Quote rosa e toghe, il gap è sempre troppo
di Amalia Di Carlo - Ufficio stampa di Marketude Scarica in PDFUna ricerca condotta dal Comitato pari opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Bolzano, analizza i principali dati che generano disparità di genere, che portano all’abbandono della carriera
Ancora una volta si parla di disparità. Ancora una volta le donne restano un passo indietro. Ancora una volta i numeri evidenziano il divario di genere. E non bastano le iniziative. Non basta la qualità e lo spessore delle professioniste. Non bastano le norme. Non bastano gli articoli, le inchieste e le ricerche. Non bastano, no! Ma fino a quando questo divario non sarà colmato, bisognerà ancora e ancora e ancora parlarne. Perché non è solo il femminicidio ad ucciderci (in Italia ogni due giorni (circa) viene uccisa una donna) ma è anche questo dislivello invalicabile, fino ad oggi, che ogni giorno pone le donne professioniste davanti a continue e ripide salite, all’accettazione di compromessi, di soprusi, all’accusa continua di essere meno.
La ricerca
Secondo i risultati della ricerca condotta dal Comitato pari opportunità dell’Ordine degli avvocati di Bolzano, la scorsa primavera, e realizzata dalle dottoresse Anna Ress e Letizia Caporusso per il centro studi interdisciplinari di genere dell’Università di Trento, il gender pay gap penalizza le donne anche nell’avvocatura, allargando ancora di più la forbice salariale e avendo come diretta conseguenza un pesante impatto sulle pensioni maturate, che comporta, in alcuni casi, addirittura, il ritiro dalla professione.
Secondo i dati raccolti non è sufficiente il significativo investimento delle giovani donne negli studi di matrice giuridica, (nel 2023 parliamo infatti del 62,5% dei laureati, dati Almalaurea), che non riescono a colmare gli ampi divari di genere nella pratica della professione forense.
Disparità, che in molti casi, portano all’abbandono della carriera, contribuendo a limitare la percentuale di iscritte all’ordine degli avvocati al 40,5%, contro il 59,5% registrato dai colleghi uomini, evidenziando fenomeni di segregazione verticale e orizzontale, oltre alla disparità retributiva e di opportunità.
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