accerta l’esistenza del vincolo parentale motivando esclusivamente sulla base del rifiuto del convenuto di consentire il prelievo di materiale biologico necessario all’espletamento dell’esame del...
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