Alle prese con i social
di Amalia Di Carlo - Ufficio stampa di Marketude Scarica in PDFChe gli anche gli studi professionali debbano ormai fare i conti con i social network è innegabile. Ma tra l’essere presente, perché non se ne può fare a meno, e “sfruttare” il mezzo, utilizzandolo a tutti gli effetti come uno dei propri canali di comunicazione, il passo è necessario.
Secondo l’ultima indagine dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, che ha coinvolto un campione di quasi 2.400 studi professionali multidisciplinari, legali, commercialisti e consulenti del lavoro, il 60% degli studi legali interpellati ha almeno un canale social, mentre tra gli studi multidisciplinari la percentuale si attesta al 57%, numero che scende quando si prendono in considerazione gli studi commercialistici, tra i quali è il 46% ad attivare un canale social media.
Ma come sono strutturate le pagine social degli studi, quali messaggi veicolano, su cosa si concentrano, cosa è possibile trovare?
Diciamo che a una prima carrellata, quello che si nota, per esempio navigando tra le pagine Linkedin degli studi, è che la gran parte di essi è ancora molto autoreferenziale, postando notizie che riguardano lo studio, operazione svolte, assistenze prestate, eventi etc…
Non che questo sia errato, ma va commisurato e unito a post di diversa matrice.
Utilizzare al meglio un canale di comunicazione, e quindi anche i social, vuol dire tra le altre cose cercare di incontrare l’interesse di chi ci segue e proporre dei contenuti che apportino un valore aggiunto, mettere le competenze a servizio della platea, regalando anche pillole di conoscenza, cosa che un follower può apprezzare e perché no magari questo può farlo diventare un possibile cliente.
In alcuni casi, mi è capitato di notare, che le pagine social di alcuni studi, fossero state generate senza alcuna “cura del cliente”. Solo per fare un esempio, in un caso la pagina di uno studio riportava l’appuntamento di un evento, quasi con una frase intimidatoria, non certo incoraggiante del tipo “Attenzione evento!”, tra l’altro sotto la frase: “per iscriverti clicca qui”, non vi era alcun collegamento adibito all’iscrizione, ragion per cui risultava impossibile l’operazione.
L’esserci tanto per esserci è come non esserci.
Se uno studio professionale vuole sbarcare sui social, allora vale la pena, come per tutti gli altri progetti portati avanti, munirsi di un piano ben preciso, e attivarlo.
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